Parte, Capitolo

  1      I,      I|              una sua suora, il quale n'era già ita a marito; ed era
  2      I,      I|               era già ita a marito; ed era ammaestrato sofficientemente
  3      I,      I|       letteratura greca e egiziaca, ed era mansueto e molto amico di
  4      I,      I|           amore di Dio, al quale prima era fuggito per paura mondana,
  5      I,      I|             bellissimo monte, lo quale era quasi tutto sasso; la qual
  6      I,      I|             quel luogo, e quivi presso era una fonte d'acqua viva e
  7      I,      I|             riputando, secondochè vero era, che Iddio a lui e per lui
  8      I,     II|               per visione che un altro era nell'eremo più addentro
  9      I,     II|            nell'eremo più addentro che era migliore di lui, ed ammonillo
 10      I,     II|        pensando di questa cosa che gli era apparita. E andando così
 11      I,     II|               veder potesse perchè non era ancora giorno, ma, come
 12      I,     II|               sentendo Paolo, lo quale era dentro, serrò incontanente
 13      I,     II|            incontanente un uscio che v'era maravigliandosi di quello
 14      I,    III|             dovea fare Antonio, perché era ospite e pellegrino appo
 15      I,    III|              dovea fare pur egli perch'era più antico e più santo,
 16      I,     IV|             avea, conobbe per certo ch'era passato. Avendo Paolo, in
 17      I,     IV|                mandato a Dio, lo corpo era così rimaso inflessibile.
 18      I,     IV|            monistero narrò ciò che gli era incontrato a' suoi discepoli,
 19      I,     IV|        considerate che a questo povero era aperto il cielo e a voi
 20     II,      I|                tanto studio che appena era lasciato uscire fuori di
 21     II,      I|                Giacob patriarca quando era fanciullo. E stando in casa
 22     II,      I|              di metterlo in opera. Non era grave ai suoi parenti chiedendo,
 23     II,      I|        contento di quello che dato gli era, più non chiedea. E passati
 24     II,      I|                piccola sorella che gli era rimasa. E passati già quasi
 25     II,      I|               a tutti non però di meno era caro e grazioso, e nullo
 26     II,     II|           lasciate, e della sorella ch'era rimasa, e della nobiltà
 27     II,     II|            della penitenza. Anche come era giovane e però potea assai
 28     II,     II|            imaginazioni e fantasie. Ed eraforte questa battaglia,
 29     II,     II|        dilicanza di corpo, dicendo che era bisogno di soggiogare il
 30     II,    III|            uomo, e maravigliandosi che era stato ardito dopo tanti
 31     II,    III|               quale venendo le demonia era stato tutto conquassato,
 32     II,    III|                E intendendo che Cristo era in quella luce, traendo
 33     II,    III|            dissegli:~ ~"Antonio, qui i'era teco presente, ma io aspettava
 34     II,     IV|             nel quale mai nullo monaco era stato. E volendo impedire
 35     II,     IV|              lo desco, che parea e non era, ma pur in verità una grande
 36     II,     IV|               poichè fu saputo ch'egli era nel predetto luogo, molti,
 37     II,     IV|                 conoscendo, secondochè era la verità, che quello cotale
 38     II,     IV|               avute con le demonia non era mutato, né insalvatichito,
 39     II,     IV|            infermitadi. Lo suo parlare era molto discreto e temperato
 40     II,      V|           niente meno diceva che molto era ottima cosa che i frati
 41     II,     VI|              loro, e dicendo come egli era Figliuolo di Dio, impose
 42     II,     IX|         empiendo tutta la casa dove io era, davano vista di volermi
 43     II,     IX|            grande gigante, dicendo che era la virtù e provvidenza divina,
 44     II,     IX|               io incontanente chi egli era e ricorrendo alle consuete
 45     II,     IX|         rispondendo io che giustamente era maladetto e odiato dalli
 46     II,     IX|            volontà, e nulla detrazione era tra loro, ma tutti con santo
 47     II,     IX|               tanta gentilezza, quanta era quella dell'anima sua, fosse
 48     II,      X|             ciliccio aspro, e di sopra era vestito di pelle, e mai
 49     II,      X|               per la sua figliuola che era indemoniata. Allora Antonio
 50     II,      X|               sani e d'infermi che gli era grande tedio.~ ~ ~
