17-ciaba | ciane-gemit | gemma-niaga | nido-riuni | riusc-torce | torme-zitta
grassetto = Testo principale
Parte, Canto grigio = Testo di commento
1 | 17
2 III, 1 | me peccatrice. 20 Agosto 189...»~ ~Me ne sono andato
3 | 21
4 | 22
5 | 26
6 | 30
7 III, 1 | riescono a diradare. La pioggia à reso cupo il grigio delle
8 IV, 6 | noi liberi liberamente ci abbandonammo all’irreparabile.~ ~ ~
9 IV, 3 | costellazioni io mi andavo abbandonando tutto ai misteriosi giuochi
10 III, 4 | mar del pirata~De la città abbandonata~Tra il mare giallo e le
11 IV, 7 | ricordi speranze anch’io li abbandonavo all’orizzonte curvo laggiù:
12 IV, 6 | pomeridiano. Guardava con occhio abbarbagliato il mare. Quella faccia,
13 | abbi
14 | abbiam
15 | abbiamo
16 IV, 6 | riconoscemmo immediatamente. Ci abbracciammo. Come va? Come va? A braccetto
17 I, 1 | tutta un chinarsi sull’abisso» . Ero bello di tormento,
18 III, 2 | poggio che vi conduce. Quassù abitano i falchi. La pioggia leggera
19 III, 2 | incubo del caos. Il tuo abitante porge la notte dell’antico
20 III, 2 | guardare la campagna deserta abitata da alberi sparsi, anima
21 IV, 4 | insensato, severo nei suoi abiti eleganti, la testa portata
22 III, 10| di felicità completa che aboliva il tempo e il mondo intero,
23 I, 1 | oblique ossute e mute, si accalcavano spingendosi coi gomiti perforanti,
24 III, 2 | selve sempre più avanti accampanti lo scoglio enorme che si
25 III, 8 | di anelli che si lasciano accarezzare dalle femmine, ora che hanno
26 III, 1 | viale dei tigli io guardavo accendersi una stella solitaria sullo
27 IV, 8 | esaltano, di lampade che si accendono, chi t’inscenò nel cielo
28 I, 1 | sobborgo il clangore che si accentua annunciando le lingue di
29 III, 12| dei fischi dallo scalo accentuavano la monotonia diffusa nell’
30 I, 1 | dalle carni rosee e dagli accesi occhi fuggitivi: anni ed
31 III, 1 | in terra d’umanesimo, che accetta il suo destino nella solitudine.
32 IV, 6 | mangiare. Andiamo!~ ~Avevo accettato di partire. Andiamo! Senza
33 III, 2 | Venere passa in barroccio accoccolata per la strada conventuale.
34 III, 1 | dalla cresta alpina e si accoglie nel seno verde degli abeti).
35 I, 1 | bianche Alpi. Si volse, mi accolse, nella notte mi amò. E ancora
36 I, 1 | mi derideva nel fondo. Mi accompagnò per strade male odoranti
37 I, 1 | canali: fanciulle dalle acconciature agili, dai profili di medaglia,
38 I, 1 | il cuore di Santa Cecilia accorda col cielo latino, dolce
39 IV, 6 | noi ci lasciammo, senza accorgercene ci lasciammo: così puri
40 III, 9 | di fascino. Nell’aria si accumula qualche cosa di danzante.
41 III, 8 | fumo delle pastasciutte acide, le risa dei mantenuti dalle
42 III, 1 | penombra della cappella. Acquistano allora quei sommarii disegni
43 III, 10| in tenerezze i grumi più acri del dolore, ore di felicità
44 I, 1 | selvaggia, gli occhi dolci e acuti come un gorgo. Sulle spalle
45 IV, 3 | cavalieri colle lancie in resta, acutissime lucenti: gli indiani morti
46 IV, 10| Dilaga la piazza al mare che addensa le navi inesausto Ride l’
47 III, 1 | e la selva antichissima addensare l’ombra e i profondi fruscìi
48 III, 2 | Il tempo è scorso, si è addensato, è scorso: così come l’acqua
49 III, 4 | incantata~Una bianca città addormentata~Ai piedi dei picchi altissimi
50 IV, 4 | respiro sordo dei pazzi addormentati dietro le loro chimere.
51 III, 2 | O donna sognata, donna adorata, donna forte, profilo nobilitato
52 III, 1 | Castagnini attendendo il sole, aduggiati da una notte di pioggia
53 III, 12| sotto i portici lo sciame aereoplanante delle signorine intellettuali,
54 III, 8 | sera dietro la vetrata un affaccendarsi di figure losche. Grida
55 IV, 7 | muta.~ ~(Le serve ingenue affaccendate colle sporte colme di vettovaglie
56 II, 7 | Vedo dietro le vetrate~Affacciarsi Gemme e Rose.~Dalle scale
57 III, 8 | dietro le sbarre si vedono affacciati dei visi ebeti di prostitute
58 I, 1 | delle varie immagini.~ ~Si affacciavano ai cancelli d’argento delle
59 III, 1 | lui ancora stupisce e si affanna: qua nell’antico paese chiuso
60 II, 6 | in fasci verso un cielo affastellato un paradiso di~fiamma~In
61 IV, 10| oscilla dentro un ritmo~Affaticato e si sente~La nube che si
62 III, 9 | dell’antico palazzo rosso affocato nel meriggio sordo l’ombra
63 III, 2 | leone) e i campanili si affollano e nel nereggiare inquieto
64 IV, 4 | le loro chimere. Col capo affondato sul guanciale seguivo in
65 IV, 5 | tremola si assorda riprende si afforza e libero sgorga davanti
66 III, 2 | finestra della mia stanza che affronta i venti: e la...... e il
