Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Aretino
Il Marescalco

IntraText CT - Lettura del testo

  • ATTO QUINTO
    • Scena III
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

Scena III

PEDANTE giunto improvviso, MARESCALCO, CONTE, CAVALIERE e M. JACOPO

PEDANTE Sapiens dominatur astris.
MARESCALCO Ecco chi procurarà per me: che dite voi, maestro?
PEDANTE Dico che i savi dominano gli astri, cioè le stelle; però è di necessità che tu la tolga. Leggi Tolomeo, Albumasar e gli altri astronomi circa il fatis agimur, il sic fata volet, il sic erat in fatis.
CONTE Che dici tu mo?
MARESCALCO Dico che ho stoppati dietro Albumasar e Tolomeo, e tutti gli astrologi che sono e saranno..
CAVALIERE Ah, ah, ah!
JACOPO Maestro, udite, esortatelo con le vostre filosofie a torla, et allungate la dicerìa.
PEDANTE Volentieri, libenter, quis babet aures audiendi audiat; volgiti a me, sozio, quia amici fidelis nulla est comparatio. Ogni cosa è volontà d'Iddio, e massimamente i matrimoni, ne i quali sempre pone la sua mano. Et iterum, di nuovo, ti dico, che questo tuo sponsalizio è fatto istamani lassù, et istasera si farà quaggiù, ché, come ho detto, Dio ci ha posto la mano.
MARESCALCO Era molto meglio per me e più onore di M. Domenedio, s'egli avesse posto la mano in una lettera, che mi facesse contare da uno banco mille ducati.
CONTE Oh, non ce la ha egli posta, se te ne fa dar quattro mila in dote?
PEDANTE Lasciatemi finire: Marescalco, io ti dico che potrìa nascere un figlio seminis eius, che da lo alvo materno porterebbe di quella pulcherrima grazia, che ha Alfonso d'Avalos, il quale con la sua marziale et apollinea presenza ci fa parer simie caudate; e lo acerrimus virtutum ac vitiorum demonstrator disse bene, dicendo che mentre la sua natìa liberalitate lo spoglia nudo, in cotal atto riluce e risplende più che non fece ne la sua paupertate il romano Fabrizio, benché veritas odium parit.
CAVALIERE Nota.
CONTE Avverti.
JACOPO Attendi.
MARESCALCO Io noto, io avverto, io attendo.
PEDANTE E chi sa che non apprendesse di quella strenua eloquenzia, con cui lo invittissimo Duce di Urbino, ragguagliando Carolus quintus Imperator de le Italice giornate eseguite da i militi Itali, Gallici, Ispani e Germani, fece stupefacere sua Maestade, come il Massimo Fabio S. P. Q. R., raccontandogli con quale arte avea tenuto a bada il cartaginese Annibale.
CAVALIERE Ei s'ha affibbiato la giornea.
PEDANTE Madesine.
CONTE È pur bella cosa il parlar de i dotti.
MARESCALCO Questi sono gli spassi.
PEDANTE Potria appropinquarsi al continente d'Alessandro Medices uno altro Macedone Magno, al tremebundo Signor Giovanni de' Medici terrore hominumque Deumque, al Luciasco Paolo suo precettore e discipulo. Et in bonitate et in largitate a lo Stampa Massimiano. Ora pictoribus atque poetis: si poetis, lo ebraico, il greco, il latino, et il volgar Fotrunio Viterbiense.
CAVALIERE Voi sapete di molti nominativi.
PEDANTE Ego habeo in cathalogo tutti i nomi virorum et mulierum illustrium, et hogli apparati a mente: si poetis, porrìa esser il Bembo pater pieridum, e il Molza mutinense, che arresta con la sua fistola i torrenti, o il culto Guidiccione de Luca, o vero il mellifluo Alamanno florentinus, o il terso Capello di Adria, non pure lo adulescentulo Veniero, eccotelo il lepido Tasso.
MARESCALCO Che ho io a fare di tanti nomi?
PEDANTE A ricamartene, perché sono margarite, unioni, zaffiri, jacinti e balasci. Cò così? Egli fia il miracoloso Julio Camillo, che infonde la scienza come i cieli, il clarissimo Beazzano Veneto, e forse un unico Aretino et un Joanni Pollio de Aretio; fermati: eccolo il faceto Firenzola, eccolo il Fausto, il quale ha tanta dottrina, che non porterìa la sua quinquereme. Ecco il buon Antonio Mezzabarba; le cui leggi hanno fatto gran torto a le muse, o vero Lodovico Dolce, il quale ora fiorisce leggiadramente.
CONTE Voi mi parete un piovano, che sfoderi il calendario a i contadini.
CAVALIERE Ah, ah, ah!,
JACOPO Ah, ah, ah!
PEDANTE Che ti parve de la commedia recitata in Bologna a tanti prencipi, del Ricco, da lui composta ne la prima sua adolescenza con l'imitazione de i buoni Greci e Latini?
MARESCALCO O diavolo, riparaci tu.
PEDANTE Vedesti tu in San Petronio la accademia Romana? non ti ammirasti del Jovio uno altro Livio Patavinus, un altro Crispo Salustio: io vidi il Tolomeo Claudio eruditissimo armario di scienzie, ivi conobbi il Cesano più libero che lo arbitrio, sì come conosce il mondo il nostro Gianiacobo Calandra, il nostro Stazio, et il Fascitello Don Onorato, luminare maius del magnanimo San Benedetto de Nursia.
