Scena
V
MARESCALCO e AMBROGIO
MARESCALCO Fino ai pazzi si togliono piacere del fatto mio,
anco Ser Polo mi berteggia. Così va il mondo.
AMBROGIO Giuro a Dio che il Signore ti ha fatto un gran favore; egli ti ha
parlato da compagno; or toglila e contentalo con tuo utile.
MARESCALCO Che tu stimi utile il tor moglie eh?
AMBROGIO Utilissimo.
MARESCALCO Hai tu avuto mogliera?
AMBROGIO Io la ho, e tuttavia.
MARESCALCO Ch'ella ti si levassi dinanzi, tu non le giresti dietro per
riaverla.
AMBROGIO Le girei e non le girei; pure fa a senno del Signore, e non errerai,
perché egli è il diavolo a esser Signore, e bisogna pregare Iddio che non li
venga de le voglie, che tosto che gli sono venute, beati coloro che non
darebbeno un bagato de l'onore del mondo; ma tacciamo dei signori, ché più
pericolo è a mentovargli in vano che messer Domenedio, e per tornare a la tua
moglie...
MARESCALCO Non mi dir tua. se vuoi ch'io ti ascolti.
AMBROGIO Questa, che si dice che sarà tua.
MARESCALCO Sta bene.
AMBROGIO Si contano miracoli de le sue virtù, e non c'è dubbio che, s'elle
avessero un'oncia de le migliara de le libre che si gli dà innanzi che si
maritino, beato chi le toglie.
MARESCALCO Che non riescono a la misura?
AMBROGIO Niente, e, per parlarti schietto, a me fu dato ad intendere che la mia
era la Sibilla e la fata Morgana, e tolta ch'io l'ebbi, la minor virtù ch'ella
abbi, è il farmi i figliuoli senza ch'io ci duri una fatica al mondo, e credo che
quelli che tengo per miei, o che si tengono miei per parlar corretto,
appartenghino a me, quanto San Giuseppe a Cristo.
MARESCALCO E non la ammazzi?
AMBROGIO A che proposito la debb'io ammazzare?
MARESCALCO Per levarti il vituperio da gli occhi.
AMBROGIO Ah, ah, io vorrò dunque esser più savio di tanti gran maestri, i quali
non solo non castigano le mogli de le fusa torte, ma si fanno fratelli e
compari gli amanti loro?
MARESCALCO A me non l'accoccherà ella.
AMBROGIO E per finire di dirti, questa tua...
MARESCALCO Che t'ho io detto?
AMBROGIO Non mi rammento.
MARESCALCO Che non dica tua.
AMBROGIO Così farò; dico che costei o colei, che si debba dire, la quale il
Signore vorrebbe che fosse tua, è lodata bestialissimamente.
MARESCALCO Dammi la fede.
AMBROGIO Eccola.
MARESCALCO Tolgola o non la tolgo? consigliami in conscienza.
AMBROGIO Eh, quando...
MARESCALCO Tu fai un gran masticare.
AMBROGIO Ho io a dire il mio parere per la verità, o per soddisfarti?
MARESCALCO Per la verità.
AMBROGIO Non la torre, non te ne impacciare, ché per Dio, per Dio, tu te ne
pentirai.
MARESCALCO Adesso sì che io ti tracredo, e certo conosco che tu mi ami, e ti
sono schiavo in eterno.
AMBROGIO Ascolta una particella de la qualità loro.
MARESCALCO Ascolto.
AMBROGIO Tu torni la sera a casa stanco, fastidito e pieno di quelli pensieri
che ha chi ci vive, ed eccoti la moglie incontra; parti ora questa di tornare a
casa? o da le taverne o da le zambracche si viene, ben lo so bene; a questo
modo si tratta la buona moglie come sono io? a fare, a far sia; e tu, che ti
credi consolare con la cena, entri in collera, e sofferto un pezzo, se le
rispondi, ella ti si ficca su gli occhi con le grida: e tu non mi meriti, tu
non sei degno di me, e simili altre loro dicerìe ritrose, di modo che, fuggita
la voglia del mangiare, ti colchi nel letto, ed ella dopo mille rimbrontoli ti
entra a lato con uno: sia squartato chi mi ti diede; ad un Conte, ad un
Cavaliere potea maritarmi; ed entrata a squinternare la sua geonologia, diresti
ella è nata del sangue di Gonzaga, cotanta puzza mena.
MARESCALCO Poi, vuole il Signore ch'io la toglia? no, no.
AMBROGIO Accaderà, che tu la riprenderai d'una de le migliara de le cose che
fanno, degne tutte di treprensione, e, appena apri la bocca, che ella ti si
avventa addosso con uno: non fu a cotesto modo, tu esci del seminato, mettiti
gli occhiali, tu sei fuor di te, inacqualo, dico, tu sei scemo, tu trasandi,
va' fatti rifare, tu sogni, tu frenetichi, sciocco, scimunito, disgraziato; che
gioia, che bel fante, quanti ne fa Dio che non gli torna mai a vedere; hami
inteso? tel so io dire? ho io paura? E se non che il buon marito serra gli
orecchi a cotal rumore, che tanto più alza quanto più crede essere udita,
assordirebbe ed immattirebbe in un medesimo tempo.