67 I, 1 | e un canto, da la palude afona una nenia primordiale monotona
68 IV, 9 | come un bottone in alto aggancia il tempo all’eternità della
69 IV, 7 | la loro linea nel cielo aggiungeva un carattere di fantasia:
70 III, 12| amante nella penombra si aggraffia al viso dell’amante per
71 I, 1 | insieme ad un grazioso sorriso aggrinzito. Distinsi nell’ombra l’ancella
72 I, 1 | fanciulle dalle acconciature agili, dai profili di medaglia,
73 I, 1 | montone, coi neri capelli agilmente attorti sulla testa sculturale
74 I, 1 | una tenda che sembrava agitare delle immagini, delle immagini
75 I, 1 | sfaccettamenti bizzarri sedeva, agitata da grazie infantili che
76 II, 2 | morente sole~Che insanguina le aiole. 10~S’intende una fanfara~
77 III, 2 | padrona zitta mi rifà il letto aiutata dalla fanticella. Monotona
78 III, 1 | Stia, 20 Settembre~ ~Nell’albergo un vecchio milanese cavaliere
79 III, 3 | dalle altezze agli infiniti albori~Vigili, calan trepidi pei
80 III, 2 | pianura o del mare sentendo aleggiare un soffio di grazia: nobiltà
81 II, 1 | umano curve là sui poggi algenti 30~E ancora per teneri cieli
82 III, 8 | nostalgia acuta di dissolvimento alitata dalle bianche forme della
83 III, 1 | sogno umano.~ ~Il corridoio, alitato dal gelo degli antri, si
84 IV, 10| notte tirrena.~ ~They were all torn~and cover'd with~the
85 III, 1 | pioggia nelle loro stamberghe allagate. Una ragazza in ciabatte
86 I, 1 | morto cielo dolci e rosate, alleggerite di un velo: così come Santa
87 IV, 5 | BuenosAires: questo dava allegria: e il mare se la rideva
88 III, 2 | acqua in un incavo. Il vento allenta e raffrena il morso del
89 III, 1 | seno petroso le rifondeva allungate, perdute.~ ~Il canto fu
90 IV, 3 | della Pampa. – Le tende si allungavano a pochi passi da dove noi
91 III, 1 | stella solitaria sullo sprone alpino e la selva antichissima
92 III, 1 | trascina nella penombra dell’altare, silenzioso nel saio villoso,
93 IV, 3 | nel tempo e nello spazio alternandosi i destini eterni. . . .~ ~
94 III, 1 | cielo di nebbie che le onde alterne del sole non riescono a
95 III, 3 | e vario torreggiare~All’alterno pensier pare e dispare,~
96 III, 3 | oltrevarca i ponti.~E dalle altezze agli infiniti albori~Vigili,
97 III, 1 | Addio colomba, addio! Le altissime colonne di roccia della
98 III, 4 | addormentata~Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti~Nel soffio
99 | altre
100 IV, 6 | ciottoli della spiaggia. Alzammo la faccia alla luce cruda
101 III, 1 | luminose su quel mistero. Alzando gli occhi alla roccia a
102 IV, 3 | dall’ombra, infinito. Mi ero alzato. Sotto le stelle impassibili,
103 III, 1 | interminabili sempre più alte si alzavano le torri naturali di roccia
104 IV, 10| ambigua:~Ed io gli occhi alzavo su ai mille~E mille e mille
105 III, 11| finestrino in fuga io? io ch’alzo le braccia nella luce!! (
106 I, 1 | io sentii con una punta d’amarezza tosto consolata che mai
107 IV, 3 | tornava alla mente in flutti amari e veementi. La luna illuminava
108 I, 1 | sotto gli archi prossimi. Amava allora raccogliersi in un
109 I, 1 | occhi era tanto perfetto che amavano sembrare immobili a contrastare
110 II, 6 | velavano le stelle~(Che tu amavi guardar dietro i cancelli~
111 III, 3 | le note~Giungon, continue ambigue come in un velo di seta.~
112 IV, 10| e canti~Udivo lenti ed ambigui ne le vene de la città mediterranea:~
113 I, 1 | posava ancora sulle ginocchia ambrate, piegate piegate con grazia
114 III, 10| io vi amavo e vi amo e vi amerò sempre di più di qualunque
115 IV, 10| signori sottoscrittori, gli amici che mi hanno incoraggiato
116 III, 2 | vento~La nuvola – il lontano ammonimento~Del fiume nella valle –~
117 IV, 1 | lamento~Volubil che l’onda che ammorza~Ne l’onda volubile smorza...~
118 III, 1 | di catastrofe sotto gli ammucchiamenti inquieti di rocce all’agguato
119 IV, 7 | non c’era là il mare?) si ammucchiavano nella chiarità argentea
120 III, 10| Manuelita io vi amavo e vi amo e vi amerò sempre di più
121 IV, 6 | Camminavo, camminavo nell’amorfismo della gente. Ogni tanto
122 IV, 1 | Barche amorrate~ ~Le vele le vele le vele~
123 III, 2 | stende tra le forre all’ampia rovina del suo letto, che
124 III, 5 | Soffici~ ~Faccia, zig zag anatomico che oscura~La passione torva
125 | anche
126 IV, 10| tirrena.~ ~They were all torn~and cover'd with~the boy's~blood~ ~
127 III, 1 | assopito della selva io scorsi andando pel viale dei tigli la vecchia
128 III, 1 | tua strana faccia ma volli andare ancora a lungo pel viale
129 III, 2 | o pellegrini che pensosi andate! Catrina, bizzarra figlia
130 III, 1 | Agosto 189...»~ ~Me ne sono andato per la foresta con un ricordo
