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Alfabetica [« »] entrovvi 2 epidauro 3 equalità 1 era 398 eraclea 1 erano 101 eravi 1 | Frequenza [« »] 409 quale 402 con 402 le 398 era 367 d' 365 ma 363 se | Domenico Cavalca Vite dei Santi Padri Concordanze era |
Parte, Capitolo
1 I, I| una sua suora, il quale n'era già ita a marito; ed era 2 I, I| era già ita a marito; ed era ammaestrato sofficientemente 3 I, I| letteratura greca e egiziaca, ed era mansueto e molto amico di 4 I, I| amore di Dio, al quale prima era fuggito per paura mondana, 5 I, I| bellissimo monte, lo quale era quasi tutto sasso; la qual 6 I, I| quel luogo, e quivi presso era una fonte d'acqua viva e 7 I, I| riputando, secondochè vero era, che Iddio a lui e per lui 8 I, II| per visione che un altro era nell'eremo più addentro 9 I, II| nell'eremo più addentro che era migliore di lui, ed ammonillo 10 I, II| pensando di questa cosa che gli era apparita. E andando così 11 I, II| veder potesse perchè non era ancora giorno, ma, come 12 I, II| sentendo Paolo, lo quale era dentro, serrò incontanente 13 I, II| incontanente un uscio che v'era maravigliandosi di quello 14 I, III| dovea fare Antonio, perché era ospite e pellegrino appo 15 I, III| dovea fare pur egli perch'era più antico e più santo, 16 I, IV| avea, conobbe per certo ch'era passato. Avendo Paolo, in 17 I, IV| mandato a Dio, lo corpo era così rimaso inflessibile. 18 I, IV| monistero narrò ciò che gli era incontrato a' suoi discepoli, 19 I, IV| considerate che a questo povero era aperto il cielo e a voi 20 II, I| tanto studio che appena era lasciato uscire fuori di 21 II, I| Giacob patriarca quando era fanciullo. E stando in casa 22 II, I| di metterlo in opera. Non era grave ai suoi parenti chiedendo, 23 II, I| contento di quello che dato gli era, più non chiedea. E passati 24 II, I| piccola sorella che gli era rimasa. E passati già quasi 25 II, I| a tutti non però di meno era caro e grazioso, e nullo 26 II, II| lasciate, e della sorella ch'era rimasa, e della nobiltà 27 II, II| della penitenza. Anche come era giovane e però potea assai 28 II, II| imaginazioni e fantasie. Ed era sì forte questa battaglia, 29 II, II| dilicanza di corpo, dicendo che era bisogno di soggiogare il 30 II, III| uomo, e maravigliandosi che era stato ardito dopo tanti 31 II, III| quale venendo le demonia era stato tutto conquassato, 32 II, III| E intendendo che Cristo era in quella luce, traendo 33 II, III| dissegli:~ ~"Antonio, qui i'era teco presente, ma io aspettava 34 II, IV| nel quale mai nullo monaco era stato. E volendo impedire 35 II, IV| lo desco, che parea e non era, ma pur in verità una grande 36 II, IV| poichè fu saputo ch'egli era nel predetto luogo, molti, 37 II, IV| conoscendo, secondochè era la verità, che quello cotale 38 II, IV| avute con le demonia non era mutato, né insalvatichito, 39 II, IV| infermitadi. Lo suo parlare era molto discreto e temperato 40 II, V| niente meno diceva che molto era ottima cosa che i frati 41 II, VI| loro, e dicendo come egli era Figliuolo di Dio, impose 42 II, IX| empiendo tutta la casa dove io era, davano vista di volermi 43 II, IX| grande gigante, dicendo che era la virtù e provvidenza divina, 44 II, IX| io incontanente chi egli era e ricorrendo alle consuete 45 II, IX| rispondendo io che giustamente era maladetto e odiato dalli 46 II, IX| volontà, e nulla detrazione era tra loro, ma tutti con santo 47 II, IX| tanta gentilezza, quanta era quella dell'anima sua, fosse 48 II, X| ciliccio aspro, e di sopra era vestito di pelle, e mai 49 II, X| per la sua figliuola che era indemoniata. Allora Antonio 50 II, X| sani e d'infermi che gli era grande tedio.