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Rustico Filippi Sonetti IntraText CT - Lettura del testo |
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XXXVI
Merzé, madonna, non mi abandonate, e non vi piaccia ch'io stessi m'aucida; poi che venne da voi questa amistate, dovetemi esser donna, porto e guida. 4
Durar non posso più, se mi tardate conven per ben la morte mi conquida. piacciavi ch'io diporti e giochi e rida. 8
In voi è la mia morte e la mia vita: oi, donna mia, traetemi di pene; se nol fate, la vita a mort'è gita. 11
E se di me, madonna, a voi sovene, la mia faccia dogliosa e scolorita ritornerà 'n istato di gran bene. 14
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