Domenico Cavalca
Vite dei Santi Padri

Vita di S. Antonio Abate

Capitolo XIV

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Capitolo XIV

 

Di certe visioni che Antonio ebbe, e come predicò contro agli eretici.

 

Innumerabili sono questi cotali miracoli che Dio fece per l'orazioni e meriti d'Antonio, secondochè per detto e testimonianza di provatissimi monaci si può manifestare e a me fu detto: ma avvegnachè molto sieno grandi quelli che sono detti, molto più eccedono la condizione della umana natura quelli che ora descrivo. Un giorno stando in orazione Antonio in sull'ora della nona, innanzichè prendesse suo cibo, sentissi rapito in ispirito e dagli angioli portare in alto; e vietando lo passare agli angioli, che lo portavano, le demonia dell'aria, gli angioli contradicendo dimandarono le demonia qual fosse la cagione di questo impedimento che davano loro, non lasciandogli passare con Antonio, conciossiacosachè egli fosse santo e senza peccato. E volendo allegare le demonia tutte le peccata d'Antonio insino dalla sua nativitade, gli angeli gli ripresero e puosero silenzio, e dissero che quelli cotali peccati, che nello stato secolare erano commessi, Iddio glieli avea perdonati, e però non si doveano più ricordare imputare contro ad Antonio; ma se nullo peccato sapessero di lui da quel che egli era fatto monaco insino a quella ora, avessero licenza di dirlo. E non trovando le demonia nullo peccato lo quale con verità contro ad Antonio potessero provare, brigavansi d'imporgliele alquanti falsamente; ma venendo meno alla prova, gli angeli gli cacciarono, e portaronne Antonio liberamente insino al cielo. E in questo ch'era così ratto, ritornando in , dimenticandosi il mangiare, da quell'ora e per tutta la notte stette in pianto e in lamento, ripensando la moltitudine e la perversità di tanti nemici e la battagliadura e pericolosa e come è stretta e faticosa la via d'andare al cielo, perciocchè le demonia le quali abitano in questo aere, come dice santo Paolo, che gli chiama principi e podestadi di questo aere, sempre ci sforzano e contendono contra di noi e dannoci battaglia, perchè noi non possiamo salire al cielo, onde egli caddero; e però dice che san Paolo ci confortava e ammoniva, e diceva: "Prendete l'armatura di Dio, acciocchè possiate resistere in quel amaro del giudizio e della morte; sicchè non trovando lo nostro nimico di che ci possa accusare, rimanga confuso".

 

Aveva anche Antonio questo dono da Dio, che ciò che egli desiderasse di sapere, orando gli era revelato, e in ogni cosa era ammaestrato da Dio; e pensando egli una fiata dello stato e della condizione e del luogo dell'anima, poichè è uscita del corpo, massimamente perchè ne era dimandato da' frati, la notte seguente udì una voce che gli disse:

 

"Antonio, Antonio, esci fuori e vedi".

 

Ed uscendo fuori Antonio, e levando gli occhi in alto, vide una forma d'un uomo terribile e sì grande che parea che col capo toccasse i nuvoli, e ai suoi piedi un lago orribile e fetente, e vide alquanti quasi uccelli volare verso il cielo, gli quali quello così lungo e orribile estendendo le mani procurava di prendere e impedire che non andassero, e quelli che pigliava, gittava in terra in quel lago con grande allegrezza; e alquanti altri non potendogli pigliare, vedendogli salire sopra al cielo, mostrava gran dolore: e veduto questo, udì anche Antonio una voce che disse: "Antonio, or considera quello che hai veduto".

 

