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Rustico Filippi
Sonetti

IntraText CT - Lettura del testo

  • LIV
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LIV

(MADONNA)

 

Oi amoroso e mio fedele amante,

amato più di null'altro amadore,

se tu ti doli, i' aggio pene tante

ch'ardo tutta ed incendo per amore.                                        4

 

E se lo core meo fosse diamante,

non doveria aver forzavalore;

e se di doglia in cera fai sembiante,

eo sono, eo, quella che la porto in core.                                  8

 

Amore meo, cui più coralmente amo

ch'amasse già mai donna suo servente,

e che non fece Tisbïa Prïamo,                                                  11

 

l'atender non ti sia disavenente,

ched io tanto del cor disio e bramo

che picciol tempo, amor, serai atendente.                                14

 

 




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