~ ~ ~ 51 II, XI| reputassero migliore che non era, fuggì per andarsene nella 52 II, XI| nulla paura, come uomo che n'era usato, rispose:~ ~"Perchè 53 II, XI| altissimo, appiè del quale era una bellissima fonte e una 54 II, XI| quivi solitario. Veramente era quel luogo del quale la 55 II, XI| delle predette cose, tanta era la resistenza d'Antonio 56 II, XI| e intendendo che questa era opera del diavolo, rivolsesi 57 II, XI| in segno che lo demonio era sconfitto; lo quale per 58 II, XII| Dopo gran tempo che Antonio era stato al predetto monte, 59 II, XII| da quivi all'altro luogo era sì deserto e sterile che 60 II, XII| deserto e sterile che non v'era acqua da bere. E come furono 61 II, XII| fune che aveva in collo s'era avviluppata ad una pietra, 62 II, XII| una pietra, sicchè non s'era potuto molto dilungare, 63 II, XII| toglieva la forza al nimico ed era grande soddisfazione de' 64 II, XIII| guarito. Una giovane vergine era nelle contrade di Tripoli, 65 II, XIII| contrade di Tripoli, la quale era inferma di gravissime e 66 II, XIII| ritornava in vermini, ed era anche tutta paralitica, 67 II, XIII| colei e ciò che nella via era incontrato fino al monastero 68 II, XIII| sete l'uno morì, e l'altro era presso a morte; la qual 69 II, XIII| cella del quale Antonio era di lungi da quel luogo, 70 II, XIII| rispuose e disse che quella era l'anima di quel santo monaco 71 II, XIII| aveva veduta. Questo Ammone era stato dalla sua puerizia 72 II, XIII| morte in sante penitenza, ed era molto famoso di santità 73 II, XIII| dì e in quell'ora Ammone era passato di questa vita. 74 II, XIII| volendo andare a certo luogo, era bisogno che guadasse e passasse 75 II, XIII| guadasse e passasse un fiume ch'era allora molto pieno d'acqua, 76 II, XIII| spogliare, pregò Teodoro, che era con lui, che si partisse 77 II, XIII| immaginandosi quello che era, pregollo e scongiurò umilmente 78 II, XIII| umilmente che gli dicesse come era passato; e non volendogli 79 II, XIII| figliuola di Publio, la quale era vergine consegrata a Dio 80 II, XIII| di stomaco e di lato, ed era molto indebolita per li 81 II, XIII| pregato Iddio per lei, ella era guarita. Spesse volte Antonio 82 II, XIII| e quelli rispondendo che era il fetore di certi pesci 83 II, XIII| giovanetto indemoniato, che era appiattato nella sentina, 84 II, XIII| puzza che egli aveva sentita era puzza del diavolo. Un altro 85 II, XIII| mangiava le sue immondizie, ed era sì fuori di sè che non sapeva 86 II, XIII| conoscimento, conobbe dove era, e ringraziando Iddio e 87 II, XIV| lui da quel dì che egli era fatto monaco insino a quella 88 II, XIV| al cielo. E in questo ch'era così ratto, ritornando in 89 II, XIV| desiderasse di sapere, orando gli era revelato, e in ogni cosa 90 II, XIV| revelato, e in ogni cosa era ammaestrato da Dio; e pensando 91 II, XIV| massimamente perchè ne era dimandato da' frati, la 92 II, XIV| Dio che avea, quanto in sè era, brigava e voleva occultare: 93 II, XIV| queste cotai cose; e sì era costante e di mente invariabile 94 II, XIV| ne salisse in vanagloria. Era molto reverente a tutti 95 II, XIV| umilmente che l'altrui dottrina era suo aiuto. E tanta e sì 96 II, XIV| loro amistà e parlamento era molto inimica e pericolosa 97 II, XIV| Antonio teneva con loro ed era di quella setta, per essere 98 II, XIV| il Figliuolo di Dio non era fattura come dicevano quelli 99 II, XIV| eretici, ma sempre fu ed era una cosa col Padre. E sì 100 II, XIV| uomo di Dio".