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Capitolo.III
Come Paolo rivelò a S. Antonio la sua morte.
E poichè ebbono rendute grazie a Dio e furonsi posti a sedere insieme, Paolo incominciò a parlare e disse:
"Ecco quegli il quale con tanto istudio hai cercato di trovare, che quasi pute di vecchiezza e di salvatichezza. Or ecco vedi uomo che di qui a poco tornerà in cenere".
E poi disse:
"Priegoti per carità che mi narri in che stato è l'umana generazione, e sotto che imperio si regge, e se sono più rimasti alcuni eretici e idolatri".
E stando in questo cotale parlamento, videro un corbo volare e porsi in su uno ramo d'uno arbore presso a loro, lo quale quindi tosto e lievemente volando, venne e puose uno pane intero in mezzo di loro e partissi. Della qual cosa maravigliandosi ringraziando insieme Iddio, disse Paolo:
"Ecco lo Signore nostro ci ha mandato mangiare. Veramente benigno e cortese è lo nostro Signore, lo quale, già sono sessanta anni, per questo modo ogni dì m'ha mandato un mezzo pane, ma ora per la tua venuta ha per tuo amore duplicata la vivanda".
E dopo queste parole rendendo grazie a Dio puosonsi a sedere insieme in sul cigliare della fonte per mangiare. Ma contendendo insieme per reverenza l'uno dell'altro di rompere imprima quel pane, allegando Paolo, che ciò dovea fare Antonio, perché era ospite e pellegrino appo lui, e Antonio dicendo che questo dovea fare pur egli perch'era più antico e più santo, istando in questa cotale santa e umile contenzione quasi infino a vespro, all'ultimo presono per consiglio che ciascuno lo prendesse dal suo lato; e così ciascuno tirando il pane si divise per mezzo, e rimase in mano a ciascuno la metade; e poi chinandosi nella fonte bevvono un poco d'acqua. E poich'ebbono così mangiaro e beuto e rendute le grazie a Dio, incominciarono insieme a parlare di Dio, vegghiando tutta la notte in sante orazioni e ragionamenti di Dio. E poichè fu dì, Paolo incominciò a parlare ad Antonio e diss'egli:
"Già è lungo tempo, fratel mio carissimo, ch'io seppi che tu abitavi in queste contrade e che Iddio mi ti promise per compagno e rivelommiti; e ora, perchè è venuta l'ora della morte desiderata e compiuto lo corso della mia vita, debbo essere sciolto del legame del corpo e congiungermi col mio diletto Cristo e ricevere la corona della giustizia. Tu se' mandato da Dio, acciocchè tu mi seppellisca e renda la terra alla terra. Le quali parole udendo Antonio incominciò a piangere fortemente, pregandolo che non lo abbandonasse, anzi il menasse con seco".
Allora rispuose Paolo e disse:
"Sai che non dèi pure addomandare, e cercare il vantaggio tuo e la tua utilitade, ma l'altrui. Ben so che per te farebbe di lasciare lo vincolo e lo peso della carne e andarne a Cristo. Ma a' frati e discepoli tuoi ancora è necessaria la tua vita, acciocchè prendano da te esempio. Secondo l'ordine della caritade, dei esser contento di rimanere per l'altrui servigio. Or ti priego, se non t'è troppo grave, che vadi e torni alla tua cella e che tu tolga e rechi quel palio, lo qual ti diede Attanasio vescovo, acciocchè in esso involga lo mio corpo quando sarò morto".
E questo disse Paolo, non perch'egli di quel palio molto si curasse, nè cercasse quel tanto onore d'essere involto in palio dopo la morte, lo quale vivendo si vestia pure di palme contessute, ma acciocchè Antonio non sentisse troppo dolore vedendolo morire. Allora Antonio, udendo ricordare lo palio di Attanasio, e vedendo che ciò non potea sapere se non per divina rivelazione, maravigliossi molto e, inchinando il capo con reverenzia, non fu ardito di contradire, ma incominciò a piangere teneramente: e poichè l'ebbe abbracciato, mossesi per tornare al monistero suo per lo predetto palio, e dandogli forza l'amore che 'l portava, vincea la fragilità della vecchiezza, e fu giunto tosto al monistero molto istanco; al quale venendo incontro due suoi discepoli, dimandarono dove fosse stato tanto. Rispuose lagrimando:
"Guai a me misero peccatore, che falsamente sono reputato e chiamato monaco, e non sono nulla. Ho veduto Elia, ho veduto Giovanni Battista nel diserto, e veramente ho veduto Paolo in paradiso".
E tutto questo diceva di Paolo, assimigliandolo ai predetti santi, e il diserto chiamava paradiso; onde da' discepoli non fu inteso. Dette queste parole non potendo più dire per l'abbondanzia del dolore che avea dentro, tacette, e picchiandosi il petto prese il palio e uscette di cella e mossesi per correre a Paolo. E pregandolo i discepoli che più chiaramente dicesse loro quello che avea veduto, rispose loro:
"Tempo è di parlare e tempo è di tacere".
E per lo desiderio che avea di giugnere a Paolo, non restandosi pure a mangiare, uscì di cella, e in fretta, correndo come potea, tornava, temendo quello che gli avvenne, cioè che, innanzichè giugnese, Paolo passò di questa vita in santa pace.