 51     II,     XI|           reputassero migliore che non era, fuggì per andarsene nella
 52     II,     XI|           nulla paura, come uomo che n'era usato, rispose:~ ~"Perchè
 53     II,     XI|             altissimo, appiè del quale era una bellissima fonte e una
 54     II,     XI|             quivi solitario. Veramente era quel luogo del quale la
 55     II,     XI|             delle predette cose, tanta era la resistenza d'Antonio
 56     II,     XI|                e intendendo che questa era opera del diavolo, rivolsesi
 57     II,     XI|                in segno che lo demonio era sconfitto; lo quale per
 58     II,    XII|            Dopo gran tempo che Antonio era stato al predetto monte,
 59     II,    XII|               da quivi all'altro luogo eradeserto e sterile che
 60     II,    XII|            deserto e sterile che non v'era acqua da bere. E come furono
 61     II,    XII|              fune che aveva in collo s'era avviluppata ad una pietra,
 62     II,    XII|               una pietra, sicchè non s'era potuto molto dilungare,
 63     II,    XII|         toglieva la forza al nimico ed era grande soddisfazione de'
 64     II,   XIII|           guarito. Una giovane vergine era nelle contrade di Tripoli,
 65     II,   XIII|          contrade di Tripoli, la quale era inferma di gravissime e
 66     II,   XIII|               ritornava in vermini, ed era anche tutta paralitica,
 67     II,   XIII|              colei e ciò che nella via era incontrato fino al monastero
 68     II,   XIII|             sete l'uno morì, e l'altro era presso a morte; la qual
 69     II,   XIII|                cella del quale Antonio era di lungi da quel luogo,
 70     II,   XIII|            rispuose e disse che quella era l'anima di quel santo monaco
 71     II,   XIII|            aveva veduta. Questo Ammone era stato dalla sua puerizia
 72     II,   XIII|           morte in sante penitenza, ed era molto famoso di santità
 73     II,   XIII|                e in quell'ora Ammone era passato di questa vita.
 74     II,   XIII|          volendo andare a certo luogo, era bisogno che guadasse e passasse
 75     II,   XIII|        guadasse e passasse un fiume ch'era allora molto pieno d'acqua,
 76     II,   XIII|          spogliare, pregò Teodoro, che era con lui, che si partisse
 77     II,   XIII|               immaginandosi quello che era, pregollo e scongiurò umilmente
 78     II,   XIII|         umilmente che gli dicesse come era passato; e non volendogli
 79     II,   XIII|          figliuola di Publio, la quale era vergine consegrata a Dio
 80     II,   XIII|               di stomaco e di lato, ed era molto indebolita per li
 81     II,   XIII|            pregato Iddio per lei, ella era guarita. Spesse volte Antonio
 82     II,   XIII|               e quelli rispondendo che era il fetore di certi pesci
 83     II,   XIII|            giovanetto indemoniato, che era appiattato nella sentina,
 84     II,   XIII|           puzza che egli aveva sentita era puzza del diavolo. Un altro
 85     II,   XIII|         mangiava le sue immondizie, ed era sì fuori di  che non sapeva
 86     II,   XIII|             conoscimento, conobbe dove era, e ringraziando Iddio e
 87     II,    XIV|                lui da quel  che egli era fatto monaco insino a quella
 88     II,    XIV|               al cielo. E in questo ch'era così ratto, ritornando in
 89     II,    XIV|      desiderasse di sapere, orando gli era revelato, e in ogni cosa
 90     II,    XIV|               revelato, e in ogni cosa era ammaestrato da Dio; e pensando
 91     II,    XIV|                 massimamente perchè ne era dimandato da' frati, la
 92     II,    XIV|             Dio che avea, quanto in  era, brigava e voleva occultare:
 93     II,    XIV|                queste cotai cose; e sì era costante e di mente invariabile
 94     II,    XIV|              ne salisse in vanagloria. Era molto reverente a tutti
 95     II,    XIV|        umilmente che l'altrui dottrina era suo aiuto. E tanta e sì
 96     II,    XIV|               loro amistà e parlamento era molto inimica e pericolosa
 97     II,    XIV|             Antonio teneva con loro ed era di quella setta, per essere
 98     II,    XIV|                il Figliuolo di Dio non era fattura come dicevano quelli
 99     II,    XIV|               eretici, ma sempre fu ed era una cosa col Padre. E sì
100     II,    XIV|               uomo di Dio".~ ~E questo era allora lo nome d'Antonio,