~ ~E questo era allora lo nome d'Antonio, 101 II, XIV| dare ad intendere che sì era usato a vincere sè stesso 102 II, XV| pagani, vedendo che Antonio era uomo senza lettera e parlava 103 II, XV| vinti, si partirono. Non era Antonio come suole addivenire 104 II, XV| Dio, rimanendo quello che era in deitade, prendesse la 105 II, XV| creatura vi pare bella, era da darne laude al fattore 106 II, XV| rispondendo quelli che l'opera era più salda e chiara che le 107 II, XV| ricevere, molto dicevano che era stato utile lo suo parlare.~ ~ ~ 108 II, XVI| concludendo in fine, che uno era lo padre e signore e giudice 109 II, XVI| faceva a chi 'l visitava, era quasi appo tutto il mondo 110 II, XVI| suoi discepoli, subitamente era rapito e rimaneva estasito; 111 II, XVI| vescovo Serapione, lo quale era in Egitto. Ora séguita una 112 II, XVII| al suo abitacolo, perchè era molto entro fra 'l monte 113 II, XVII| facevano sapendo che Antonio era sì pietoso, che non avrebbe 114 II, XVII| miseri. E veramente così era; che, vedendogli Antonio 115 II, XVII| Nestorio prefetto d'Alessandria era duca e principe d'Egitto, 116 II, XVII| quello di Nestorio, che era il più mansueto, per giudicio 117 II, XVII| Dio gli verrebbe in capo. Era Antonio di tanta compassione 118 II, XVII| ingiuria; e il suo parlare era di tanta efficacia, discrezione 119 II, XVII| seguitavano le sue vestigia. Ed era veramente come medico dell' 120 II, XVII| dottrina, secondochè vedeva che era bisogno al suo stato. Mostravasi 121 II, XVII| desiderava vedere: a tutti era gioconda e dilettabile la 122 II, XVIII| mala consuetudine che si era levata in Egitto, di non 123 II, XVIII| Superba e sconvenevole usanza era che a niuno altro fosse 124 II, XVIII| tornare al suo abitacolo che era molto viaddentro al diserto 125 III, I| ordine della sua vita, come era assiduo in orare, dolce 126 III, I| sua provvidenzia tutto. Era allora in etade d'anni quindici, 127 III, II| cuore molti laidi pensieri. Era costretto lo cavaliere giovanetto 128 III, II| conoscendo bene che questa era opera e fattura del nimico, 129 III, II| suo corpicciuolo, e poco era più lunga che il suo corpo, 130 III, II| se quella che avea non era al tutto ben guasta da non 131 III, II| mescolate con essa, e questo era suo cibo e suo bere; nè 132 III, III| della contrada, la quale era dispetta dal suo marito, 133 III, III| dispetta dal suo marito, perchè era già stata con lui quindici 134 III, III| persona che insino allora non era stato per quel modo richiesto, 135 III, III| ma sempre lo suo stallo era in cella o per lo diserto; 136 III, III| Cristo. Una femmina che era stata cieca per anni dieci 137 III, III| città di Gaza, lo quale era guidatore di carri nelle 138 III, IV| Un fortissimo giovane era nelle contrade di Gierusalem 139 III, IV| aveva nome Mersica, lo quale era sì forte che portava addosso 140 III, IV| quando fosse rinchiuso; ed era di tanta rabbia, che a molti 141 III, IV| tutto incatenato, perchè era sì furioso che appena eziando 142 III, IV| fuoco per gli occhi, tanto era acceso di furore; e andando 143 III, IV| lo faceva volentieri, ma era costretto per lo comune; 144 III, IV| ad Ilarione, dicendo che era maleficio de' cristiani, 145 III, V| Come liberò una giovane che era ammaliata e impazzava d' 146 III, V| come pazza, perciocchè l'era entrato uno demonio addosso, 147 III, V| credendo che fosse quello che era, menaronla