CAVALIERE Noi ci siamo per fino a notte.
CONTE Egli è scappato.
JACOPO Ah, ah, ah!
PEDANTE Zitti, silentium; si pictoribus...
MARESCALCO Oimè, che morte è questa!
CONTE Ah, ah, ah!
PEDANTE Si pictoribus, un Tiziano emulus nature immo magister, sarà certo Fra Sebastiano de Venetia divinissimo. E forse Julio Romanae curiae, e de lo Urbinate Rafaello alumno. E ne la marmorea facultate, che dovea dir prima (benché non è ancora decisa la preminenzia sua), un mezzo Michel Angelo, un Jacopo Sansovino, speculum Florentiae.
MARESCALCO Signori, io sederò con vostra licenzia, or seguite la Commedia.
CONTE Ah, ah!
CAVALIERE Ah, ah, ah!
JACOPO Ah, ah, ah, ah!
PEDANTE Sede sozio, sede frate, sanza dubbio ne la vitruviale architectura sarà un Baldesar de Sena vetus, Serlio da Bononia docet, uno Luigi Anichini Ferrariense, inventore di intagliare gli orientali cristalli. Eccolo in armonia Adriano, sforzo di natura. Eccolo Prè Lauro, eccolo Roberto, et in cimbalis bene sonantibus Julio de Mutina e Marcantonio. Non lo aldi tu che egli già suona come il Mediolanense Francesco et il Mantovano Alberto? ed in cerusia è già lo Esculapio Polo vicentino nel Capitolio creato suo cive dal Senato.
MARESCALCO Sonate i pivi, ch'è finito il primo atto.
CAVALIERE Ah, ah, ah, ah!
CONTE Ah, ah, ah!
JACOPO Ah, ah!
PEDANTE Certo, certo egli averà di quella integritate, di quella fidelitate e di quella capacitate, che ha il signor Messer Carlo da Bologna, ne la cui prudenza si quiesce lo animo del Duca ottimo Massimo. Al tandem porrìa equiparare lo integerrimo Aurelio, lo splendido Cavalier Vincenzo Firmano, e farsi partecipe de la buona creanza, che ha non solo il Ceresara Ottaviano, ma tutti i gentiluomini di corte di sua Eccellenza, e sendo femina, che Dio...
MARESCALCO Me ne scampi.
PEDANTE Lo voglia, arà de le qualitati della famosissima Marchesa di Pescara.
CAVALIERE Ora sì che bisognerà legarvi.
PEDANTE Perché?
CAVALIERE Perché appena Dio potrìa fare che donna alcuna avesse una sola de le mille gloriose parti sue; se ben rinascesse madonna Bianca del Conte Manfredi di Collalto, de la cui presenza si meraviglia ora il Cielo, sì come già se ne meravigliò la terra.
CONTE Ella è così, né potea egli essere marito di miglior mogliere, né ella mogliere di miglior marito.
JACOPO Voi dite la verità.
MARESCALCO Or vedete cujus figurae, che le vostre chiacchiere non danno in nulla.
PEDANTE Certum est che ella fu lattata da le dieci muse.
CAVALIERE Domine, le son nove, se già non ci volete mettere la vostra massara.
PEDANTE Come nove? saldi: Clifo una, Euterpe due, Eurania ter, Calliope quattuor, Eratro quinque, Tulia sex, Venus sette, Pallas otto, e Minerva novem, verum est."
MARESCALCO Risonate i pivi al secondo.
CAVALIERE Ah, ah, ah!
CONTE Ah, ah, ah, ah!
JACOPO Ah, ah, ah, ah, ah!
MARESCALCO Non ho mica da ridere io a questa festa.
PEDANTE Per essere la mia orazione ex abrupto, non mi scordo di dirti che potrìa la tua fattura avere di quella prudenza, di quella presenza e di quella magnificenza, con cui le gentildonne veneziane fanno stupire la stupendissima Venezia.
MARESCALCO Se io credessi avere una figlia, che simigliasse pure a una loro scarpetta vecchia, inginocchioni le darìa l'anello.
CAVALIERE Lodato sia Macone, poi che te ne è andato a gusto una.
PEDANTE Ora Cristo di mal vi guardi, Marescalco onorando.
MARESCALCO Brigata, al pedagogo non s'ha da rispondere altro, se non che questi figli, che vuole che nascono del fatto mio, sendo maschi, potrebbono essere giocatori, ruffiani, ladri, traditori, poltroni; e sendo femine, a la men trista, puttane. A rivederci.
CONTE Saldo qui: tu sei uomo, et ella è donna di tal sorte, che de i figli e de le figlie non è da sperarne se non costumi e virtù.
PEDANTE Prudentemente parlasti, quia perché arbor bona bonos fructus facit.
MARESCALCO De gli altri buoni padri e de le altre buone madri hanno i figliuoli pessimi, e so bene quante corna hanno tre buoi.
CONTE Andiamo in casa tua, e parlato che averemo largamente fra noi, confesserai per te istesso ch'è ottima cosa il contentare e lo ubbidire il Signore.
PEDANTE Bene, bene!
CAVALIERE Andiamo.
MARESCALCO Quel che piace a le Signorie vostre.
CAVALIERE Entri V. S., Conte.
CONTE Entri V. S., Cavaliere.
CAVALIERE. Non farò, Conte.
CONTE Non farò, Cavaliere.
CAVALIERE Pur la Signoria vostra...
CONTE Pur la vostra...
PEDANTE Cedant arma togae.
JACOPO Vi sono schiavo, maestro, che non si stimano più tante lombardarìe cortigiane, spagnuole da Napoli.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License