MARESCALCO O, o, o, Dio mi aiti.
AMBROGIO Gran disperazione è a sofferire, quando vogliono, che la saja sia
rascia e che il migliaccio sia torta, né c'è ordine che tu gli possa tor la
parola di bocca, sempre: forbici.
MARESCALCO Le veggono con chi hanno a fare.
AMBROGIO Che crudeltà è come elle entrano a berlingare tutto tutto dì dalli,
dalli, mai mai non danno requie a la lingua loro, e contano filastroccole le
più ladre, le più sciocche che s'udissero mai, e guai a chi gli rompesse i
ragionamenti o non le ascoltasse. Invidiose, non ti dico; tosto che veggono una
foggia nuova in dosso a un'altra, le gonfiano, le scoppiano, e tenendoti la
favella, vogliono che per discrezione tu le intenda.
MARESCALCO Che il demonio se le porti.
AMBROGIO Dispettose sono come il cento paia; sempre parlano per dispiacerti.
MARESCALCO Che se ne spenga il seme.
AMBROGIO Ritrose, non ti potrei dire; sempre borbottano, sempre garriscono.
MARESCALCO Che sieno squartate.
AMBROGIO Maldicenti, non ti dico; sempre dan menda a tutte; e la tale ha i denti
neri, e la cotale ha la bocca troppo grande, quella ha la carnagione livida,
quella è piccola, questa non sa favellare, questa non sa andare, chi civetta
per le chiese, chi sta sempre a i balconi, e a chi una cosa, e a chi un'altra
apponendo, quasi esse tutte le virtuti, i costumi, e tutte le bellezze
avessero.
MARESCALCO Io stupisco.
AMBROGIO Disubbidienti al possibile; il Podestà di Sinigaglia è il marito, il
qual comandava e facea da se stesso.
MARESCALCO Contami con tutte queste pratiche, che tolta che l'uomo l'ha,
bisogna stare o morire.
AMBROGIO A ogni cosa è rimedio.
MARESCALCO Come vuoi tu rimediarci, tolta che tu l'hai?
AMBROGIO A dargli di uno abrenuncio ne la testa realmente, come si usa. Ma,
ritornando in proposito, dico che caso che tu l'abbia più nobile di te, sempre
ti rimprovera la degnità de i suoi.
MARESCALCO Mi par già sentire darmi del Marescalco nel capo ad ogni parola.
AMBROGIO Se tu l'hai di te più ricca ad ogni minima cosa che non le piace: se
non fossi io, tu mostreresti le carni, io t'ho ricolto del fango, mi sta bene
ogni male, mi mancavano mariti. Io sono stata gittata via, sfàmati del mio,
consumami, mangiami, bevimi, divorati ciò che c'è.
MARESCALCO Ogni dì saremmo a questo per la dota sua.
AMBROGIO Se tu la vesti pomposamente ognuno bucina: e chi par essere a colui, e
chi par essere a colei? Se tu la mandi domesticamente: il manigoldo se ne
dovrìa vergognare; ella gli diede pur tanta dote che la potrìa vestire, ella è
stata affogata ella è stata pazza a non farsi più tosto monica. Se tu
l'ammonisci per esser baldanzosa, tu acquisti nome di uno asino; se tu le lasci
il freno in su 'l collo, tu sei tenuto trascurato de l'onore; se tu le dai
libertà, il vicinato mormora: se tu la tieni serrata ogn'uno ti chiama geloso e
bestiale.
MARESCALCO Come diavol si ha a fare con esse?
AMBROGIO Chi lo sa te 'l dica.
MARESCALCO O, o, o, che cose son queste?
AMBROGIO Tu non ne sai anco la metà di quello, che prova giornalmente chi è in
fatto, ché sono istorie che non si ponno contare.
MARESCALCO Dimmi qualche cosa de le carezze che elle fanno a i mariti.
AMBROGIO Le maggiori sono il levarti un peluzzo da dosso, il grattarti con un
dito un poco di rognuzza, il ritirarti suso la camiscia, il rassettarti la
berretta in capo, lo spuntarti una unghia ed il darti un fazzoletto bianco; e
simili ciancette son la cenere, con la quale ti serrano gli occhi di modo, che
non è possibile accorgerti de i tradimenti loro, ah, ah, ah.
MARESCALCO Perché ridi tu?
AMBROGIO Rido, e doverei vomitare.
MARESCALCO Perché?
AMBROGIO Pensando a i visi che elle hanno la mattina quando si levano, non ti
vo' dire altro, i polli, che mangiano ogni sporcheria, si farebbeno schifi
d'esse. Sia pur certo che non hanno tanti bossoletti i medici da gli unguenti,
quanti ne hanno loro, e non restano mai d'impiastrarsi, d'infarinarsi e di
sconcacarsi e taccio la manifattura loro nel viso, ritirandosi prima la pelle
con le acque forti, onde innanzi al tempo, di sode e morbide, diventano grinze
e molli, e con i denti di ebano.
MARESCALCO Ah, ah, ah!