Allora Antonio intese e conobbe chiaramente che quello significava il salimento dell'anima al cielo, e come il diavolo si studia d'impedire, rallegrandosi di quelli i quali inganna, contristandosi e dolendosi di quelli che pervenivano liberi. Per le quali visioni incitato e animato a meglio, cresceva cotidianamente di virtù in virtù; e per grande umiltade, le predette ed altre visioni e grazie e doni di Dio che avea, quanto in era, brigava e voleva occultare: tuttavia vinto per li preghi de' frati e figliuoli suoi, i quali teneramente amava in Cristo, vedendo che di ciò prendevano esemplo e frutto, e crescevanne in fervore e fiducia in Dio, alcuna volta revelava di queste cotai cose; e sì era costante e di mente invariabile che non ebbe mai ingiuria che gli togliesse la pazienza, onore o laude che ne salisse in vanagloria. Era molto reverente a tutti e massimamente ai cherici, onde sempre quando stava in orazione si ponea ultimo dopo tutti li cherici, in qualunque minimo grado fossero, quando fosse in un luogo con loro; e ai vescovi e sacerdoti massimamente, con grande umiltade inchinando il capo, dimandava la loro benedizione, e i diaconi e qualunque altri che a lui venissero come discepolo umilmente gli onorava dimandandogli della Scrittura di quello che non gli pareva di sapere, e sforzandosi d'imprendere da qualunque poteva, confessando umilmente che l'altrui dottrina era suo aiuto. E tanta e sì ammirabile grazia e benignità per dono di Dio riluceva nella sua faccia, che se alcuno peregrino e strano, che non l'avesse mai veduto, lo desiderava di vedere, guardando tra la moltitudine dei monaci, quando fossero insieme con Antonio, sì il conoscevano alla benignità e alla grazia che della faccia gli usciva, senza essere loro insegnato da altrui; e per lo specchio della sua faccia conoscevano gli uomini la purità della sua mente santissima, che sì aveva la faccia allegra che sempre pareva che stesse e pensasse pur in cielo; e ben si mostrava vera in lui quella Scrittura che dice che il cuore allegro fa la faccia chiara, e nel dolore dell'animo si conturba il volto. Fuggiva la conversazione e l'amistade d'ogni eretico, e ogni parlamento, se non in quanto gli credesse poter revocare alla verità della fede, e studiosamente ammoniva ogni suo amico di fuggirli, dicendo che la loro amistà e parlamento era molto inimica e pericolosa all'anima. Onde alquanti, che erano venuti a stare nel monte, sì gli cacciò, dicendo che erano peggio che serpenti. E intendendo che alquanti Ariani andavano dicendo come Antonio teneva con loro ed era di quella setta, per essere più creduti, commosso di grande e giusta ira discese in Alessandria e predicò pubblicamente contra di loro, affermando e dicendo ch'egli erano precessori d'Anticristo, e poi predicò e confessò la vera fede; dicendo come il Figliuolo di Dio non era fattura come dicevano quelli eretici, ma sempre fu ed era una cosa col Padre. E sì efficacemente contro a questo errore predicò, che nullo potrebbe leggiermente dire quanto questo suo predicare confermò la vera fede; e (che mirabile cosa fu) in tanta reverenza venne del popolo che non solamente li cristiani, ma eziandio li pagani e i sacerdoti degl'idoli, e d'ogni setta e condizione e etade gente grandissima correva al suo abitacolo, pregando li discepoli e dicendo:

 

"Preghiamovi che ci facciate vedere l'uomo di Dio".

 

E questo era allora lo nome d'Antonio, che tutti lo chiamavano pur l'uomo di Dio, e tutti desideravano almeno di toccargli le filaccia del suo vestimento, credendo per questo contatto seguitarne frutto non poco; li quali Antonio benignamente ricevendo, predicava, traendo e confortando li Pagani alla vera fede, per la cui predicazione e conforto e meriti, in pochi giorni che vi stette, più se ne convertirono a Cristo che non erano convertiti in tutto l'anno. E vedendo i suoi discepoli e compagni la pressa che gli faceva la turba, temendo che a lui non fosse tedio, sì gli riprendevano dicendo che si cessassero. La qual cosa udendo Antonio, disse con mente e faccia tranquilla:

 

"Lasciategli stare; non è maggiore questa turba che quella delle demonia che mi sono già venute addosso nel diserto".

 

E questo disse volendo loro dare ad intendere che sì era usato a vincere stesso e sì aveva salda la mente che moltitudine di demonia, d'uomini, qualunque fatica lo poteva mai perturbare attediare. Or avvenne che, tornando egli al monte, accompagnandolo grande gente, quando voleva uscire d'Alessandria, una femmina venne correndo di dietro e gridando:

 

"Aspettami, o uomo di Dio, aspettami, che la mia figliuola è tormentata da crudelissime demonia; aspettami, pregoti, che io non muoia correndo".

 

La qual cosa udendo Antonio ristette; e giugnendo questa femmina con questa figliuola, Antonio fece orazione a Dio tacitamente, e incontanente lo nimico, quando Antonio ricordò lo nome di Cristo, si partío di quella giovane; la quale Antonio rendendola alla madre in cospetto del popolo sana e libera, a lei fece grande allegrezza, ed il popolo tutto a grandi voci ringraziò Iddio, e poi Antonio tornò con grande allegrezza, alla desiderata solitudine.

 

 


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