131 III, 10| mio anelito infrenabile andava lontano da voi, verso le
132 IV, 2 | Firenze)~ ~Ed i piedini andavano armoniosi~Portando i cappelloni
133 III, 1 | presbiterio trovo una lapide ad Andrea del Castagno. Mi colpisce
134 II, 2 | Tenero e grandioso~Sorge ed anela in alto al mio balcone:~
135 IV, 8 | palazzi, le grandi figure che anelano a lui come a un più antico
136 III, 10| pattuglia: e allora il mio anelito infrenabile andava lontano
137 III, 8 | maschi dalle dita piene di anelli che si lasciano accarezzare
138 III, 1 | azzurreggia nel cielo e un anfora classica rinchiude la terra
139 III, 1 | riposato nella limpidezza angelica dell’alta montagna addolcita
140 III, 4 | Spagna~Da gli occhi torbidi e angelici~Dai seni gravidi di vertigine.
141 III, 1 | sasso: e nella chiesa l’angiolo, purità dolce che il giglio
142 III, 12| un tratto tanti piccoli animali, tutte uguali, saltellanti,
143 IV, 8 | barocca: mentre tutto tutto si annega nel dolce rumore dell’ali
144 IV, 5 | gorgoglio dell’acqua tutto annegava irremissibilmente. Il battito
145 I, 1 | clangore che si accentua annunciando le lingue di fuoco delle
146 III, 12| hanno l’arduo sorriso d’Annunziano palpitante nella gola come
147 III, 2 | finestra dall’orizzonte annuvolato i monti lontani ed alti,
148 II, 5 | dal mare~Ed ecco sentiamo ansimare~Il cuore che ci amò di più!
149 IV, 4 | Io dopo due mesi di cella ansioso di rivedere degli esseri
150 IV, 8 | sul tuo porto fumoso di antenne, ecco che sul tuo porto
151 IV, 7 | travature colossali nei palchi aperti dei suoi torrioni, umida
152 II, 2 | immortali nel tramonto~Ella m’appar, presente.~ ~
153 I, 1 | gli specchi all’infinito, apparendo le immagini avventurose
154 IV, 10| giardino il verde~Sogno nell’apparenza sovrumana~De le corrusche
155 I, 2 | sogno sei sola sei sola che appari nel velo dei fumi di viola.
156 III, 10| aria vergine voi tornate ad apparirmi col ricordo lontano: anima
157 III, 4 | di sul cassero a noi ne appariva bronzina~Una fanciulla della
158 IV, 8 | angolo di una via: spento, apparso e subito spento! Il Dio
159 IV, 4 | ëtres humains~O Russe tu m’apparus~Soudain, céléstial~Parmi
160 III, 12| colla nebbia: i fili si appendevano e si riappendevano ai grappoli
161 III, 8 | e il bianco degli occhi appesa in alto. – Serenata sui
162 III, 1 | improvvisamente sola cerca un appoggio una fede nella triste ora.
163 III, 10| occhi stanchi che mai non vi appresero nulla. Ma ora se lo potete
164 I, 1 | mentre il suo fascino si approfondiva sotto la frangia notturna
165 IV, 7 | cosa era fuori dei vetri. Aprìi la finestra: era lo Scirocco:
166 III, 8 | mondo che vinca tua grazia d’Aprile), vivo vergine continuo
167 I, 2 | Non attristarti o Sole! Aprimmo la finestra al cielo notturno.
168 IV, 5 | intorno come se stesse per aprirsi un bubbone. Ascoltavo il
169 I, 1 | incantevole tenerezza. Si aprivano le chiuse aule dove la luce
170 III, 12| corrosi nella nebbia si aprono silenziosamente le lunghe
171 III, 9 | si schiude: un viso bruno aquilino di indovina, uguale a la
172 III, 1 | non posa, nella sua posa arcana come le antiche sorelle,
173 IV, 10| a lei d’intorno era già arcanamente~illustrato del giardino
174 I, 1 | e lo sbattere delle pose arcane e violente delle barbare
175 IV, 10| le navi inesausto Ride l’arcato palazzo rosso dal portico
176 III, 5 | Fantasia su un quadro d’Ardengo Soffici~ ~Faccia, zig zag
177 IV, 10| grigi rosei della città di ardesia~Sonavano i clamori vespertini~
178 III, 12| La piaga delle sue labbra ardeva nel suo viso pallido. E’
179 III, 10| capelli sciolti, gli occhi arditi e profondi congelati in
180 III, 12| vanno a lezione! Non hanno l’arduo sorriso d’Annunziano palpitante
181 III, 6 | Arno presago quietamente arena~E in riflessi tranquilli
182 II, 2 | sale: il fiume spare~Ne le arene dorate: nel silenzio~Stanno
183 III, 1 | roccia fino ai ribollimenti arenosi di colline laggiù sul piano
184 III, 10| prateria si alzava come un mare argentato agli sfondi, e rigetti di
185 IV, 7 | ammucchiavano nella chiarità argentea dove l’aurora aveva lasciato
186 IV, 7 | voci tranquille le voci argentine dei fanciulli dominavano
187 I, 1 | verdi. Un tocco di campana argentino e dolce di lontananza: la
188 I, 1 | otticuspide rossa impenetrabile arida. Una fontana del cinquecento
189 II, 2 | autunnale~Un ultimo saluto!~A l’aride pendici 5~Aspre arrossate
190 I, 1 | di un sorriso molle nell’aridità meridiana, ebete e sola
191 III, 2 | dove vidi le tue danze arieggiate di secchi accordi? Il tuo
192 III, 10| Manuelita, il piccolo viso armato dell’ala battagliera del
