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Capitolo VI
Anche dottrina, come dobbiamo guardare il cuore dall'insidie del nimico; dove si mostra i molti modi che tiene tentandoci.
Comandamento è da Dio che con ogni sollecitudine guardiamo il cuore nostro; perciocchè da esso procede la vita, conciossiacosachè abbiamo a fare con nimici astuti ed esperti e crudeli. Onde l'Apostolo ci ammonisce, e dice: "Non è la nostra battaglia con uomini, ma contro agli principi e rettori di queste tenebre e di que sto aere caliginoso, li quali sono iniqui e invisibili".
Grande moltitudine di loro discorre per questo aere presso a noi; la diversità e la proprietà de' quali non saprei bene diffinire, onde lascio renderne ragione a' maggiori e più savi di me. Tuttavia quel tanto che n'ho in pronto e sonne esperto, ve ne dirò, perocchè è molto pericolosa cosa a non saperlo, cioè i diversi lacciuoli e inganni che hanno contra di noi composti. Tuttavia questo imprima ci conviene tenere fedelmente, che Iddio nulla cosa creasse ria, onde la malvagità de' demoni è di volontà e non di natura; chè essendo creati buoni dal buono Creatore, secondo loro creazione per proprio arbitrio insuperbendo caddero di cielo in terra, e avendoci invidia e volendoci impedire che non salghiamo alle sedie e alla gloria che e' perderono, hanno seminato molti errori d'indolatria e di altri mali ed hannoci tesi molti lacciuoli: e dobbiamo sapere che la loro malizia è partita divisamente, che alcuni sono sopra 'l tentare d'un vizio, ed alcuni d'un altro, ed alquanti, a rispetto de' peggiori, sono meno iniqui contra di noi; e però molto ci è necessario di chiedere a Dio dono e grazia di sapere discernere li spiriti e le loro tentazioni acciocchè, tutti i loro inganni antiveggendo, contra tutti, come e quando fa bisogno, ci armiamo, prendendo il gonfalone della croce. E questo cotal dono avendo ricevuto Paolo, dicea: "Bene so le loro astuzie; per lo esempio del quale noi anche si conviene che ci ammaestriamo insieme secondo la esperienza che ne abbiamo avuta".
Continua battaglia e crudele fanno contro a tutti i cristiani, massimamente contro ai monaci, in mettendo loro laide immaginazioni e disonesti movimenti all'anima e al corpo, e ponendo molti e occulti lacciuoli in tutte le loro vie; ma non però ce ne spaventiamo, perocchè, essendo noi intesi a resistere digiunando e orando, incontanente rimangono perdenti. Ma non però dobbiamo rimanere sicuri, nè essere negligenti; perocchè, poichè sono stati sconfitti in una cosa, sogliono raggravare o mutare la battaglia, e prendendo ora forma di belle femmine, ora di diversi e crudeli bestie ed altre forme orribili, procurano di spaventarci ed uccidere l'anime. Ma tutte queste cose, facendoci noi fedelmente lo segno della croce, incontanente dispariscono. Dopo questo incominciano a dire le cose future, eziandio vere, apparendo trasfigurati in angioli buoni, acciocchè all'ultimo possano la misera anima inlaqueare per alcuna falsitade; e se in questo sono conosciuti e scherniti, soglioni chiamare in loro aiuto lo prencipe maggiore, lo quale apparendo in forma orribile e laidissima, secondochè io l'ho già veduto, con gli occhi ardenti, uscendogli grande fiamma di bocca e dalle nari, e co' capelli sparti dall'uno lato e dall'altro, secondochè Iob lo descrive, e io lo vidi, suole molto spaventare li monaci; e così, terribile apparendo, e grandi minacce facendo, e grandi cose promettendo, molti ne inganna. Ma noi nè in sue promesse sperare, nè sue minacce temere dobbiamo, perocchè sempre mentendo, ci procura d'ingannare. Ma non è da temere, perocchè Dio non gli permette che ci divori, anzi per divina virtù è da noi sconfitto e schernito. Ecco che ora non mi può vietare il parlare contro a sè e discoprire li suoi agguati, e imperò è da spregiare, o prometta, o minacci, o quantunque apparisca rilucente o laido, perocchè veggiamo che, segnandosi l'uomo e raccomandandosi a Dio, incontanente dispare. Sogliono anche alcuna fiata venire visibili e cantare salmi e dire altre sante parole, e spesse volte leggendo noi, quasi all'ultimo rispondere come i nostri chierici. Alcuna volta, per farci diventare indiscreti, ci svegliano e invitano a orazione per torreci il sonno di tutta la notte e farci attediare; e alcune fiate prendendo forma e abito di santissimi monaci, procurano d'inducere l'anime al primo errore e di confonderle, a memoria riducendo li loro peccati occulti, e rimproverando