dinanzi Ilarione, 148 III, V| monasterio, il demonio, che era in lei, incominciò ad urlare 149 III, V| E rispondendo che v'era entrato per mantenerla in 150 III, V| sua parte al vicario ch'era in Palestina per l'imperio, 151 III, V| lingua palestina, secondochè era dimandato, e confessò in 152 III, V| magiche e incantagioni v'era entrato, e poi anche Ilarione 153 III, V| dicendogli il modo come v'era entrato. Allora Ilarione 154 III, V| le quali in tanta gloria era venuto appo Dio e appo le 155 III, V| frati che fra quei luoghi era un romito molto avaro, pregaronlo 156 III, VI| perciocchè avea ispiato che era molto grande guardiano e 157 III, VI| chiamava Esichio, lo quale era singulare diletto d'Ilarione, 158 III, VI| di diverse fatte d'uomini era pieno, piangea amaramente, 159 III, VI| privato di cotal padre, come era Antonio, perocchè egli è 160 III, VI| donna, come a persona che era certa che questo non poteva 161 III, VI| conobbe la donna che Antonio era morto in quel giorno che 162 III, VI| che tutto il suo desiderio era alla solitudine, brigossi 163 III, VI| occultamente un asinello, perchè era troppo indebolito per li 164 III, VI| vescovo, lo quale quivi era cacciato e sbandito da Gostanzo 165 III, VI| simigliantemente dal predetto Gostanzo era nel predetto luogo sbandito. 166 III, VI| perchè andando a piede era molto difficile, e quasi 167 III, VI| impossibile, perchè il diserto era sterile e senza acqua; dipo' 168 III, VI| uno dei quali, cioè Isaac, era stato interprete d'Antonio; 169 III, VI| luoghi, nei quali Antonio era stato o fatto alcuna cosa, 170 III, VI| cella del quale Antonio non era maggiore nè per lungo, nè 171 III, VI| misura, alle quali Antonio era usato di riducersi quando 172 III, VI| sua sepoltura, diceano che era, acciocchè un gran signore 173 III, VI| di servire a Cristo. Ora era stato tre anni che in quel 174 III, VI| tempo in quelle contrade non era piovuto; per la qual cosa 175 III, VI| la qual cosa la contrada era in grande necessitade, e 176 III, VI| discepolo e successore d'Antonio era venuto a stare in quel diserto, 177 III, VI| andare quindi all'eremo che era in quelle parti. Dai quali 178 III, VI| seguente dì, che Ilarione era partito la sera dinanzi 179 III, VI| distrutto lo suo monastero, che era in Palestina. Ed entrando 180 III, VI| aveano inteso che quivi era giunto, facevano gran romore 181 III, VI| veramente che egli non v'era, diceano insieme l'uno coll' 182 III, VI| Giuliano imperadore apostata era morto di ferro per la potenzia 183 III, VI| imperadore regnava, lo quale era cristiano, e però gli piacesse 184 III, VII| Roma, disse come Ilarione era in Cicilia, e come fu poi 185 III, VII| Vangeli, il quale, quando era giovane, aveva scritto di 186 III, VIII| questo mezzo che Ilarione era così fuggito e stavasi in 187 III, VIII| il profeta dei cristiani era apparito in Cicilia, lo 188 III, VIII| E immaginandosi quel che era, cioè che quegli fosse Ilarione, 189 III, VIII| condizione di quel romito che era venuto in Cicilia, e che 190 III, VIII| udì per una bocca quel che era, e come massimamente in 191 III, VIII| umiltà, narrando come l'era ito cercando. E intendendo 192 III, VIII| indi a pochi giorni, perchè era troppo onorato, si voleva 193 III, VIII| manifestossi per questo modo. Era in quelle contrade un dragone 194 III, VIII| mirabile magnitudine, lo quale era chiamato boas (perciocchè 195 III, VIII| contrada, andò dove egli era, e comandando che si facesse 196 III, VIII| nelle cui contrade ancora era