Scena IV

VECCHIA, CARLO paggio del Duca vestito da sposa, MATRONA e GENTILDONNA.

VECCHIA La più bella festa del mondo: il Signore ha dato ad intendere a tutta la corte, che dà istasera moglie al suo Marescalco, e vedendo che ciascuno il crede, ci ha fatto vestire Carlo da Fano in vece de la sposa, che si è dato nome di dargli: Ah, ah, ah, eccogli fuora!
CARLO Io faccio miracoli, e di maschio son diventato femina, ah, ah; il Marescalco mi ha a dar l'anello, ah, ah, ah!
MATRONA A la fé buona che ogni persona crederebbe che tu fossi una fanciulla, a l'aria, a le parole, a i modi et a l'andare, ah, ah!
GENTILDONNA A la croce di Dio che voi dite il vero. Io so che le sue guance non hanno avuto bisogno di belletto.
MATRONA Tu hai inteso come tu debbi tener gli occhi.
CARLO Bassi così?
MATRONA Bene.
CARLO Con la testa umile e chinata un poco a questo modo, eh?
MATRONA Sì; sta savio, vergognoso e riverente, e come viene lo sposo novello, affige gli occhi in terra, e non guardar mai niuno in viso. E fatta la dicerìa non dir di sì, se non a le tre volte, sai.
CARLO Madonna, sì.
MATRONA Provati un poco.
CARLO Con gli occhi così guardando in giù, con la bocca a questa foggia, facendo le riverenze così e così, et a la terza volta risponderò: Signooor sìii.
GENTILDONNA Che mi venga la morte, se mai ho visto sposa far sì bene, ah, ah, ah!
MATRONA Non la guastar con le risa.
CARLO Non dubitate.
GENTILDONNA Non ti scordar di mettergli la lingua in bocca, che così piace al Signore.
CARLO Non mi scorderò.
GENTILDONNA Ora ecco la casa del Conte: innanzi matrona.
MATRONA Pur voi gentildonna.
GENTILDONNA Pur voi matrona.
MATRONA Anzi voi.
GENTILDONNA Tocca a voi.
VECCHIA A me tocca, che son la più vecchia.
CARLO Anzi a me, che son la sposa.
MATRONA Così è, entrate, sposa, e voi altre tutte insieme.