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Rustico Filippi
Sonetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • XLIII
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XLIII

 

Amor, poi che del mio mal non vi dole,

più siete inver' di me fero che fera;

Amor, guardate inver' le mie parole:

s'aggio fallato, piacciavi ch'io pèra.                                          4

 

E s'io nonn-ho mancato, come sole

lo mio cor ritornate a quella spera,

che tanto quanto guarda o gira il sole

più doglioso di me merzé non chera.                                        8

 

Oi Morte, chi t'apella 'dura Morte'

non sente ciò ched io patisco e sento,

ché, se mi vuoli aucider, mi conforte;                                       11

 

ché la mia vita passa ogni tormento.

Oi Morte, perché l'arma non ne porte

e falla far dal secol partimento?                                               14

 

 




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