193 IV, 2 | cappelloni battaglieri~Che armavano di un’ala gli occhi fieri~
194 III, 1 | qui laissent tomber leurs armes!~ ~21 Settembre (presso
195 I, 1 | sembrare immobili a contrastare armoniosamente coi lunghi riccioli bruni.
196 IV, 2 | Ed i piedini andavano armoniosi~Portando i cappelloni battaglieri~
197 IV, 8 | da un vico ambiguo nell’armonioso clamore della via che ripida
198 IV, 3 | treno non avrebbe dovuto arrestarsi: nel mentre che il rumore
199 III, 2 | Specchio velato)~ ~Il mattino arride sulle cime dei monti. In
200 III, 2 | miraggi di ventura che ancora arridono dai monti azzurri: e a udire
201 III, 11| notte. Un treno: si sgonfia arriva in silenzio, è fermo: la
202 III, 1 | offersero acqua. «In un’ora arriverete alla Verna, se Dio vole».
203 II, 2 | l’aride pendici 5~Aspre arrossate nell’estremo sole~Confusa
204 I, 1 | rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata
205 III, 2 | perduto tra lo splendore dell’arte fiorentina colla sua parola
206 I, 2 | bianche cariatidi di un cielo artificiale sognavano il viso poggiato
207 I, 1 | ambrata stesa sul letto ascoltava curiosamente, poggiata sui
208 IV, 5 | per aprirsi un bubbone. Ascoltavo il gorgoglio dell’acqua.
209 III, 8 | a cui il belletto dà un aspetto tragico di pagliacci. Quel
210 IV, 5 | tram in America e ritorno~ ~Aspro preludio di sinfonia sorda,
211 | assai
212 IV, 3 | sangue nelle vene: – che noi assaporavamo con voluttà misteriosa –
213 I, 1 | fanciullezza tormentosa assetata. Tutto era mistero per la
214 I, 1 | tormento, inquieto pallido assetato errante dietro le larve
215 I, 1 | chitarre là nella capanna d’assi e di zingo sui terreni vaghi
216 IV, 4 | sua porta una donna, morta assiderata. E si uccide.» Parlava:
217 IV, 4 | volto sereno, troppo sereno, assisi: vigilavano. In un angolo
218 III, 2 | come è dolce quando tu assistevi alla scena di dolore della
219 III, 8 | Signa nel ronzìo musicale e assonnante ricordo quel profondo silenzio:
220 IV, 10| accende~E la fiamma titilla ed assorbe~I resti magnificenti del
221 IV, 5 | preludio che tremola si assorda riprende si afforza e libero
222 IV, 3 | atomo lottava nel turbine assordante nel lugubre fracasso della
223 IV, 4 | velocemente come pazzi, ciascuno assorto in ció che formava l’unico
224 I, 1 | guardarlo con uno sguardo assurdo lucente e vuoto. E la donna
225 IV, 3 | Lentamente gradatamente io assurgevo all’illusione universale:
226 III, 2 | onde telluriche.~ ~L’ultimo asterisco della melodia della Falterona
227 I, 1 | luce sanguigna io fissavo astretto attonito la grazia simbolica
228 I, 1 | inquiete a trivellare l’atmosfera carica di luci orgiastiche:
229 IV, 3 | di un cataclisma: dove un atomo lottava nel turbine assordante
230 IV, 6 | ancora la faccia a destra atona e contratta e sulla guancia
231 I, 1 | fissavo le nubi che sembravano attardarsi curiose un istante su quel
232 III, 1 | stazionato a lungo i Castagnini attendendo il sole, aduggiati da una
233 III, 1 | selvaggie dello sprone l’attendessero levarsi dal paesaggio ignoto.
234 I, 1 | strisciare dei loro passi che si attenuavano. Dalla vecchia taverna a
235 I, 1 | rivelazione dei suoi occhi atterriti di voluttà intricarono una
236 IV, 6 | Tutto pareva naturale ed atteso. Ricordavamo l’incontro
237 IV, 3 | oscillando: – per un meraviglioso attimo immutabilmente nel tempo
238 III, 10| di una razza eroica, mi attira non ostante il tempo ancora
239 I, 1 | specchi impallidite nella loro attitudine di sfingi: e ancora tutto
240 I, 1 | delle signorine del paese attonite di quel mistero. «È così
241 I, 1 | sanguigna io fissavo astretto attonito la grazia simbolica e avventurosa
242 I, 2 | moresche si caricavano e si attorcevano di mostruosi portenti neri
243 IV, 8 | balconi i sostegni di marmo si attorcono in se stessi con bizzarria.
244 I, 1 | coi neri capelli agilmente attorti sulla testa sculturale barbaramente
245 IV, 6 | parte immota che sembrava attrarlo irresistibilmente: vedevo
246 I, 1 | rosa, pallida e grassa, la attrasse: entrai. Una antica e opulente
247 I, 1 | stringendo il ventaglio. Fu attratta verso la baracca: la sua
248 | Attraverso
249 I, 2 | resta o resta o resta! Non attristarti o Sole! Aprimmo la finestra
250 IV, 3 | deliziosamente dai rumori attutiti del bivacco. I miei pensieri
251 IV, 4 | barbe blonde~Fulgurante au coin 10~Ton âme je vis aussi~
252 I, 1 | capelli fluidi e la chioma augusta dell’albero della vita si
253 I, 2 | fior del sogno, voi giovani aurighe per le vie leggere del sogno
254 IV, 4 | au coin 10~Ton âme je vis aussi~Par le gouffre ré jetée~
255 III, 1 | ed elegante, semplice e austero, vera mente toscano. Tra