Ilarione, vennero a lui ( 197 III, VIII| contrade d'intorno la sua fama era sparta per le dette mirabili 198 III, IX| dalle genti, perciocchè non era saputo. Ma non passarono 199 III, IX| Ilarione servo di Dio v'era venuto, ed era bisogno che 200 III, IX| di Dio v'era venuto, ed era bisogno che gli si rappresentassero; 201 III, IX| desiderava. Ma pur vedendo che era la volontà di Dio, puosesi 202 III, IX| rivedere lo suo monastero che era disfatto. Lo quale Esichio 203 III, IX| Bucolica, dove nullo cristiano era, ma gente barbara e feroce, 204 III, IX| Ilarione considerando ch'era terribile e altissimo, e 205 III, IX| circondato d'arbori, e che v'era un orticello e altri pomi 206 III, IX| di quel luogo, e perchè era molto occulto, e per lo 207 III, IX| orto trovò quivi uno che era tutto paralitico; e dimandando 208 III, IX| venuto, e udendo da lui che era stato signore d'una villa 209 III, IX| orticello, vestito come egli era, con una tonica ciliciaia, 210 III, IX| discepolo, lo quale allora era in Palestina, andossene 211 III, IX| come 'l corpo d'Ilarione n'era portato in Palestina, subitamente 212 III, IX| vivo mostrò morendo. Ella era usata di visitare il suo 213 III, IX| il suo sepolcro, quando era in Cipri, e quivi vegghiare, 214 III, IX| avvegnachè in quel luogo ove era lo suo corpo, Dio per lui 215 III, IX| luogo e orto, dove prima era stato: sicchè ben parea 216 III, IX| fosse portato il corpo, non era portata la virtù del suo 217 IV, I| di Dio; onde quanto più era segregato e spartito dagli 218 IV, I| spartito dagli uomini, tanto era più unito a Dio; per la 219 IV, I| Dio; per la quale unione era venuto a tanta purità di 220 IV, I| chiamava Sirene, la qual era quasi in sui confini tra 221 IV, I| temendo lo principe che v'era per gli Romani di combattere 222 IV, I| ubbidendo in quello dì ch'era predetto, ebbe de' nimici 223 IV, I| di profezia avesse, tanto era umile che sempre diceva 224 IV, I| che la sua donna, la quale era in certe infermitadi corporali, 225 IV, I| fede che aveva in lui, s'era messa a grandi pericoli 226 IV, I| in quel luogo venuta non era; rispuose il tribuno, che 227 IV, I| a lui un gentiluomo che era per li Romani in quelle 228 IV, II| orazione, dimandò se fra noi era nullo cherico; e negando 229 IV, II| no, vide fra noi uno che era diacono, ma occultavasi 230 IV, II| questi è diacono".~ ~Ed era questi più giovane di tutti; 231 IV, II| sostenendo, confessò quello che era. E poi volendoci noi partire, 232 IV, III| ad uno de' nostri frati. Era in questo eremo presso a 233 IV, III| stava in una spelonca ed era veramente uomo di grande 234 IV, III| volea mangiare lo pane, ed era di grande e quasi continua 235 IV, III| propriamente fosse quello che era. Della qual cosa avvedendosi 236 IV, IV| intesero da lui quello che era stato, ogni cosa per ordine; 237 IV, IV| dicendo che meglio gli era di morire quivi che di servire 238 IV, IV| quetgli dipo' tanti mali era potuto venire a tanto bene, 239 IV, IV| bene, che non solamente era potuto uscire dalla consuetudine 240 IV, IV| virtuoso, ma per divina grazia era venuto a tanta perfezione, 241 IV, V| diserto che tutti gli altri, era venuto a tanta purità e 242 IV, V| e pace di coscienzia, ed era sì ornato di tutte virtudi 243 IV, V| predetto modo; del quale poichè era pasciuto ritornava anche 244 IV, V| che non si dilettava, nè era così sollecito all'orazione, 245 IV, V| volevasi riposare. E perchè era insuperbendo caduto dall' 246 IV, V| diverse cose, e già gli era entrato in cuore