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Dino Campana
Canti orfici

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  • LA VERNA
    • Immagini del viaggio e della montagna
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Immagini del viaggio e della montagna

 

... poi che nella sorda lotta notturna

La più potente anima seconda ebbe frante le nostre

catene

Noi ci svegliammo piangendo ed era l’azzurro mattino:

Come ombre d’eroi veleggiavano:

De l’alba non ombre nei puri silenzii

De l’alba

Nei puri pensieri

Non ombre

De l’alba non ombre:

Piangendo: giurando noi fede all’azzurro

 

Pare la donna che siede pallida giovine ancora

Sopra dell’erta ultima presso la casa antica:

Avanti a lei incerte si snodano le valli

Verso le solitudini alte de gli orizzonti:

La gentile canuta il cuculo sente a cantare.

E il semplice cuore provato negli anni

A le melodie della terra

Ascolta quieto: le note

Giungon, continue ambigue come in un velo di seta.

Da selve oscure il torrente

Sorte ed in torpidi gorghi la chiostra di rocce

Lambe ed involge aereo cilestrino....

E il cuculo cola più lento due note velate

Nel silenzio azzurrino

 

 

L’aria ride: la tromba a valle i monti

Squilla: la massa degli scorridori

Si scioglie: ha vivi lanci: i nostri cuori

Balzano: e grida ed oltrevarca i ponti.

E dalle altezze agli infiniti albori

Vigili, calan trepidi pei monti,

Tremuli e vaghi nelle vive fonti,

Gli echi dei nostri due sommessi cuori.....

Hanno varcato in lunga teoria:

Nell’aria non so qual bacchico canto

Salgono: e dietro a loro il monte introna:

 

E si distingue il loro verde canto.

 

Andar, de l’acque ai gorghi , per la china

Valle, nel sordo mormorar sfiorato :

Seguire un’ala stanca per la china

Valle che batte e volge: desolato

Andar per valli, in fin che in azzurrina

Serenità, dall’aspre rocce dato

Un Borgo in grigio e vario torreggiare

All’alterno pensier pare e dispare,

Sovra l’arido sogno, serenato!

O se come il torrente che rovina

E si riposa nell’azzurro eguale,

Se tale a le tue mura la proclina

Anima al nulla nel suo andar fatale,

Se alle tue mura in pace cristallina

Tender potessi, in una pace uguale,

E il ricordo specchiar di una divina

Serenità perduta o tu immortale

Anima! o Tu!

 

 

La messe, intesa al misterioso coro

Del vento, in vie di lunghe onde tranquille

Muta e gloriosa per le mie pupille

Discioglie il grembo delle luci d’oro.

O Speranza! O Speranza! a mille a mille

Splendono nell’estate i frutti! un coro

Ch’è incantato, è al suo murmure, canoro

Che vive per miriadi di faville!....

Ecco la notte: ed ecco vigilarmi

E luci e luci: ed io lontano e solo:

Quieta è la messe, verso l’infinito

(Quieto è lo spirto) vanno muti carmi

A la notte: a la notte: intendo: Solo

Ombra che torna, ch’era dipartito.....

 

 




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