256 I, 1 | Entrammo. Dei visi bruni di autocrati, rasserenati dalla fanciullezza
257 I, 1 | scalcinati: egli seguiva, autòma. Diresse alla donna una
258 III, 12| telegrafici che si susseguivano automaticamente.~ ~Dalla breccia dei bastioni
259 III, 12| avvicinandosi a piccole scosse automatiche, rialzando la gorgiera carnosa
260 I, 1 | ritornelli degli organi automatici e una decorazione floreale,
261 III, 2 | vittoriosa dei giovani abeti, l’avanguardia dei giganti giovinetti serrati
262 IV, 10| delle navi:~I palazzi marini avevan bianchi~Arabeschi nell’ombra
263 III, 1 | sfondo lontano dei dolci avvallamenti dove sfumava la valle barbarica,
264 III, 8 | pel vico quando qualche avventore entra. In faccia nel vico
265 IV, 10| felicità.~Già a frotte s’avventurano~I viaggiatori alla città
266 I, 1 | cancelli d’argento delle prime avventure le antiche immagini, addolcite
267 I, 1 | infinito, apparendo le immagini avventurose delle cortigiane nella luce
268 I, 1 | io ero stato si trovava avviato verso la torre barbara,
269 III, 12| specchio i corpi ignudi avvicendano muti: e i corpi lassi e
270 III, 12| copiosamente romantici, avvicinandosi a piccole scosse automatiche,
271 III, 12| della via. La sartina e l’avvocato ridono e chiacchierano.
272 III, 1 | Vergine eletta, e un cirro azzurreggia nel cielo e un anfora classica
273 III, 4 | Varcaron lentamente in un azzurreggiare:~Lontani tinti dei varii
274 III, 3 | per valli, in fin che in azzurrina~Serenità, dall’aspre rocce
275 III, 3 | note velate~Nel silenzio azzurrino~ ~ ~L’aria ride: la tromba
276 III, 1 | La Verna)~ ~«Francesca B. O divino santo Francesco
277 II, 6 | notte~Di fiera della perfida Babele~Salente in fasci verso un
278 III, 9 | filosofia.~ ~Il museo. Ribera e Baccarini. Nel corpo dell’antico palazzo
279 III, 3 | teoria:~Nell’aria non so qual bacchico canto~Salgono: e dietro
280 IV, 8 | Dio d’oro del crepuscolo bacia le grandi figure sbiadite
281 I, 2 | dai fumi di viola, in alto baciato di una stella di luce era
282 III, 12| volgo e vedo il classico, baffuto, colossale emissario~Ah!
283 I, 3 | un sor riso con un vago bagliore che è negli occhi il ricordo
284 I, 1 | ancora lontano: crosciava bagnando antiche città desolate,
285 IV, 7 | dalle travi nere, dalle balaustrate aperte che vegliavano deserte
286 IV, 8 | serene. E l’amaro, l’acuto, balbettìo del mare subito spento all’
287 II, 2 | ed anela in alto al mio balcone:~E in aroma d’alloro,~In
288 I, 1 | finestre mute: a lato in un balenìo enorme la torre, otticuspide
289 III, 3 | vivi lanci: i nostri cuori~Balzano: e grida ed oltrevarca i
290 IV, 5 | fuga veloce. Sulla poppa balzante io già ero portato lontano
291 I, 1 | Pampa si udì chiaramente un balzare uno scalpitare di cavalli
292 III, 1 | capelli bianchi e dal viso di bambina. Lei calma gli spiega le
293 III, 10| stridente e irritante. Le bambine dei Bohemiens, i capelli
294 III, 10| violentemente eccitante tra le due bande di capelli lisci nell’immobilità
295 IV, 10| Instancabilmente introna~E la bandiera è calata e il mare e il
296 IV, 7 | laggiù i riflessi d’oro delle bandiere e delle navi che varcavano
297 I, 1 | ventaglio. Fu attratta verso la baracca: la sua vestaglia bianca
298 III, 10| Parigi, Place d’Italie, le baracche, i carrozzoni, i magri cavalieri
299 I, 1 | attorti sulla testa sculturale barbaramente decorata dall’occhio liquido
300 I, 1 | forza misteriosa di un mito barbaro, gli occhi gorghi cangianti
301 IV, 4 | pourrissante d’elle même.~Se vis ta barbe blonde~Fulgurante au coin
302 IV, 4 | di contadini russi teste barbute tutte, teste, teste, ancora
303 III, 1 | distese, leggera come una barca sul mare. Addio colomba,
304 IV, 1 | Barche amorrate~ ~Le vele le vele
305 III, 2 | lontano. Venere passa in barroccio accoccolata per la strada
306 III, 8 | nel canale delle colline basse e monotone toccando le piccole
307 III, 1 | memoria, ripidi colossali bassorilievi di colonne nel vivo sasso:
308 III, 12| automaticamente.~ ~Dalla breccia dei bastioni rossi corrosi nella nebbia
309 III, 10| piccolo viso armato dell’ala battagliera del vostro cappello, la
310 IV, 2 | armoniosi~Portando i cappelloni battaglieri~Che armavano di un’ala gli
311 I, 1 | selvaggia mi fissava senza batter ciglio. La luce era scarsa
312 IV, 10| intorno~Lucea la sera ambigua:~Battevano i fanali~Il palpito nell’
313 III, 12| tirano fuori la testa dal bavero come bestie stupite. Tutto
314 IV, 7 | giocondità dello Scirocco mi beavo dei suoi soffii tenui. Vedevo
315 IV, 5 | alberi una certa melodia beffarda nell’aria, una melodia che