un occulto 247 IV, V| e trovando il pane, come era usato, non si curò di porre 248 IV, V| considerando che questo non era senza sua colpa, ma pur 249 IV, V| gran santitade che di lui era, con gran riverenzia tutti 250 IV, V| volendosi scoprire quello che era, fece loro un bel sermone; 251 IV, VI| annunziaronci come Giovanni era passato di questa vita; 252 V | Panuzio, uomo di Dio, lo quale era stato nominatissimo remito 253 V | remito in quelli luoghi ed era stato in un diserto nelle 254 V | angelo, sì gli disse, che era simigliante ad uno lo quale 255 V | rispondendo quegli come egli era stato rio e pessimo, e poco 256 V | essere ladrone e scherano, ed era tornato a quella vile e 257 V | se in quel tempo quando era ladrone avea nulla buona 258 V | vilificandosi, come non era uomo d'alcuna virtù, Panuzio 259 V | gli avea revelato ch'egli era simile in merito ai santi 260 V | molto profondo, lo quale era bisogno che passassero, 261 V | avendo per certo che quegli era passato di questa vita e 262 V | di mercatanzie e perocchè era devota persona, venne a 263 V | buoni che paiono rei, nullo era da dispregiare, quantunque 264 VI | quale allora che io vi fui, era lo santissimo Arsisio, lo 265 VI | santissimo Arsisio, lo quale era d'un tempo con Santo Antonio.~ ~ ~ 266 VII | quale avea nome Eulogio, ed era molto savio di Scrittura, 267 VII | considerando egli ch'e' non era sì perfetto che fosse per 268 VII | istare solitario, nè anche era acconcio a stare a obbedienza, 269 VII | sua libertà e sì perchè era già antico e non sapeva, 270 VII | mani e i piedi, e non gli era rimaso sano altro che la 271 VII | che, poichè Santo Antonio era vivo, lo quale aveva lume 272 VII | Antonio venisse, secondochè era sua usata di venire alcun 273 VII | e non vedendolo, perchè era di notte, conoscendo per 274 VII | Antonio lo dimandò perchè era venuto; ed Eulogio rispuose:~ ~" 275 VII | per operazione del nimico era venuto in tanta impazienzia 276 VII | altro lato temendo di farlo, era venuto per consiglio a lui 277 VII | prete di Nitria, lo quale era stato alle predette parole 278 VIII | quale aveva nome Pacomio, ed era uomo di mirabile santitade, 279 VIII | conosceva le cose future, ed era anche inestimabilmente misericordioso 280 VIII | di metallo, nelle quali era scritto così:~ ~"Permetti 281 VIII | greche, a loro intitolate. Ed era anche scritto in quelle 282 VIII | esercizi corporali. Anche v'era scritto che quando mangiassero, 283 VIII | riprensibile, dissermi che era bisogno ch'egli notricassero 284 VIII | altre cose che mangiavano. Era anche quest'usanza fra loro, 285 IX | disiderava, nè possedea; ed era uomo anche di mirabile astinenzia 286 IX | gridando fortemente che era isforzato, dicea:~ ~"Signori 287 IX | patisse: ed e' rispuose che era monaco d'Egitto e poi disse:~ ~" 288 IX | dissero e diffinirono che era ammirabile e perfetto uomo. 289 IX | famosa. E ispiando che v'era un santissimo monaco che 290 IX | nome Donnione, lo quale era molto dotto, esperto e virtuoso 291 IX | poi intendendo che in Roma era una santissima vergine, 292 IX | rispondendo quella che molti anni era stata che non avea parlato 293 X | in continue orazioni ed era in tanta astinenzia che 294 X | un monticello, lo quale era sopra lo monasterio, sì 295 X | per la detta astinenzia era diseccato e purificato che 296 X | giorno che molta gente l'era venuto a visitare ricorrendo 297 X | ch'ebbe nome Saba: questi era uomo secolare nato di Iericonto 298 XI | ermo con pochi monaci.