101     II,    XIV|               dare ad intendere che sì era usato a vincere  stesso
102     II,     XV|            pagani, vedendo che Antonio era uomo senza lettera e parlava
103     II,     XV|               vinti, si partirono. Non era Antonio come suole addivenire
104     II,     XV|              Dio, rimanendo quello che era in deitade, prendesse la
105     II,     XV|                creatura vi pare bella, era da darne laude al fattore
106     II,     XV|         rispondendo quelli che l'opera era più salda e chiara che le
107     II,     XV|           ricevere, molto dicevano che era stato utile lo suo parlare.~ ~ ~
108     II,    XVI|           concludendo in fine, che uno era lo padre e signore e giudice
109     II,    XVI|              faceva a chi 'l visitava, era quasi appo tutto il mondo
110     II,    XVI|            suoi discepoli, subitamente era rapito e rimaneva estasito;
111     II,    XVI|            vescovo Serapione, lo quale era in Egitto. Ora séguita una
112     II,   XVII|               al suo abitacolo, perchè era molto entro fra 'l monte
113     II,   XVII|           facevano sapendo che Antonio erapietoso, che non avrebbe
114     II,   XVII|               miseri. E veramente così era; che, vedendogli Antonio
115     II,   XVII|        Nestorio prefetto d'Alessandria era duca e principe d'Egitto,
116     II,   XVII|                quello di Nestorio, che era il più mansueto, per giudicio
117     II,   XVII|              Dio gli verrebbe in capo. Era Antonio di tanta compassione
118     II,   XVII|             ingiuria; e il suo parlare era di tanta efficacia, discrezione
119     II,   XVII|        seguitavano le sue vestigia. Ed era veramente come medico dell'
120     II,   XVII|        dottrina, secondochè vedeva che era bisogno al suo stato. Mostravasi
121     II,   XVII|             desiderava vedere: a tutti era gioconda e dilettabile la
122     II,  XVIII|               mala consuetudine che si era levata in Egitto, di non
123     II,  XVIII|          Superba e sconvenevole usanza era che a niuno altro fosse
124     II,  XVIII|           tornare al suo abitacolo che era molto viaddentro al diserto
125    III,      I|            ordine della sua vita, come era assiduo in orare, dolce
126    III,      I|                sua provvidenzia tutto. Era allora in etade d'anni quindici,
127    III,     II|            cuore molti laidi pensieri. Era costretto lo cavaliere giovanetto
128    III,     II|             conoscendo bene che questa era opera e fattura del nimico,
129    III,     II|               suo corpicciuolo, e poco era più lunga che il suo corpo,
130    III,     II|                 se quella che avea non era al tutto ben guasta da non
131    III,     II|           mescolate con essa, e questo era suo cibo e suo bere; 
132    III,    III|               della contrada, la quale era dispetta dal suo marito,
133    III,    III|        dispetta dal suo marito, perchè era già stata con lui quindici
134    III,    III|          persona che insino allora non era stato per quel modo richiesto,
135    III,    III|                ma sempre lo suo stallo era in cella o per lo diserto;
136    III,    III|                Cristo. Una femmina che era stata cieca per anni dieci
137    III,    III|                città di Gaza, lo quale era guidatore di carri nelle
138    III,     IV|                  Un fortissimo giovane era nelle contrade di Gierusalem
139    III,     IV|           aveva nome Mersica, lo quale eraforte che portava addosso
140    III,     IV|             quando fosse rinchiuso; ed era di tanta rabbia, che a molti
141    III,     IV|               tutto incatenato, perchè era sì furioso che appena eziando
142    III,     IV|             fuoco per gli occhi, tanto era acceso di furore; e andando
143    III,     IV|               lo faceva volentieri, ma era costretto per lo comune;
144    III,     IV|               ad Ilarione, dicendo che era maleficio de' cristiani,
145    III,      V|            Come liberò una giovane che era ammaliata e impazzava d'
146    III,      V|               come pazza, perciocchè l'era entrato uno demonio addosso,
147    III,      V|          credendo che fosse quello che era, menaronla dinanzi Ilarione,
148    III,      V|            monasterio, il demonio, che era in lei, incominciò ad urlare
149    III,      V|                    E rispondendo che v'era entrato per mantenerla in
150    III,      V|                sua parte al vicario ch'era in Palestina per l'imperio,
