DEDICA

Alla magnanima Argentina Rangona

Pietro Aretino

Onorata Signora. Per non inciampare ne lo errore di quelli, che, avendo figliuole, si credono non pur tenere le mani che non le tocchino, ma gli occhi che non le mirino, ho conchiuso meco di prendere partito di questa mia, che sendo femmina non è punto differente da la natura de le donne, né mi è giovato tenerla mal vestita e inornata, concedendole appena lavarsi il viso con l'acqua pura; ch'al fine mi sono accorto ch'ella conosce ognuno, credendomi che non l'avesse mai vista alcuno; onde io, che veggo in pericolo l'onor suo e il mio, poi che non posso metterle in core di farsi Monica, vedendo la religione in cui allevate nobilissime donzelle poste ai servigi vostri, ve la dono, sperando udire di lei qualcuna di quelle qualità, che il mondo ode di voi, che avete fatto de la casa vostra il tempio di pudicizia; e percbé ella è alquanto baldanzosetta, insegnatele voi, che siete l'esempio dei gentili costumi, a non passare i termini d'onestà, nel far Commedia de la storia del Marescalco, il quale dovea consigliarsi di tor moglie col gran Cavaliere Guido Rangone, che fattolo capace di una parte de le virtù de la sua (che mentre Dio gliela guarda, non dirà mai che Re niuno sia più felice di lui) gli arebbe aperto gli occhi di maniera, che sarebbe corso a pigliarla. Ora o per serva, o per ciò che v'aggrada, degnatevi d'accettarla; cbé in qualunque modo vi stia presso, ella avanzerà tutte le pari sue di grado, come voi con la grandezza de l'animo vostro e col prudente vostro valore avanzate non solo tutte le magnanime donne, ma tutti i Prencipi d'oggidì.