AMBROGIO Ma diciamo di quello invernicarsi il volto con tanto belletto? almeno
fussero sì avvedute che lo distendessero egualmente su le guance che, ponendolo
tutto in un luogo, simigliano mascare modanesi.
MARESCALCO Pazzarelle, pettegole, cervelli di oche.
AMBROGIO La architettura, che va in acconciarle, è maggiore che non è quella,
che in uno anno va ne lo arsenale di Vinegia, e ti vo' far ridere nel dirti ciò
che intervenne a una Ninfa lisciata senza discrezione.
MARESCALCO. Che le intervenne?
AMBROGIO L'intervenne, che una Mona, un gattino le saltó nel grembo, e
porgendole la bocca per basciarlo, il gatto le pose le mani, senza lavarsele,
ne l'una e ne l'altra guancia, e ci stampò tutte le dita.
MARESCALCO Ah, ah, ah! Oh, se io l'avessi (che Dio prima mi mandi a porta
inferi), che solenni bastonate che io le darei, caso che ella si dipingesse in
cotal maniera la faccia!
AMBROGIO Non si può così bastonarle, come ti credi.
MARESCALCO Perché?
AMBROGIO Perché elle ti incantano, t'accecano e ti cavano del senno.
MARESCALCO Qualche cosa sarebbe.
AMBROGIO Ma la ruina di Roma e di Fiorenza è stata più discreta che non è
quella, con la quale disfanno, spianano e profondano i meschini mariti che gli
credono; e questi tali per mandarle riccamente, e tagliuzzate, ed indorate,
vanno oggi, e per più unti e più bisunti che i cortigiani del dì d'oggi, e
perché le mogli per le chiese, a le feste ed a i conviti comparischino come
Duchesse e come Imperatrici, stanno i mesi e gli anni in casa; e conosco alcuno
che ha vendute le possessioni, perché la moglie compri i zibellini col capo
d'oro tempestati di gioie, ed i monili di perle, le collane reali, e gli anelli
pontificali, e così loro vendendo, ed esse comperando il temporale e lo
spirituale, hanno tutto, in capo de le fini, ad hebreos fratres.
MARESCALCO È differenzia da gli uomini a le bestie.
AMBROGIO Che di' tu di quelli, che per mandare i cavalli onorevoli a la
carretta de la moglie, cavalcano alcune mule secche, che se non fosse la
discrezione de la coperta, che cela i suoi guidareschi, gli si gridarìa dietro
'dalle, dalle' dal popolo?
MARESCALCO Che poltroni!
AMBROGIO Non ti vo' contare il tempo che elle perdono in consultare in che modo
si debbano acconciare le trecce, pelare le ciglia, brunire i denti e rassettarsi
su la persona, e sempre danno udienza ora ad una maestra di acconciare capi,
ora ad un giudeo maestro di scuffie, e di ventagli, e di guanti profumati, et
ora ad una trovatrice di erbe buone non a mantenere quel poco di bello che esse
hanno, ma buone a farle vecchie, guizze e rance.
MARESCALCO Misericordia!
AMBROGIO Ma ogni loro ribalderìa (che così debbe chiamare ogni loro operare)
sarebbe niente, caso che i disgraziati, i disavventurati e gli affatturati
mariti si potessero assicurare ...; io no l vo' dire.
MARESCALCO Dillo, potta che non dico...
AMBROGIO Del cimiere.
MARESCALCO To' su questa altra; o, o, così si fa a dire il vero a gli amici!
AMBROGIO Ora tu hai inteso una de le cento milia cose che ti potrei dire di
esse, e sappi che i signori Veniziani meritano eterna laude di tutte le azioni
sue. Ma circa l'ordine de le pompe, con il quale affrenano i disordinati
appetiti de le donne loro, son degni di gloria divina, perché se non ci
avessero posto modo, termine e legge, le ricchezze infinite di che avanzano
tutti gli altri, sì come avanzano tutti gli altri di prudenza e di podere, non
basterebbeno un giorno a ornare le mogli.
MARESCALCO A che modo un giorno?
AMBROGIO A modo di archetto, disse il Ciola. Elle sono tanto belle quanto
nobili, e tanto nobili quanto altere, et essendo così, i ricci sopra ricci, gli
cremesi, gli squarciamenti, i ricami, le gioie e le foggie sariano da esse
usate di maniera, che il tesoro accumulato da la virtù veneziana si consumeria
come la neve al sole.
MARESCALCO Tu dovevi fare una comparazione migliore, e dire: si consumerìa,
come si consuma il Marescalco nel pensare a lo avere a tor moglie. Ma secondo
che intendo, le Veneziane hanno meno bisogno de gli ornamenti che gli angeli,
perché son belle smisuratamente.
AMBROGIO È vero: ora vuoi tu altro da me?
MARESCALCO Altro, ah? io non so ciò che mi vorresti più dire; io sono sì
confitto nel mio non volerla per i tuoi ottimi, santi e divini consigli, che
non mi sconficcarebbeno dal proposito mio tutti i Duchi del mondo, non che
questo di Mantova.
AMBROGIO A rivederci, attendi là; ecco chi viene a te, mentre io me ne vado.
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