151    III,      V|           lingua palestina, secondochè era dimandato, e confessò in
152    III,      V|               magiche e incantagioni v'era entrato, e poi anche Ilarione
153    III,      V|              dicendogli il modo come v'era entrato. Allora Ilarione
154    III,      V|               le quali in tanta gloria era venuto appo Dio e appo le
155    III,      V|              frati che fra quei luoghi era un romito molto avaro, pregaronlo
156    III,     VI|            perciocchè avea ispiato che era molto grande guardiano e
157    III,     VI|             chiamava Esichio, lo quale era singulare diletto d'Ilarione,
158    III,     VI|              di diverse fatte d'uomini era pieno, piangea amaramente,
159    III,     VI|           privato di cotal padre, come era Antonio, perocchè egli è
160    III,     VI|              donna, come a persona che era certa che questo non poteva
161    III,     VI|           conobbe la donna che Antonio era morto in quel giorno che
162    III,     VI|             che tutto il suo desiderio era alla solitudine, brigossi
163    III,     VI|       occultamente un asinello, perchè era troppo indebolito per li
164    III,     VI|                vescovo, lo quale quivi era cacciato e sbandito da Gostanzo
165    III,     VI| simigliantemente dal predetto Gostanzo era nel predetto luogo sbandito.
166    III,     VI|                 perchè andando a piede era molto difficile, e quasi
167    III,     VI|         impossibile, perchè il diserto era sterile e senza acqua; dipo'
168    III,     VI|             uno dei quali, cioè Isaac, era stato interprete d'Antonio;
169    III,     VI|              luoghi, nei quali Antonio era stato o fatto alcuna cosa,
170    III,     VI|            cella del quale Antonio non era maggiore  per lungo, 
171    III,     VI|             misura, alle quali Antonio era usato di riducersi quando
172    III,     VI|             sua sepoltura, diceano che era, acciocchè un gran signore
173    III,     VI|               di servire a Cristo. Ora era stato tre anni che in quel
174    III,     VI|           tempo in quelle contrade non era piovuto; per la qual cosa
175    III,     VI|               la qual cosa la contrada era in grande necessitade, e
176    III,     VI|       discepolo e successore d'Antonio era venuto a stare in quel diserto,
177    III,     VI|            andare quindi all'eremo che era in quelle parti. Dai quali
178    III,     VI|              seguente , che Ilarione era partito la sera dinanzi
179    III,     VI|        distrutto lo suo monastero, che era in Palestina. Ed entrando
180    III,     VI|                aveano inteso che quivi era giunto, facevano gran romore
181    III,     VI|               veramente che egli non v'era, diceano insieme l'uno coll'
182    III,     VI|           Giuliano imperadore apostata era morto di ferro per la potenzia
183    III,     VI|           imperadore regnava, lo quale era cristiano, e però gli piacesse
184    III,    VII|              Roma, disse come Ilarione era in Cicilia, e come fu poi
185    III,    VII|              Vangeli, il quale, quando era giovane, aveva scritto di
186    III,   VIII|              questo mezzo che Ilarione era così fuggito e stavasi in
187    III,   VIII|               il profeta dei cristiani era apparito in Cicilia, lo
188    III,   VIII|               E immaginandosi quel che era, cioè che quegli fosse Ilarione,
189    III,   VIII|          condizione di quel romito che era venuto in Cicilia, e che
190    III,   VIII|             udì per una bocca quel che era, e come massimamente in
191    III,   VIII|                umiltà, narrando come l'era ito cercando. E intendendo
192    III,   VIII|            indi a pochi giorni, perchè era troppo onorato, si voleva
193    III,   VIII|          manifestossi per questo modo. Era in quelle contrade un dragone
194    III,   VIII|         mirabile magnitudine, lo quale era chiamato boas (perciocchè
195    III,   VIII|               contrada, andò dove egli era, e comandando che si facesse
196    III,   VIII|              nelle cui contrade ancora era Ilarione, vennero a lui (
197    III,   VIII|         contrade d'intorno la sua fama era sparta per le dette mirabili
198    III,     IX|            dalle genti, perciocchè non era saputo. Ma non passarono
199    III,     IX|                Ilarione servo di Dio v'era venuto, ed era bisogno che
200    III,     IX|                di Dio v'era venuto, ed era bisogno che gli si rappresentassero;
