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Pietro Aretino
Il Marescalco

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  • ATTO TERZO
    • Scena V
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Scena V

MARESCALCO e GIANNICCO

MARESCALCO, Io temo, io dubito, io spasimo.
GIANNICCO Di che?
MARESCALCO Di costui, che certo, certo va per il gioielliere per conto mio.
GIANNICCO Come per conto vostro?
MARESCALCO Per gli anelli per la moglie, per la mia disperazione.
GIANNICCO Così è, ma toglietela, che sarà mai? Peggio fece San Giuliano, che ammazzò babbo e mamma.
MARESCALCO Dovette ammazzar più tosto la moglie; ché va in Paradiso in carne et in ossa chi la scanna.
GIANNICCO Scannatela ancora voi, se si va in Paradiso per ciò. E poi s'usa.
MARESCALCO Che sai tu se si usa o no?
GIANNICCO È forse per lettera che non s'intenda?
MARESCALCO Parliamo d'altro; vattene in castello e spia per che cosa il gioielliere è chiamato dal Signore; dipoi vientene a casa, ché ti aspetto ivi.
GIANNICCO Cosi farò, padrone; io vado ratto, ma questi che vengono cicalando insieme mi paiono il gioielliere e lo staffiere; sarà buono anticipare il tempo, per trovarmi in corte prima di loro.




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