loro. Se per questo modo non possono vincere lo monaco, facendolo disperare, brigansi d'ingannarlo per indiscreto fervore, incitandolo a tanto vegghiare, digiunare e orare che il corpo ne infermi, e l'anima ne diventi accidiosa e torni addietro. Ma veramente è da farvi beffe di loro minacce e di loro ammaestramenti, perocchè, come detto è, sempre ci procurano d'ingannare, e però, prendendo forma simile a noi, induconci ad alcuna spezie di virtù, per farci cadere in alcun vizio nascosto. E che non dobbiamo credere loro, quantunque paia che c'inducano a bene e rivelinci alcuna verità, ci dà ammaestramento Cristo, del quale si legge nel Vangelio che, gridando alcuni demonii, li quali egli cacciava da alquanti invasati da loro, e dicendo come egli era Figliuolo di Dio, impose loro silenzio, e non gli lasciò parlare, pognamo che bene dicessero la verità; per dare a noi ammaestramento che nulla verità dobbiamo da lui voler sapere, perocchè dopo molte veritadi sogliono inlacciare l'uomo in alcuna falsitade. Non vuole essere adunque che sia loro creduto eziandio la verità, nè intesi i loro ammaestramenti, quantunque buoni, acciocchè se gli uomini incominciassero a dare loro fede nel bene e nella verità non credessero poi loro eziandio la falsitade. Molto son vari gli altri ingegni che 'l nimico tiene in noi tentare, de' quali tutti dire sarebbe troppo lungo. Spesse volte si transfigurano in diverse forme, parlano spesso coi frati, fanno romore e strepito disusato, prendono la mano al monaco, e fanno risa stolte e altri atti diversi, acciocchè in qualunque modo possano l'anima perturbare o impedire o scandalizzare. E se in tutte queste cose saranno da noi cacciati e scherniti, sogliono lamentarsi e piangere dolorosamente. In questi dunque cotali casi abbiamo pur a tacere, e abbiamgli vinti. Se c'inducono a digiunare, non ci tegnamo a loro consiglio, nè mutiamo il modo nostro, nè l'usanza e l'ammonizioni de' nostri maestri e padri delle Sante Scritture; e se eziandio danno vista di venirci a uccidere, non sono da temere, ma da schernire, perocchè nulla fare ci possono, se non quanto permetta loro Iddio, lo quale, prendendo carne da noi per la sua caritade, e lui ha molto debilitato, e noi confortati: per la qual cosa lo loro odio è maggiore contra di noi. Conciossiacosachè la loro mala volontà contra di noi sia grande, non resterebbero mai di tentarci, e di tirare allo inferno, se la loro potenzia per Cristo non fosse rifrenata e debilitata; chè chiaramente vedete che egli non può vietarmi, nè impedirmi che io ora contra di lui non parli e scuopra le sue malizie. In ciò anche che egli prende varie forme e orribili per noi spaventare mostra che egli non può nulla; che se egli avesse la potenzia come egli ha il volere perverso, nulla virtù umana gli potrebbe resistere, e non gli sarebbe bisogno di prendere altre forme terribili, o cercare altre fallacie, ma per propria potenza compierebbe lo suo desiderio di noi: chè veggiamo che gli angioli buoni, nelli giudicii che fanno in terra per comandamento di Dio, non cercano aiuto d'altra creatura, secondochè possiamo provare in quello angiolo lo quale, secondo che si legge nel libro de' Re, per propria potenzia senza altro aiuto, se non quello di Dio, in una notte subitamente uccise cent'ottantacinque migliaia di uomini dell'oste di Senacherib, lo quale assediava Ierusalem. Le demonia dunque, pognamo che abbiano da sè la mala volontà, non hanno contra di noi potenzia, se non quanto Iddio loro permette, secondo che si mostra in Iob, lo quale non potè toccare nè in avere, nè in persona, se non poichè ebbe da Dio la licenzia; e non solamente Iob tribolare, ma eziandio ne' porci non poterono intrare senza licenzia di Cristo, secondochè narra il Vangelio. Se dunque li porci non possono toccare, se non di licenzia di Cristo, quanto maggiormente non tocchernano l'uomo, lo quale è fatto all'immagine di Dio e dal suo sangue prezioso ricomprato? Grandi dunque e fortissime armi sono contra 'l demonio, fratelli miei, la vita sincera e la costante fede. Credetemi come ad uomo che l'ho prova to, che 'l nimico teme le vigilie e l'orazioni e le fatiche e l'altre virtudi de' buoni cristiani e massimamente lo puro amore che portiamo a Cristo. Ben sa questo serpente antico che egli è sottoposto alla signoria de' giusti, ai quali disse Cristo per lo Vangelo: "Ecco che io v'ho data potestà di conculcare i serpenti e gli scorpioni, e vincere ogni virtù del nimico".