201    III,     IX|         desiderava. Ma pur vedendo che era la volontà di Dio, puosesi
202    III,     IX|          rivedere lo suo monastero che era disfatto. Lo quale Esichio
203    III,     IX|         Bucolica, dove nullo cristiano era, ma gente barbara e feroce,
204    III,     IX|               Ilarione considerando ch'era terribile e altissimo, e
205    III,     IX|           circondato d'arbori, e che v'era un orticello e altri pomi
206    III,     IX|                di quel luogo, e perchè era molto occulto, e per lo
207    III,     IX|               orto trovò quivi uno che era tutto paralitico; e dimandando
208    III,     IX|            venuto, e udendo da lui che era stato signore d'una villa
209    III,     IX|           orticello, vestito come egli era, con una tonica ciliciaia,
210    III,     IX|             discepolo, lo quale allora era in Palestina, andossene
211    III,     IX|             come 'l corpo d'Ilarione n'era portato in Palestina, subitamente
212    III,     IX|              vivo mostrò morendo. Ella era usata di visitare il suo
213    III,     IX|                il suo sepolcro, quando era in Cipri, e quivi vegghiare,
214    III,     IX|           avvegnachè in quel luogo ove era lo suo corpo, Dio per lui
215    III,     IX|               luogo e orto, dove prima era stato: sicchè ben parea
216    III,     IX|            fosse portato il corpo, non era portata la virtù del suo
217     IV,      I|                di Dio; onde quanto più era segregato e spartito dagli
218     IV,      I|           spartito dagli uomini, tanto era più unito a Dio; per la
219     IV,      I|               Dio; per la quale unione era venuto a tanta purità di
220     IV,      I|               chiamava Sirene, la qual era quasi in sui confini tra
221     IV,      I|              temendo lo principe che v'era per gli Romani di combattere
222     IV,      I|              ubbidendo in quello  ch'era predetto, ebbe de' nimici
223     IV,      I|              di profezia avesse, tanto era umile che sempre diceva
224     IV,      I|             che la sua donna, la quale era in certe infermitadi corporali,
225     IV,      I|               fede che aveva in lui, s'era messa a grandi pericoli
226     IV,      I|               in quel luogo venuta non era; rispuose il tribuno, che
227     IV,      I|                a lui un gentiluomo che era per li Romani in quelle
228     IV,     II|           orazione, dimandò se fra noi era nullo cherico; e negando
229     IV,     II|               no, vide fra noi uno che era diacono, ma occultavasi
230     IV,     II|                questi è diacono".~ ~Ed era questi più giovane di tutti;
231     IV,     II|        sostenendo, confessò quello che era. E poi volendoci noi partire,
232     IV,    III|               ad uno de' nostri frati. Era in questo eremo presso a
233     IV,    III|               stava in una spelonca ed era veramente uomo di grande
234     IV,    III|             volea mangiare lo pane, ed era di grande e quasi continua
235     IV,    III|          propriamente fosse quello che era. Della qual cosa avvedendosi
236     IV,     IV|             intesero da lui quello che era stato, ogni cosa per ordine;
237     IV,     IV|                 dicendo che meglio gli era di morire quivi che di servire
238     IV,     IV|               quetgli dipo' tanti mali era potuto venire a tanto bene,
239     IV,     IV|                bene, che non solamente era potuto uscire dalla consuetudine
240     IV,     IV|         virtuoso, ma per divina grazia era venuto a tanta perfezione,
241     IV,      V|           diserto che tutti gli altri, era venuto a tanta purità e
242     IV,      V|               e pace di coscienzia, ed eraornato di tutte virtudi
243     IV,      V|        predetto modo; del quale poichè era pasciuto ritornava anche
244     IV,      V|               che non si dilettava,  era così sollecito all'orazione,
245     IV,      V|            volevasi riposare. E perchè era insuperbendo caduto dall'
246     IV,      V|                diverse cose, e già gli era entrato in cuore un occulto
247     IV,      V|               e trovando il pane, come era usato, non si curò di porre
248     IV,      V|            considerando che questo non era senza sua colpa, ma pur
249     IV,      V|              gran santitade che di lui era, con gran riverenzia tutti
250     IV,      V|          volendosi scoprire quello che era, fece loro un bel sermone;