316 III, 8 | losche. Grida e richiami beffardi e brutali si spandono pel
317 IV, 4 | scriveva~Non essendovi in Belgio l’estradizione legale per
318 III, 8 | prostitute disfatte a cui il belletto dà un aspetto tragico di
319 IV, 3 | ondulazioni come di dorsi di belve in agguato: selvaggia, nera,
320 III, 2 | azzurro. Il fiume canta bene la sua cantilena. E’ un’
321 IV, 10| mille~E mille e mille occhi benevoli~Delle Chimere nei cieli:~
322 III, 2 | guerriera, amante, mistica, benigna di nobiltà umana antica
323 IV, 10| e le sfingi sui frontoni~Benigne un primo oblìo parvero ai
324 III, 9 | rete nera a triangolo a berretta ricade su una spalla che
325 IV, 5 | sornione! Non so se fosse la bestialità irritante del mare, il disgusto
326 III, 12| la testa dal bavero come bestie stupite. Tutto mi è indifferente.
327 IV, 5 | disgusto che quel grosso bestione col suo riso mi dava...,
328 IV, 3 | vaso e succhiai la calda bevanda.~ ~Gettato sull’erba vergine,
329 III, 7 | Il mio passo~Solitario~Beve l’ombra~Per il Quais)~Ne
330 IV, 6 | riprese, sifilitico alla fine, bevitore, scialacquatore, con in
331 III, 2 | pianura, sulle rive dei fiumi bevuti dalla terra avida là dove
332 I, 1 | sangue tiepido era certo bevuto dalla terra: ora la luce
333 I, 3 | infinito fioriscono sfioriscono bianchezze di trine. La portiera nello
334 III, 1 | potente un frate..... da Bibbiena intarsiò mezze figure di
335 III, 10| Entravo, ricordo, allora nella biblioteca: io che non potevo Manuelita
336 III, 8 | tinnire di piatti e di bicchieri: risa dei maschi dalle dita
337 IV, 8 | brunite d’ombra e di luce, si bisbigliano all’orecchio al riparo delle
338 III, 8 | botteghe di rigattieri, bislacchi ottoni disparati. Un’osteria
339 IV, 6 | mare era tutta abbagliante. Bisognava mangiare. Andiamo!~ ~Avevo
340 IV, 3 | dai rumori attutiti del bivacco. I miei pensieri fluttuavano:
341 IV, 8 | attorcono in se stessi con bizzarria. La grande finestra verde
342 IV, 4 | elle même.~Se vis ta barbe blonde~Fulgurante au coin 10~Ton
343 IV, 10| and cover'd with~the boy's~blood~ ~Ringrazio i signori sottoscrittori,
344 III, 10| irritante. Le bambine dei Bohemiens, i capelli sciolti, gli
345 I, 1 | conversari dell’inverno bolognese, frigido e nebuloso come
346 I, 1 | aveva i capelli ricciuti. Le bolognesi somigliavano allora a medaglie
347 III, 2 | Son capitato in mezzo a bona gente. La finestra della
348 III, 3 | dall’aspre rocce dato~Un Borgo in grigio e vario torreggiare~
349 III, 1 | nell’antico paese chiuso dai boschi. Ho lasciato Castagno: ho
350 III, 8 | marmi e fa nascere Venere Botticelliana: I pollini del desiderio
351 IV, 9 | l’orologio verde come un bottone in alto aggancia il tempo
352 II, 4 | languente.~Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera
353 IV, 10| torn~and cover'd with~the boy's~blood~ ~Ringrazio i signori
354 IV, 6 | abbracciammo. Come va? Come va? A braccetto lui voleva condurmi in campagna:
355 IV, 7 | dell’omero servile, del braccio, onusti di giovinezza: muta.~ ~(
356 II, 7 | misteriose 5~C’è chi scende brancolando:~Dietro i vetri rilucenti~
357 III, 12| compagno di scuola, già allora bravissimo ed ora di già in belle lettere
358 III, 12| automaticamente.~ ~Dalla breccia dei bastioni rossi corrosi
359 IV, 5 | raccoglie e la culla un brevissimo istante e la rigetta in
360 III, 9 | aguzzo su Sileno osceno briaco. L’eco dei secchi accordi
361 IV, 10| posa~Nel crepuscolo che brilla~Negli alberi quieti di frutti
362 I, 1 | capelli ispidi e dagli occhi brillanti chiedeva in sussulti dal
363 I, 1 | della porta aperta le stelle brillarono rosse e calde nella lontananza:
364 IV, 3 | traverso i secoli. Le idee brillavano della più pura luce stellare.
365 I, 1 | della lampada stellare, brillò la luce della sera d’amore.~ ~
366 I, 1 | scendeva messaggio d’oro dei brividi freschi della notte.~ ~Venne
367 III, 4 | cassero a noi ne appariva bronzina~Una fanciulla della razza
368 III, 1 | una fiamma pallida e fulva bruciano le erbe del camposanto.~ ~
369 I, 2 | notte accesa in tutto il suo brulicame di stelle e di fiamme. Avanti
370 IV, 8 | via le perfide fanciulle brune mediterranee, brunite d’
371 IV, 8 | fanciulle brune mediterranee, brunite d’ombra e di luce, si bisbigliano
372 IV, 7 | sentiva l’attesa. In un brusìo di voci tranquille le voci
373 IV, 4 | clameur 5~Du grouillement brutal~d’une lâche humanité~Se
374 III, 8 | Grida e richiami beffardi e brutali si spandono pel vico quando
375 IV, 5 | se stesse per aprirsi un bubbone. Ascoltavo il gorgoglio
376 IV, 5 | bastimento, ballasse fino a BuenosAires: questo dava allegria: e
377 | buon
