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Rustico Filippi
Sonetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • XLV
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XLV

 

Unqua per pene ch'io patisca amando,

lasso, già non vorria disamorare:

omè, che per aver disiderando,

ciò ch'io sostegno non porria mostrare.                                    4

 

Ché solo pur le lagrime ch'io spando

sovente fannomi maravigliare;

e quanto più languisco e vo penando,

alor si ferma il cor meo più d'amare.                                        8

 

E s'ïo ardisse d'incolpare Amore,

eo diceria ch'avesse di me torto,

dapoi che fuor di me nonn-è dolore.                                        11

 

Se non che spero ancor d'aver conforto,

dov'è grande pregio e gran valore:

sol è colpa d'Amor s'io pene porto.                                         14

 

 




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