251     IV,     VI|            annunziaronci come Giovanni era passato di questa vita;
252      V        |         Panuzio, uomo di Dio, lo quale era stato nominatissimo remito
253      V        |             remito in quelli luoghi ed era stato in un diserto nelle
254      V        |              angelo, sì gli disse, che era simigliante ad uno lo quale
255      V        |           rispondendo quegli come egli era stato rio e pessimo, e poco
256      V        |          essere ladrone e scherano, ed era tornato a quella vile e
257      V        |                se in quel tempo quando era ladrone avea nulla buona
258      V        |                vilificandosi, come non era uomo d'alcuna virtù, Panuzio
259      V        |              gli avea revelato ch'egli era simile in merito ai santi
260      V        |               molto profondo, lo quale era bisogno che passassero,
261      V        |            avendo per certo che quegli era passato di questa vita e
262      V        |              di mercatanzie e perocchè era devota persona, venne a
263      V        |            buoni che paiono rei, nullo era da dispregiare, quantunque
264     VI        |            quale allora che io vi fui, era lo santissimo Arsisio, lo
265     VI        |           santissimo Arsisio, lo quale era d'un tempo con Santo Antonio.~ ~ ~
266    VII        |            quale avea nome Eulogio, ed era molto savio di Scrittura,
267    VII        |            considerando egli ch'e' non eraperfetto che fosse per
268    VII        |             istare solitario,  anche era acconcio a stare a obbedienza,
269    VII        |                sua libertà e sì perchè era già antico e non sapeva,
270    VII        |              mani e i piedi, e non gli era rimaso sano altro che la
271    VII        |              che, poichè Santo Antonio era vivo, lo quale aveva lume
272    VII        |            Antonio venisse, secondochè era sua usata di venire alcun
273    VII        |                e non vedendolo, perchè era di notte, conoscendo per
274    VII        |              Antonio lo dimandò perchè era venuto; ed Eulogio rispuose:~ ~"
275    VII        |              per operazione del nimico era venuto in tanta impazienzia
276    VII        |           altro lato temendo di farlo, era venuto per consiglio a lui
277    VII        |              prete di Nitria, lo quale era stato alle predette parole
278   VIII        |           quale aveva nome Pacomio, ed era uomo di mirabile santitade,
279   VIII        |           conosceva le cose future, ed era anche inestimabilmente misericordioso
280   VIII        |                di metallo, nelle quali era scritto così:~ ~"Permetti
281   VIII        |          greche, a loro intitolate. Ed era anche scritto in quelle
282   VIII        |            esercizi corporali. Anche v'era scritto che quando mangiassero,
283   VIII        |             riprensibile, dissermi che era bisogno ch'egli notricassero
284   VIII        |             altre cose che mangiavano. Era anche quest'usanza fra loro,
285     IX        |            disiderava,  possedea; ed era uomo anche di mirabile astinenzia
286     IX        |                gridando fortemente che era isforzato, dicea:~ ~"Signori
287     IX        |            patisse: ed e' rispuose che era monaco d'Egitto e poi disse:~ ~"
288     IX        |              dissero e diffinirono che era ammirabile e perfetto uomo.
289     IX        |               famosa. E ispiando che v'era un santissimo monaco che
290     IX        |                nome Donnione, lo quale era molto dotto, esperto e virtuoso
291     IX        |             poi intendendo che in Roma era una santissima vergine,
292     IX        |      rispondendo quella che molti anni era stata che non avea parlato
293      X        |                in continue orazioni ed era in tanta astinenzia che
294      X        |                un monticello, lo quale era sopra lo monasterio, sì
295      X        |                per la detta astinenzia era diseccato e purificato che
296      X        |               giorno che molta gente l'era venuto a visitare ricorrendo
297      X        |              ch'ebbe nome Saba: questi era uomo secolare nato di Iericonto
298     XI        |               ermo con pochi monaci.~ ~Era uno antico monaco ch'avea
299     XI        |              della sua puerizia sempre era stato servo di Dio. Questi
