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Pietro Aretino
Il Marescalco

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  • ATTO SECONDO
    • Scena III
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Scena III

STAFFIERE e MARESCALCO

STAFFIERE Questo è il suo alloggiamento; lasciami bussar la porta: tic, toc, tac.
MARESCALCO Che ti manca?
STAFFIERE Venite al Signore.
MARESCALCO Che vuol sua Eccellenzia da me?
STAFFIERE No 'l so, ma credo saperlo.
MARESCALCO Dimmelo, io te ne prego, fratello.
STAFFIERE Per conto de la moglie.
MARESCALCO Son questi i premi de la mia servitù; ella è pure una crudel cosa avere a tor moglie al suo marcio dispetto.
STAFFIERE Adunque il Signore vi assassina a farvi ricco?
MARESCALCO Basta.
STAFFIERE Sì che non credete che sua Signoria vi faccia ricco?
MARESCALCO Io credo a Dio, e questi Signori hanno di strani capricci, gran cosa è il fatto loro. Se io volessi moglie col dotarla del mio, e ricercassi il suo favore per mille mezzi e son cento mila supplicazioni, non l'averei mai; e perché io non la voglio, me la vuol dar per forza; eglino sono come le donne, le quali corrono dietro a chi le fugge, e fuggono chi le seguita, e non hanno altro piacere che far disperarle i poveri servitor. Ora andiamo.




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