Scena
IX
M. JACOPO e AMBROGIO
JACOPO Che disputi di savì e di matti?
AMBROGIO Non mi era accorto di voi; ragionava meco de la burla del Marescalco
nostro che cerca il confessore.
JACOPO Il confessore! e perché?
AMBROGIO Perché si crede gire a la giustizia avendo a tor moglie, e non
s'accorge ch'è una fola.
JACOPO Non è fola niente, anzi avrà egli una bella e ricca figliuola.
AMBROGIO Che vi pare del nostro Signore?
JACOPO Mi pare che Dio non ne porrìa fare un migliore.
AMBROGIO Tu parli da savio; ma non sarebbe di Gonzaga, se non fosse buono,
umano e liberale. Ma donde lo hai che sua Eccellenzia gliene dia?
JACOPO Di bonissimo luogo.
AMBROGIO Onde?
JACOPO Di perfetto luogo, dico.
AMBROGIO Puossi mentovare lo uomo?
JACOPO Un che sa ciò che si fa.
AMBROGIO Chi è costui, che sa tante novelle?
JACOPO Il mio barbiere.
AMBROGIO Ah, ah, luogo degno di fede è la barberìa, dove tutti i corrieri del
mappamondo dismontano e portano gli avvisi. Ora andiamo in castello, a ciò che
possiamo pigliare il luogo a la predica a tempo.
JACOPO Andiamo, ad ogni modo siamo pagati per ispensierati: ecco il Pedante del
Comune, che borbotta con la sua castrona pecoraggine.
AMBROGIO Camminiamo, ché s'egli ci si appicca a le spalle, ci assordirà, con il
suo parlare fastidioso.
|