300     XI        |               che il tesoro de' monaci era il guadagno del regno del
301     XI        |              come mandò a Daniello, ch'era nel lago de' lioni, per
302     XI        |              ringraziarono Iddio che s'era degnato di ricevere limosina
303    XII,      I|               il suo istudio e diletto era in frequentare la chiesa
304    XII,      I|                divina sapienza che gli era ispirata, sufficientemente
305    XII,      I|            somma pace, perocchè questo era lo suo massimo istudio,
306    XII,      I|            terrena avea,  più volea. Era massimamente di mirabile
307    XII,      I|         rispondendo i cherici che bene era così, disse loro:~ ~"Io
308    XII,    III|           dolore gli dissono quello ch'era addivenuto loro del loro
309    XII,    III|          mangiava lo cibo che dentro v'era sicuramente. E 'l diavolo
310    XII,    III|         osservanza ch'avea cominciata. Era bello come il fiore a vedere,
311    XII,    III|           della faccia; e 'l corpo suo era così robusto e forte come
312    XII,    III|              delizie. E veramente così era, che sempre stava in delizie
313    XII,     IV|             carnale secolare, lo quale era stato molto ricco, gli parenti
314    XII,     IV|             menarono una sua nipote ch'era rimasta di sette anni ch'
315    XII,     IV|                quanta viltà e bruttura era caduta, venne in mirabile
316    XII,     IV|                alla sua spilonca donde era uscito. Della qual visione
317    XII,     IV|              nulla della sua nipote ch'era partita e fuggita, vide
318    XII,     IV|            spiando che per certo non v'era, incominciò fortemente a
319    XII,     IV|         infernale; udendo egli dov'ell'era e che vita menava, mandovvi
320    XII,     IV|                gli disse ogni cosa com'era. Allora egli, certificato
321    XII,     IV|          rispuose e disse:~ ~"Che bene era vero com'egli diceva, che
322    XII,     IV|            riverenza e ringraziollo ch'era venuto per lei a trarla
323   XIII        |          vicini se questa sua compagna era per copula di matrimonio
324   XIII        |         discreto, dicendomi che questo era inganno e pensiero del nimico,
325   XIII        |         ingannati, dicevami che questo era un tornare e un guatare
326   XIII        |             vantaggio, ma perch'io gli era utile al monisterio, non
327   XIII        |               molti miei mali questo m'era gran sollazzo che rade volte
328   XIII        |               moglie quella femmina ch'era stata presa con meco. E
329   XIII        |              meco. E rispondendo ch'io era cristiano, e questo fare
330   XIII        |           poteva, perciocchè 'l marito era ancora vivo ed era stato
331   XIII        |              marito era ancora vivo ed era stato preso con noi e venuto
332   XIII        |          portare maggiori pesi che non era lo proprio corpo; e alquante
333   XIII        |             giunti noi al fiume, che v'era dilungi dieci miglia, enfiammo
334   XIII        |            vedendo, immaginandomi, com'era, che fosse lo signore nostro,
335   XIII        |                istavamo e chente cuore era il nostro! pure avale dicendo
336   XIII        |               uscissi fuori; ma io non era ardito di rispondere. Mandò
337   XIII        |                E perciocchè la caverna era oscura e larga, e anche
338   XIII        |               innanzi al tribuno che v'era per li Romani, narrammogli
339   XIII        |                 narrammogli ciò che ci era incontrato; e quindi partendo
340   XIII        |               che quel primo mio abate era morto, venni a queste contrade
341   XIII        |             questo Malco, infino ch'io era giovane; e però ora l'ho
342    XIV,      I|             certo monisterio, lo quale era presso ivi, fuori d'Alessandria,
343    XIV,      I|             santi monaci, come uomo ch'era sollecito di cercare e trovare
344    XIV,      I|               molto di lei, perciocchè era bella e graziosa a Dio e
345    XIV,      I|    considerando egli che la parentezza era grande e che non si convenia
346    XIV,      I|               risposto, com'egli non v'era, da' suoi famigli. E udendo
347    XIV,      I|               E udendo Eufrosina che v'era un monaco degli amici del
348    XIV,      I|           monaco e domandandolo perchè era venuto, intendendo la cagione,
349    XIV,      I|               monistero, dove il padre era istato invitato ed era così