~ ~Era uno antico monaco ch'avea 299 XI | della sua puerizia sempre era stato servo di Dio. Questi 300 XI | che il tesoro de' monaci era il guadagno del regno del 301 XI | come mandò a Daniello, ch'era nel lago de' lioni, per 302 XI | ringraziarono Iddio che s'era degnato di ricevere limosina 303 XII, I| il suo istudio e diletto era in frequentare la chiesa 304 XII, I| divina sapienza che gli era ispirata, sufficientemente 305 XII, I| somma pace, perocchè questo era lo suo massimo istudio, 306 XII, I| terrena avea, nè più volea. Era massimamente di mirabile 307 XII, I| rispondendo i cherici che bene era così, disse loro:~ ~"Io 308 XII, III| dolore gli dissono quello ch'era addivenuto loro del loro 309 XII, III| mangiava lo cibo che dentro v'era sicuramente. E 'l diavolo 310 XII, III| osservanza ch'avea cominciata. Era bello come il fiore a vedere, 311 XII, III| della faccia; e 'l corpo suo era così robusto e forte come 312 XII, III| delizie. E veramente così era, che sempre stava in delizie 313 XII, IV| carnale secolare, lo quale era stato molto ricco, gli parenti 314 XII, IV| menarono una sua nipote ch'era rimasta di sette anni ch' 315 XII, IV| quanta viltà e bruttura era caduta, venne in mirabile 316 XII, IV| alla sua spilonca donde era uscito. Della qual visione 317 XII, IV| nulla della sua nipote ch'era partita e fuggita, vide 318 XII, IV| spiando che per certo non v'era, incominciò fortemente a 319 XII, IV| infernale; udendo egli dov'ell'era e che vita menava, mandovvi 320 XII, IV| gli disse ogni cosa com'era. Allora egli, certificato 321 XII, IV| rispuose e disse:~ ~"Che bene era vero com'egli diceva, che 322 XII, IV| riverenza e ringraziollo ch'era venuto per lei a trarla 323 XIII | vicini se questa sua compagna era per copula di matrimonio 324 XIII | discreto, dicendomi che questo era inganno e pensiero del nimico, 325 XIII | ingannati, dicevami che questo era un tornare e un guatare 326 XIII | vantaggio, ma perch'io gli era utile al monisterio, non 327 XIII | molti miei mali questo m'era gran sollazzo che rade volte 328 XIII | moglie quella femmina ch'era stata presa con meco. E 329 XIII | meco. E rispondendo ch'io era cristiano, e questo fare 330 XIII | poteva, perciocchè 'l marito era ancora vivo ed era stato 331 XIII | marito era ancora vivo ed era stato preso con noi e venuto 332 XIII | portare maggiori pesi che non era lo proprio corpo; e alquante 333 XIII | giunti noi al fiume, che v'era dilungi dieci miglia, enfiammo 334 XIII | vedendo, immaginandomi, com'era, che fosse lo signore nostro, 335 XIII | istavamo e chente cuore era il nostro! pure avale dicendo 336 XIII | uscissi fuori; ma io non era ardito di rispondere. Mandò 337 XIII | E perciocchè la caverna era oscura e larga, e anche 338 XIII | innanzi al tribuno che v'era per li Romani, narrammogli 339 XIII | narrammogli ciò che ci era incontrato; e quindi partendo 340 XIII | che quel primo mio abate era morto, venni a queste contrade 341 XIII | questo Malco, infino ch'io era giovane; e però ora l'ho 342 XIV, I| certo monisterio, lo quale era presso ivi, fuori d'Alessandria, 343 XIV, I| santi monaci, come uomo ch'era sollecito di cercare e trovare 344 XIV, I| molto di lei, perciocchè era bella e graziosa a Dio e 345 XIV, I| considerando egli che la parentezza era grande e che non si convenia 346 XIV, I| risposto, com'egli non v'era, da' suoi famigli. E udendo 347 XIV, I| E udendo Eufrosina che v'era un monaco degli amici del 348 XIV, I| monaco e domandandolo perchè era venuto, intendendo la