378 IV, 3 | della terra selvaggia e buona. Ora assopito io seguivo
379 III, 12| glu mostrando i denti, in caccia, sembra, di tutti i nemici
380 IV, 8 | teatrali e pare fuggano cacciate verso qualche inferno in
381 IV, 10| marini nell’ambigua~Sera cacciava il vento tra i fanali~Preludii
382 I, 1 | alla donna una parola che cadde nel silenzio del meriggio:
383 IV, 10| di mare con rauche grida cadenti~Su la bilancia immota:~Così
384 I, 2 | si componeva in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile
385 IV, 9 | la città odo le ritmiche cadenze mediterranee. I colli mi
386 III, 12| passata. La neve seguita a cadere e si scioglie indifferente
387 III, 3 | infiniti albori~Vigili, calan trepidi pei monti,~Tremuli
388 IV, 9 | dove vicoli verdi di muffa calano in tranelli d’ombra: in
389 IV, 6 | poi io lo decisi invece a calare sulla riva del mare. Stesi
390 I, 1 | meridiano.~ ~Era intanto calato il tramonto ed avvolgeva
391 IV, 8 | clamore della via che ripida calava al mare. Le insegne rosse
392 IV, 3 | Ricevetti il vaso e succhiai la calda bevanda.~ ~Gettato sull’
393 I, 1 | stelle brillarono rosse e calde nella lontananza: l’ombra
394 III, 10| taverna lontana tra il soffio caldo del vizio noi là nell’incertezza
395 I, 1 | femmine cantavano nella caldura. Ai confini della campagna
396 IV, 10| dell’infinito~Ne la sera~Calida di felicità, lucente~In
397 III, 10| lontano da voi, verso le calme oasi della sensibilità della
398 IV, 3 | aveva dato: un più dolce calor naturale era nel mistero
399 I, 1 | gravezza rossa nell’aria, e il camminare accanto ci aveva illanguiditi
400 I, 1 | collana dal collo ignudo, camminava ora a tratti inesperta stringendo
401 IV, 4 | rigettato come da onde ostili. Camminavano velocemente come pazzi,
402 III, 2 | lontana con il suo leone) e i campanili si affollano e nel nereggiare
403 III, 1 | fulva bruciano le erbe del camposanto.~ ~Sulla Falterona, (Giogo)~ ~
404 III, 8 | silenzio dei più profondi: nel canale delle colline basse e monotone
405 I, 1 | della città, mentre una candela schiariva il terreno nudo.
406 I, 1 | barbaro, gli occhi gorghi cangianti vividi di linfe oscure,
407 I, 1 | barbaglio lontano di un canneto lontane forme ignude di
408 IV, 7 | inoltrai nel verde e il cannone tonò mezzogiorno: solo coi
409 III, 2 | e curvare le cupe foglie canore come una messe di canti
410 III, 3 | incantato, è al suo murmure, canoro~Che vive per miriadi di
411 III, 3 | canuta il cuculo sente a cantare.~E il semplice cuore provato
412 III, 3 | gli orizzonti:~La gentile canuta il cuculo sente a cantare.~
413 I, 2 | notturni.... Dal giardino una canzone si rompe in catena fievole
414 II, 6 | lampade elettriche~ ~Una canzonetta volgaruccia era morta~E
415 I, 1 | fremere le chitarre là nella capanna d’assi e di zingo sui terreni
416 IV, 10| vacillante~O siciliana, ai capezzoli~L’ombra rinchiusa tu eri~
417 III, 4 | Del continente nuovo la capitale marina.~Limpido fresco ed
418 III, 2 | Marradi (ottobre)~ ~Son capitato in mezzo a bona gente. La
419 III, 12| avvolte in pelliccie, i cappelli copiosamente romantici,
420 III, 1 | conscii e tranquilli sotto il cappellone monacale. Sulle stoppie
421 IV, 2 | andavano armoniosi~Portando i cappelloni battaglieri~Che armavano
422 III, 1 | profilate catene notturne. Caprese, Michelangiolo, colei che
423 IV, 8 | segreto delle imposte la capricciosa speculatrice, la tiranna
424 I, 2 | melodia di carezze. Ricordo cara: lievi come l’ali di una
425 IV, 5 | fetido odore di catrame e di carbone misto al nauseante odor
426 IV, 5 | Domenica. Per il porto pieno di carcasse delle lente file umane,
427 I, 2 | avevi rapito una melodia di carezze. Ricordo cara: lievi come
428 I, 2 | angolo delle porte, bianche cariatidi di un cielo artificiale
429 I, 1 | a trivellare l’atmosfera carica di luci orgiastiche: ora
430 I, 2 | calata. Le porte moresche si caricavano e si attorcevano di mostruosi
431 III, 12| somiero rampa con il suo carico di nera scienza catalogale~ ~
432 IV, 4 | l’ufficio i Frati della Carità Cristiana.~ ~ ~
433 III, 3 | è lo spirto) vanno muti carmi~A la notte: a la notte:
434 III, 2 | soffio di grazia: nobiltà carnale e dorata, profondità dorata
435 I, 1 | io stringevo Lei, dalle carni rosee e dagli accesi occhi
436 III, 12| automatiche, rialzando la gorgiera carnosa come volatili di bassa corte.
437 I, 1 | sparivano a tratti sui carrettini dietro gli svolti verdi.
438 III, 10| d’Italie, le baracche, i carrozzoni, i magri cavalieri dell’
439 I, 1 | traendo essa da un mazzo di carte lunghe e untuose strane
440 III, 1 | Mi rallegra il buon odore casalingo di spigo e di lavanda dei