350    XIV,      I|           padre era istato invitato ed era così amato, e fece richiedere
351    XIV,      I|               mattina medesina Panuzio era tornato alla cittade, ma
352    XIV,      I|               ogni cosa ch'egli voleva era apparecchiato, l'abate lo
353    XIV,      I|        pensieri a molti monaci, quando era con loro in coro; per la
354    XIV,      I|         rispondendo Ismeraldo che egli era apparecchiato ad ogni obbedienza,
355    XIV,     II|                monaci, fra' quali ella era, e poi come la vide e consolavasi
356    XIV,     II|               non conoscendo quello ch'era, cioè che fosse femmina
357    XIV,     II|               imperocchè la sua faccia era tutta mutata per li molti
358    XIV,     II|         intendendo che frate Ismeraldo era Eufrosina figliuola di Panuzio,
359    XIV,     II|               cella e in quel letto ch'era stata Eufrosina, stet te,
360     XV        |                ma maschio, e disse che era figliuolo e non figliuola.
361     XV        |            considerando che costui gli era molto utile nel monasterio,
362     XV        |                ubbidiente e virtudiosa era, che l'abate e tutti li
363     XV        |            alcun monaco al mare, che v'era presso a tre miglia, e quivi
364     XV        |           presso a tre miglia, e quivi era un ridotto d'un buon uomo
365     XV        |              quegli umilmente disse ch'era apparecchiato d'andarvi
366     XV        |        affliggerla e dimandarla di cui era gravida; e questa, istigata
367     XV        |               presenza se questo fatto era vero. E facendosi chiamare
368     XV        |           frate Marino e domandando se era vero ch'egli avesse isforzata
369     XV        |         secondo l'usanza, trovarono ch'era femmina, e tutti cominciarono
370     XV        |             sapendo l'abate quello che era, non vi voleva andare; ma
371     XV        |                li frati e mostrando ch'era femmina, temette molto e
372     XV        |               avea infamata e detto ch'era gravida di frate Martino,
373    XVI,      I|                e de' suoi consigli: ed era uomo di singulare astinenza
374    XVI,      I|               dimandare donde e perchè era venuto a loro e Zozima rispuose:~ ~"
375    XVI,      I|               grande cagione; perocchè era il luogo molto diserto e
376    XVI,      I|               e l'usanza del munistero era questa: la prima domenica
377    XVI,      I|             santo Padre antico. Questa era Maria Egiziaca, cioè d'Egitto,
378    XVI,      I|         correre Zozima dietro, perocch'era ignuda, incominciò a fuggire;
379    XVI,      I|           dubitare e pensare che forse era ispirito che avea presa
380    XVI,     II|              la sua vita e in che modo era pervenuta in quel diserto.~ ~
381    XVI,     II|                mio disiderio e diletto era stare in risi e in giuochi
382    XVI,     II|                 perciocchè molta gente era già salita in sul legno
383    XVI,     II|             vergogna della gente che v'era; ma era io sì sfrontata
384    XVI,     II|              della gente che v'era; ma era io sì sfrontata e lieve
385    XVI,     II|               la mia fetidissima carne era esca del diavolo a tirare
386    XVI,     II|               cogli altri, anzi quando era in sull'uscio e credevami
387    XVI,     II|        immagine di Maria, alla quale m'era votata, e inginocchiandomi
388    XVI,     II|           adorata la Croce del tempio, era in sulla terza, e poi la
389    XVI,     II|              riposaimi e dormii, perch'era molto istanca. E il giorno
390    XVI,     II|               fiume in una barca che v'era e misimi per lo diserto
391    XVI,     II|                quanti anni erano che v'era stata, rispuose che, secondo
392    XVI,     II|            ebrietadi che quasi ognindì era in sul cadere; ma io incontanente
393    XVI,    III|         pervenne in un luogo nel quale era già stato un torrente, e
394    XVI,    III|             trovò lo corpo di Maria ch'era passata di questa vita,
395    XVI,    III|           terra, non poteva, perciocch'era troppo salda e dura; e pure
396    XVI,    III|             santissimo corpo, lo quale era nudo, eccetto ch'era coperto
397    XVI,    III|             quale era nudo, eccetto ch'era coperto un pezzo dal bellico
398    XVI,    III|          ordine ciò che incontrato gli era di Santa Maria d'Egitto.
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License