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Pietro Aretino
Il Marescalco

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  • ATTO PRIMO
    • Scena III
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Scena III

AMBROGIO e M. JACOPO

AMBROGIO È pur gran cosa questo vostro sempre parlar con voi stesso; e sempre borbottare, o che il vostro famiglio è un ladro, o che egli è uno imbriaco, o che si leva a vespro, o che lecca i piatti, o che giuoca, o che va a le femine, o che non dice mai un vero, o che non sa fare una imbasciata, o che mandate il corbo, mandandolo in un servigio, e gli apponete fino che dorme a cavallo; ed ora di che vi dolete?
JACOPO Io ferneticava meco del Marescalco, che non vuole una moglie, che gli delibera dare il Duca, bellissima e ricchissima.
AMBROGIO. Può essere?
JACOM Così è, e se non era io, poco fa crucifiggea il suo ragazzo.
AMBROGIO Come?
JACOPO Per avergli detto che si dice, che egli to' moglie ista sera.
AMBROGIO. Ah, ah, ah!
JACOPO Un altro di cotanta ventura ringraziarebbe Iddio, e , questi lo rinega.
AMBROGIO Sempre i Signori fanno bene a chi no 'l merita, o a chi no 'l conosce.
JACOPO I Signori fanno de le altre cose più triste.
AMBROGIO Voglio che andiamo a vedere con che fronte egli comparisce a sposarla.
JACOPO Dubiti tu che non faccia cotal cerimonia a la filosofesca?
AMBROGIO Ah, ah, dove si fanno le nozze?
JACOPO In casa del Conte.
AMBROGIO. Sta bene, ritroviamoci a la bottega de la verità, se vogliamo andare insieme a la festa.
JACOPO Ella è detta, addio.
AMBROGIO Addio.




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