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Vita di Santa Maria Egiziaca Capitolo III | «» |
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Capitolo III
Come l'abate Zozima si partì e poi tornò a comunicarla e poi a seppellirla.
E poichè fu partita Maria, l'abate Zozima per divozione baciava la terra, dove avea posati i piedi suoi; e poi lodando e benedicendo Iddio, tornò al suo monistero, e giunsevi appunto quel giorno che gli altri secondo l'usanza, cioè il sabato d'ulivo; e non disse di questo fatto alcuna cosa ad alcuna persona. E 'l seguente anno la domenica prima della quaresima uscendo gli frati al diserto secondo l'usanza, a Zozima entrò una febbricella e rimase nel munistero. E ricordandosi della predetta parola di Maria, che gli disse, che non si potrebbe partire; e in pochi giorni essendo confortato, sopravvenendo il giovedì santo, prese lo Sagramento del Santissimo Corpo e Sangue del nostro Signor Gesù Cristo e alquanti datteri, e fichi secchi e lenticchie infusurate, e andossene al fiume Giordano ed aspettava che Maria venisse; e indugiando ella a venire, Zozima guardava verso il diserto con gran desiderio per vedere se venisse, e diceva:
"Forsechè i peccati miei non hanno permesso ch'ella ci venga, e forsechè ci venne, e non trovandomi, tornò addietro".
E pensando e dicendo in fra sè stesso queste cose, con gran dolore e pianto levò le mani e gli occhi al cielo e orò e disse: Signor mio Gesù Cristo, re e fattore d'ogni creatura, non mi fraudare del mio desiderio, ma concedimi ch'io vegga ancora questa tua ancilla, la quale io aspetto. E poi incominciò a pensare infra sè e disse:
"Or che farò io s'ella viene che non ci è navicella da poter passare? Oimè come sono fraudato del mio desiderio!".
E dicendo così ecco Maria fu giunta dall'altra parte del fiume; la quale Zozima vedendo, rallegrossi molto e lodò Iddio. E pensando egli com'ella potesse passare a lui, vide che Maria, facendo il segno della croce sopra all'acqua di quel fiume, venne e passò a lui andando sopra essa come sopra alla terra. La qual cosa egli vedendo, gittossi in terra per adorarla; ma ella vietandolo disse:
"Guarda, non fare, conciossiacosachè se' sacerdoti e porti lo Santissimo Sagramento".
E poichè fu giunta a Zozima, domandogli la sua benedizione. E Zozima tremando e con reverenza la benedisse e poi disse:
"Certamente so che la verità di Dio mai non mente; per la quale promesse che chi in lui perfettamente credesse, farebbe simiglianti miracoli a sè. Gloria sia a te, Cristo Signor nostro che non m'hai fraudato del mio desiderio e haimi mostrando per la tua misericordia nell'esemplo e nella dottrina di questa tua santissima ancilla, quanto io sia ancora dilungi dalla perfezione, la quale in prima, come superbo, mi credeva avere".
E dette queste parole disse il Credo e 'l Paternostro a petizione di Maria, e dielle pace, e poi la comunicò. E poichè fu comunicata, Maria levò le mani al cielo e disse: Nunc dimittis, Domine, ancillam tuam, secundum verbum tuum in pace; quia viderunt oculi miei salutare tuum. E poi disse a Zozima:
"Vo' ora in pace. Ma priegoti che quest'altr'anno venga a me in quel luogo nel quale io prima ti parlai, acciocchè tu veggia come io sono piaciuta a Dio".
E promettendo Zozima volentieri d'andarvi, pregolla che si degnasse di mangiare un poco con lui per carità di quelle cose ch'avea recate seco. Allora Maria volendoli condiscendere, prese tre granella di lenticchie; e ringraziando Iddio le mangiò e disse: Bastici la grazia dello Ispirito Santo, per la quale possiamo osservare li comandamenti di Dio innocentemente. E poi soggiunse:
"Per Dio ti priego, o Padre, ôra per me e ricorditi di me".
