Domenico Cavalca
Vite dei Santi Padri

Vita de' monaci di Nitria

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Vita de' monaci di Nitria

 

E poichè io fu' stato ben tre anni visitando quelli monasteri che sono intorno ad Alessandria, nelli quali trovai ben duemila monaci perfettissimi, partimmi quindi e venni al Monte di Nitria, nel quale trovai ben cinquemila monaci, i quali ciascuno, secondochè gli piace, o vive solo, o accompagnato; da' quali con gran caritade essend'io ricevuto e ammaestrato, massimamente dall'abate Arsisio loro maggiore e da alquanti altri loro principali, li quali molte belle cose mi dissero di loro predecessori santi Padri di quel monte; e poichè io vi fu' istato bene un anno, acceso di desiderio di vedere gli altri divoti santi Padri e luoghi, partimmene e andai più entro alla solitudine infra 'l diserto, e nel predetto monte di Nitria vidi una grande chiesa, nella quale sono tre alberi di palma, in ciascuno de' quali ci è una scuriada durissima che si chiama flagra, con l'una delle quali si battono i monaci quando peccano, e con l'altra gli ladroni quando vi fossero trovati a furare, e colla terza quelli che sono convinti d'alcuno sì grave peccato che sieno degni d'essere cacciati. Ed anche allato alla predetta chiesa è una casa nella quale si ricevono li frati peregrini e altri ospiti e poveri; della quale nullo peregrino è cacciato insino che egli per sua volontà non si vuol partire, ma evvi notricato con gran caritade. E la prima settimana che il peregrino frate vi giugne, dannogli requie e ozio, cioè che non è tenuto di lavorare; ma da indizi innanzi, acciocchè non sia ozioso, è bisogno che faccia alcun'opera, secondochè il veggiono acconcio a sapere o poter fare; e se il frate peregrino fosse letterato e persona che non s'intendesse d'altra opera, dannogli alcun libro a leggere o a scrivere, o fannogli tenere silenzio insino a sesta, e tutti quasi tessono panno lino, e di quest'arte si notricano. Non vivono molto aspramente, ma usano medici e medicine, e beono del vino e tengono una vita quasi assai discreta e comune; e in sull'ora del vespro si ragunano per diversi luoghi e cantano l'officioaltamente e bene che veramente chi vi venisse d'altronde e udisse tante e sì varie e belle voci, gli parrebbe entrare in paradiso. E quest'officio cantano ciascuno ne' suoi luoghi, sicchè tutto quel monte pare a quel punto un convento; ma lo sabato e la domenica si ragunano all'officio alla chiesa; e in quella chiesa ha otto preti, l'uno de' quali è il principale e padre di tutti, e nullo degli altri, mentrechè vive lo principale, s'impaccia di trattare o ministrare le sagramenta ecclesiastiche, ma sono a compagnia del maggiore, lo quale allora che io vi fui, era lo santissimo Arsisio, lo quale era d'un tempo con Santo Antonio.

 

 


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