441 III, 1 | guerriere dei castelli del Casentino. Intorno è un grande silenzio
442 III, 1 | piano di Toscana: Castagno, casette di macigno disperse a mezza
443 III, 10| del sogno vagabondare a caso per quartieri ignoti fino
444 III, 4 | passavanolente:~Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina~
445 III, 1 | hanno stazionato a lungo i Castagnini attendendo il sole, aduggiati
446 IV, 3 | penetrava con la velocità di un cataclisma: dove un atomo lottava nel
447 III, 12| suo carico di nera scienza catalogale~ ~Sull’uscio di casa mi
448 III, 1 | enormi rocce gettate in cataste da una legge violenta verso
449 III, 1 | magnifico teso in forza di catastrofe sotto gli ammucchiamenti
450 I, 1 | ebete e sola nella luce catastrofica.~ ~Non seppi mai come, costeggiando
451 III, 1 | montagna riprese il suo sogno catastrofico. Il canto breve: le tre
452 I, 2 | una canzone si rompe in catena fievole di singhiozzi: la
453 IV, 10| portico grande: Come le cateratte del Niagara Canta, ride,
454 III, 2 | pellegrini che pensosi andate! Catrina, bizzarra figlia della montagna
455 III, 12| frangere ai piedi della cattedra. Già è l’ora! vado a infangarmi
456 III, 4 | sconfinata marina:~E vidi come cavalle~Vertiginose che si scioglievano
457 III, 1 | sogno: come in un sogno cavalleresco!~ ~Esco: il piazzale è deserto.
458 III, 1 | che lascia dietro a sè una cavalleria di screpola ture screpolature
459 I, 1 | balzare uno scalpitare di cavalli selvaggi, il vento si udì
460 III, 2 | tu scesa allora dal tuo cavallo tu allora guardavi: tu che
461 III, 1 | si gonfia come un enorme cavallone pietrificato, che lascia
462 IV, 10| Mentre tu siciliana, dai cavi~Vetri in un torto giuoco~
463 I, 1 | canto che il cuore di Santa Cecilia accorda col cielo latino,
464 IV, 9 | torricella rosa tra l’edera che cela una campana: mentre, accanto,
465 III, 4 | crepuscolo d’oro la bruna terra celando~Come una melodia:~D’ignota
466 IV, 4 | Russe tu m’apparus~Soudain, céléstial~Parmi de la clameur 5~Du
467 IV, 10| mediterranea~S’è fusa in pietra di cenere:~Pei vichi antichi e profondi~
468 III, 8 | paesaggio...~ ~Nel vico centrale osterie malfamate, botteghe
469 III, 12| vede subito che siamo in un centro di cultura. Guardano a volte
470 III, 1 | anima improvvisamente sola cerca un appoggio una fede nella
471 IV, 4 | occhi spaventati e vuoti, io cercando in fondo degli occhi grigioopachi
472 I, 1 | infeconde inconsciamente cercanti il problema della loro vita.
473 III, 2 | dintorno, inginocchiata cercava di consolarla: ma lei non
474 III, 1 | tratti traspare il sorriso di Cerere bionda: limpidi sotto la
475 | certa
476 I, 1 | spezzati a terra gli strumenti, cessato già sui sempre verdi paesaggi
477 III, 12| sartina e l’avvocato ridono e chiacchierano. I cocchieri imbacuccati
478 III, 2 | neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritorno:
479 I, 2 | bellezza, alitarono a una più chiara luce le mie membra nella
480 IV, 7 | riflettevano laggiù sul lastrico chiazzato in riflessi argentei su
481 I, 1 | corpo vulcanizzato, due chiazze due fori di palle di moschetto
482 I, 2 | trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi
483 IV, 6 | leggeri noi non pensammo a chiedercelo. Parlammo, parlammo, finchè
484 I, 1 | e dagli occhi brillanti chiedeva in sussulti dal suo corpo
485 IV, 4 | pensiero: quella sera non chiesi altro. Vidi che intorno
486 IV, 4 | L’étreinte désespérée~Des Chimères fulgurantes 15~Dans le miasme
487 III, 2 | acacia sa profilarsi come un chimerico fumo. Le stelle danzavano
488 II, 3 | Ha aperte sull’infinito?~Chinan l’ore: col sogno vanito~
489 I, 1 | segreto delle stelle, tutta un chinarsi sull’abisso» . Ero bello
490 III, 10| magnetismo di quando voi chinaste il capo, voi fiore meraviglioso
491 I, 2 | d’amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola, tu ad
492 III, 2 | di Maupassant e di Jammes chine l’ovale pallido sulla tapezzeria
493 III, 3 | ed in torpidi gorghi la chiostra di rocce~Lambe ed involge
494 III, 1 | tintinna nella tristezza del chiostro: e pare il giorno dall’ombra,
495 III, 8 | una ragazza bruna con una chitarra mostra i denti e il bianco
496 IV, 4 | segreto! Ora io lo vedevo chiudersi gli orecchi per non udire
497 I, 2 | dolcemente gli scuri si chiudessero su di una duplice ombra.
498 I, 1 | riso incosciente si univa e chiudeva il corteo.~ ~Strisciavano
499 III, 9 | della tradizione classica chiudono la loro forza tra le ciglia.~ ~ ~
500 III, 1 | allagate. Una ragazza in ciabatte passa che dice rimessamente:
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