Allora Zozima volendosi partire le si gittò a' piedi e disse:
"Priegoti che faccia orazione a Dio per la santa Chiesa e per lo 'mperio de' cristiani e per me peccatore".
E dopo queste parole accommiatandosi l'uno all'altro, la santissima Maria segnò l'acqua del fiume come innanzi, e passò il fiume andando sopra l'acqua come fece di prima. E tornando Zozima al munistero riprendeva sè medesimo che non l'avea domandata del nome suo; e passato quell'anno Zozima fu sollecito di ritornare all'ermo secondo l'usanza, e andò tante giornate, quanto in prima quando la trovò la prima volta, e aspettava con grande desiderio ch'ella gli apparisse; ma non vedendola venire incominciò a piagnere e orare, e disse:
"Signor mio Gesù Cristo, rivelami questo tuo tesoro, lo quale hai nascosto in questo ermo, chè sai ch'io non te 'l posso furare; dimostrami questo tuo agnolo, del quale il secolo non è degno".
E orando e andando pervenne in un luogo nel quale era già stato un torrente, e guatando vide da una parte dell'oriente quasi uno splendore di sole come quando si leva la mattina; e correndo per sapere quello che fosse, trovò lo corpo di Maria ch'era passata di questa vita, così appunto e assettato, e acconcio le mani e' piedi come si sogliono acconciare i morti. E vedendo questo Zozima, puosesi a' piedi e fece sì grandissimo pianto che gli bagnò di lagrime e null'altra parte del corpo suo presumette di toccare. E facendole l'uficio e cantando certi salmi come potea, incominciò a pensare e dire infra sè stesso:
"Io mi pensava di seppellire questo santo corpo, ma temo che non dispiaccia a questa santissima femmina".
E pensando così, vide a capo di questo corpo una scritta che dicea:
"Abate Zozima, seppellisci questo corpicello di me misera Maria, e ôra per me a Dio, per lo cui comandamento del mese d'aprile passai di questa vita".
Per la quale iscrittura Zozima conoscendo lo suo nome, lo quale infino allora non avea saputo, fu molto allegro, e computando bene lo tempo della sua morte, conobbe che incontanente ch'ègli l'anno precedente l'ebbe comunicata al fiume Giordano, corse questa santissima al predetto luogo, dove giaceva morta. E volendo Zozima seppellire questo santissimo corpo, secondochè la iscrittura contenea, dolevasi che non avea con che fare la fossa e non sapea che si fare. E stando così, ebbe veduto in terra un pezzo di legno, e prendendolo per cavare la terra, non poteva, perciocch'era troppo salda e dura; e pure isforzandosi e affaticandosi per poter cavare, poichè fu assai sudato e stanco, levossi sospirando, vedendo che non potea bene fare questa fossa; e com'egli si rizzò si vide un leone molto grande a' piedi di Maria che gli leccava e facevagli reverenza secondo il modo suo; lo quale vedendo temette molto, massimamente ricordandosi che Maria gli avea detto che mai fiera nulla in quel diserto avea veduta; ma pure affidandosi fece il segno della croce credendo che per li meriti di quel santo corpo Iddio non permetterebbe che gli facesse male. E lo leone mirando verso Zozima faceva vista che si fidasse, e mostravagli segni di mansuetudine. Allora Zozima gli parlò e disse:
"Questa santa femmina mi comandò ch'io seppellissi lo suo corpo, e io sono vecchio e non posso fare la fossa, ispezialmente perchè la terra è dura e non ho ferramento da cavare; onde tu fa' la fossa colle branche, sicchè la possiamo seppellire".
E incontanente lo leone incominciò a fare la fossa, e poichè fu fatta bene e sufficientemente, Zozima prese quel santissimo corpo, lo quale era nudo, eccetto ch'era coperto un pezzo dal bellico in giù con quella parte del pallio ch'ei le avea dato quando la trovò in prima, e seppellillo con gran reverenza. E poichè fu seppellita, lo leone si partì mansuetamente come fusse uno agnello; e Zozima tornò al suo monistero lodando e ringraziando Iddio, e disse a tutti li frati per ordine ciò che incontrato gli era di Santa Maria d'Egitto. Deo gratias.
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