IntraText Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Capitolo IV
Come, andando al castello diserto, i serpenti che vi erano fuggirono.
Or essendo Antonio in quel tempo in etade d'anni trentacinque, sentendosi crescere sempre li meriti e 'l fervore, andossene al predetto antico romito del quale di sopra facemmo menzione, e pregavalo e inducevalo che insieme con lui dovesse andare a stare solitario nel diserto: della qual cosa quegli scusandosi, sì per la fragilità della vecchiezza e sì perchè gli parea una novità, Antonio valente, in Dio confidandosi, solo e senza paura entrò al diserto, nel quale mai nullo monaco era stato. E volendo impedire l'antico nimico lo suo proponimento, gittò per la via per la quale dovea pasare un deschetto d'argento; lo quale Antonio trovando, conoscendo l'astuzie e lo 'nganno del nimico, e mirando quel deschetto a mal occhio, diceva e pensava infra sè stesso:
"Onde è questo desco nel diserto, nel qual non è via che gente ci passi? e se pure alcuno ci fosse passato, e il desco fosse caduto della soma, si è grande che sarebbe stato sentito; e se pure non fusse stato sentito, quegli che l'avesse perduto, trovandolsi meno, sarebbe tornato a dietro ed avrebbelo trovato, perocchè nullo ci passa".
E quasi fosse presente il nimico, garria con lui e diceva:
"Questo edificio, o diavolo, è tuo; ma non potrai però impedire la mia volontà: questo tuo argento sia teco in perdizione".
E dicendo queste parole lo desco disparve come fumo: e andando più innanzi, trovò non come prima lo desco, che parea e non era, ma pur in verità una grande massa d'oro: della qual cosa Antonio maravigliandosi, correndo fuggette, come chi fuggisse dal fuoco, e giunse ad un monte, in sul quale, passato che ebbe un fiume, trovò un castello diserto pieno di moltitudine di serpenti velenosi, nel quale entrando ad abitare senza paura, quella moltitudine di serpenti fuggette, come se fossero cacciati. Li quali tutti fuggiti, Antonio, chiudendo l'entrata del castello co' sassi, rinchiusesi dentro con un vasello d'acqua molto picciolo e con tanto pane che gli bastasse sei mesi, li quali li Tebei fanno in tal modo che basta bene un anno senza infracidare; e quindi non usciva, e nullo dentro da sè ricevea o lasciava entrare, e sì stretto silenzio tenea che, eziandio ricevendo due volte l'anno, per lo tetto di sopra, del predetto pane, secondochè prima ordinato avea, tanto per volta che gli bastasse sei mesi, non parlava con quelli che glielo portavano. E poichè fu saputo ch'egli era nel predetto luogo, molti, accesi di desiderio di lui vedere, veniano infino all'uscio di quello cotale castello; ma non potendo entrare dentro, vegghiavano appiè di quell'uscio almeno per sentirlo, e secondochè poi recitavano questi cotali, spesse volte udivano dentro tumulti e voci delle demo nia che parlavano contro ad Antonio e dicevano:
"Or perchè se' entrato ne' nostri abitacoli? che hai tu che fare nel diserto? pártiti da' nostri confini, se no veramente ti diciamo che tale battaglia ti moveremo che sostenere non la potrai".
Le quali voci e contenzioni quelli che erano di fuori udendo, imprima non sapendo che fossono le demonia, credevano che uomini fossero entrati dentro; ponendovi le scale al muro e al tetto, e contendessero così; ma poi mirando per le fessure, non vedendovi dentro nulla persona, conoscendo, secondochè era la verità, che quello cotale romore e grida facevano pur le demonia, molto impauriti gridavano ad Antonio che gli aiutasse pregando Iddio per loro. Per la qual cosa Antonio, approssimandosi all'uscio, li confortava, pregando che si partissero; e diceva:
"Segnatevi, e andatevi sicuramente, che il nimico non ha potenza nulla contro a quelli che di Dio si confidano, pognamo che si brighi di spaventarli. Confortatevi dunque, e lasciategli fremire in sè medesimi".
E partendosi quelli, Antonio rimaneva perseverante e mai di combattere con le demonia non si stancava; perocchè lo crescimento delle sue virtudi per le molte vittorie, ed il mancamento delle virtù delle demonia per lo molto perdere gl'ingenerava grande baldanza. E venendo poi a certi tempi grande moltitudine di gente a lui, temendo di trovarlo morto, ascoltando all'uscio, udivanlo dentro cantare con grande allegrezza quel salmo che dice: "Levisi Iddio in mio aiuto, e sieno sconfitti i miei nimici, e dispariscano dalla faccia sua, come la cera dal fuoco"; e quell'altro che dice: "Tutti li miei nimici mi hanno circondato, ed io nel nome di Dio di tutti sarò vincitore".
E poichè fu stato per questo modo rinchiuso anni venti, come piacque a Dio, che il volle prestare al mondo per utilità delle genti, acciocchè come lucerna posta sopra il candeliere rilucesse, venendo a lui grande moltitudine di gente, chi per essere suo discepolo, chi per vederlo, chi per essere da lui guarito di loro infermitadi, udendo Antonio li loro preghi, e vedendo e sentendo ch'elli aveano già quasi l'uscio rotto per forza, vedendo che così piaceva a Dio, aperse l'uscio ed uscì a loro; e vedendolo tutti così bello e fresco, come di prima, e che nè per solitudine, nè per l'astinenza, nè per molte battaglie che aveva avute con le demonia non era mutato, né insalvatichito, nè dimagrito, e maravigliandosene molto, diedero laude a Dio, e lui ebbero in maggiore reverenza: ed Antonio, d'uno animo fermo e costante, nè mai per troppa allegrezza si risolvea in riso, nè per memoria di nullo peccato mostrava la faccia trista, e non si mosse mai a vanagloria per le lode degli uomini, nè a tristizia per li biasimi, nè per altra tentazione, e così in ogni cosa e accidente servava la mente e la faccia tranquilla e chiara. Molti in quel tempo per gli meriti e preghi d'Antonio curò e liberò la divina grazia dal demonio e da altre varie infermitadi. Lo suo parlare era molto discreto e temperato e virtuoso; consolava li tribolati, insegnava agl'ignoranti, pacificava li discordi e quelli che erano irati, confortava ciascheduno d'amare Cristo sopra ogni cosa, riducendo loro a memoria la divina clemenza e l'eterna retribuzione ed il beneficio della passione di Cristo; e sì efficacemente predicò queste ed altre belle parole a quelle che a lui erano venuti, che molti, compunti ed infiammati, rinunziando perfettamente al mondo e lasciando ogni cosa, diventarono suoi discepoli; e così per questo modo si cominciò l'eremo ad abitare. Quello anche che egli fece in un altro luogo non mi pare da tacere, che volendo egli andare a vedere certi frati che stavano di là dal Nilo, essendo bisogno di passare per quello fiume del Nilo, lo quale è pieno di cocodrilli velenosi e d'altre fiere, raccomandandosi a Dio passò e tornò sicuro con tutta sua compagnia sani e salvi.