cagione, 349 XIV, I| monistero, dove il padre era istato invitato ed era così 350 XIV, I| padre era istato invitato ed era così amato, e fece richiedere 351 XIV, I| mattina medesina Panuzio era tornato alla cittade, ma 352 XIV, I| ogni cosa ch'egli voleva era apparecchiato, l'abate lo 353 XIV, I| pensieri a molti monaci, quando era con loro in coro; per la 354 XIV, I| rispondendo Ismeraldo che egli era apparecchiato ad ogni obbedienza, 355 XIV, II| monaci, fra' quali ella era, e poi come la vide e consolavasi 356 XIV, II| non conoscendo quello ch'era, cioè che fosse femmina 357 XIV, II| imperocchè la sua faccia era tutta mutata per li molti 358 XIV, II| intendendo che frate Ismeraldo era Eufrosina figliuola di Panuzio, 359 XIV, II| cella e in quel letto ch'era stata Eufrosina, stet te, 360 XV | ma maschio, e disse che era figliuolo e non figliuola. 361 XV | considerando che costui gli era molto utile nel monasterio, 362 XV | ubbidiente e virtudiosa era, che l'abate e tutti li 363 XV | alcun monaco al mare, che v'era presso a tre miglia, e quivi 364 XV | presso a tre miglia, e quivi era un ridotto d'un buon uomo 365 XV | quegli umilmente disse ch'era apparecchiato d'andarvi 366 XV | affliggerla e dimandarla di cui era gravida; e questa, istigata 367 XV | presenza se questo fatto era vero. E facendosi chiamare 368 XV | frate Marino e domandando se era vero ch'egli avesse isforzata 369 XV | secondo l'usanza, trovarono ch'era femmina, e tutti cominciarono 370 XV | sapendo l'abate quello che era, non vi voleva andare; ma 371 XV | li frati e mostrando ch'era femmina, temette molto e 372 XV | avea infamata e detto ch'era gravida di frate Martino, 373 XVI, I| e de' suoi consigli: ed era uomo di singulare astinenza 374 XVI, I| dimandare donde e perchè era venuto a loro e Zozima rispuose:~ ~" 375 XVI, I| grande cagione; perocchè era il luogo molto diserto e 376 XVI, I| e l'usanza del munistero era questa: la prima domenica 377 XVI, I| santo Padre antico. Questa era Maria Egiziaca, cioè d'Egitto, 378 XVI, I| correre Zozima dietro, perocch'era ignuda, incominciò a fuggire; 379 XVI, I| dubitare e pensare che forse era ispirito che avea presa 380 XVI, II| la sua vita e in che modo era pervenuta in quel diserto.~ ~ 381 XVI, II| mio disiderio e diletto era stare in risi e in giuochi 382 XVI, II| perciocchè molta gente era già salita in sul legno 383 XVI, II| vergogna della gente che v'era; ma era io sì sfrontata 384 XVI, II| della gente che v'era; ma era io sì sfrontata e lieve 385 XVI, II| la mia fetidissima carne era esca del diavolo a tirare 386 XVI, II| cogli altri, anzi quando era in sull'uscio e credevami 387 XVI, II| immagine di Maria, alla quale m'era votata, e inginocchiandomi 388 XVI, II| adorata la Croce del tempio, era in sulla terza, e poi la 389 XVI, II| riposaimi e dormii, perch'era molto istanca. E il giorno 390 XVI, II| fiume in una barca che v'era e misimi per lo diserto 391 XVI, II| quanti anni erano che v'era stata, rispuose che, secondo 392 XVI, II| ebrietadi che quasi ognindì era in sul cadere; ma io incontanente 393 XVI, III| pervenne in un luogo nel quale era già stato un torrente, e 394 XVI, III| trovò lo corpo di Maria ch'era passata di questa vita, 395 XVI, III| terra, non poteva, perciocch'era troppo salda e dura; e pure 396 XVI, III| santissimo corpo, lo quale era nudo, eccetto ch'era coperto 397 XVI, III| quale era nudo, eccetto ch'era coperto un pezzo dal bellico 398 XVI, III| ordine ciò che incontrato gli era di Santa Maria d'Egitto.