Scena
VII
GIOIELLIERE, MARESCALCO, GIANNICCO e BALIA
GIOIELLIERE Dalla qua, toccala su, buon pro, proficiat; io
sapendo che per te si comperavano, gli ho dato due gioie, che rifarebbeno
l'elmo del Turco fatto a Vinegia da Luigi Cavorlino; oh che vivo spirito, oh
che galante gentiluomo, oh che perfetto sozio.
MARESCALCO Gite, gite a far i fatti vostri.
GIOIELLIERE I fatti miei son quelli de gli amici. ma tu sei fantastico, oggi la
luna è scema; lasciami andare a vedere le medaglie e le statue, et i vasi, che
ha trovato l'abate in un destro antico, fra le quali intendo che c'è la testa
di San Giuseppe di mano di Policleto, et un piede de lo Inprincipio di mano di
Fidia. E veduto il tutto, mi porrò in ordine per andare a Vinegia a barattare
dieci mila plasme a granate e perle, de le quali voglio ricamare, la mia veste
d'oro, riccio sopra riccio, e mente per la gola chi vuol dire che ella sia
stata fatta de le barde di Bartolommeo: io son cavaliere cattolico, e son
gioielliere apostolico, intendimi tu, Marescalco?
MARESCALCO Intèndovi, andate in buon'ora. Che asino è costui! e che vorrà la
mia Balia, che ne viene a me di trotto?
GIANNICCO Io so ciò che ella vuole.
MARESCALCO Bestiuolo, bestiuolo!
GIANNICCO Lo so chiaro.
MARESCALCO Che vuole?
GIANNICCO Che la meniate a le nozze.
MARESCALCO Queste sono le nozze, queste sono le mogli, e questi sono i mariti.
GIANNICCO A questa foggia si assassina chi vi fa piacere?
MARESCALCO Questi sono i piaceri, questi sono i servigl, e questi sono i tuoi
meriti.
BALIA Fatevi scorgere per le piazze; non più, dico; levati di qui, sta' suso
tu, or non più mo.
GIANNICCO Si saprà ben sì, aspettate pure, a me an?
BALIA Fermo, dico; non ti vergogni tu a volergli corrergli dietro?
MARESCALCO Ribaldo, ghiotto!
GIANNICCO Per tutto il vo' dire.
MARESCALCO Deh, puttana!
BALIA Orsù, tempera la furia.
GIANNICCO Basta, basta.
MARESCALCO Lasciaterni, vecchia strega, che al corpo di... che mi farete
scappare la pazienza.
BALIA Egli è un peccato a farti bene; quante se ne pate per questo falimbello,
che si vuole oggi manicare ognuno: che tu sia ucciso, s'io voglio; io men vado
a casa mia, fa' conto che io non sia quella.
MARESCALCO Barbutaccia fantasima, ne la mal'ora. Io mi gli ho pur levati
dinanzi, e Conte, e Cavaliere, e ragazzo, e Balia, e Mes. Jacopo cacone. Or io
vo' vedere chi mi darà mogliere per forza; comandimi il Signore ch'io metta la
vita a sbaraglio, che tanto mi sarà caro, quanto mi è discaro il comandarmi,
anzi pregarmi che io toglia moglie; a la fé non torrò; per Dio non darà al
Marescalco moglie ah?; no, no, pensi pur ad altro, e caso che mi voglia morto,
facciami spacciare a un tratto e non mi tenga in su queste croci.
|