1-alioq | alleg-conta | conte-ibern | idio-paren | paret-scusa | scuso-zugo
grassetto = Testo principale
Detto grigio = Testo di commento
1502 365| dissegli: – Così vicita Idio gli amici suoi. – Ripose: –
1503 150| dicendo: – Multa signa fecit Iesus quae non sunt scripta in
1504 367| aveva botato di fare un'imagine a' Servi di un suo asino
1505 237| Questo disse il lupo, imbattutosi in un breviale rosso che
1506 313| Dio! –, rispose Lorenzo: – Imbè, e' c'è un buon rimedio
1507 316| vergine Maria? Ch'ella s'imbiondissi? Madonna no! Anzi, si stava
1508 100| rispose: – No, anzi, vi voglio imbizzarrire, ché così credo aver meglio
1509 300| <se stessi> in un poco di imbratto ch'elle hanno a lato al
1510 266| rispose: – Quegli che s'impacciano con pazzi! –~ ~
1511 145| Cosimo che non si vuol mai impacciar< si> con pazzi, perché sempre
1512 417| E io, pazzo, andai a impacciarmi con fanciulli!». Questo
1513 219| punire un suo prete che s'impacciava con una sua popolana, diventò
1514 352| No –, rispondessi: – Che impaccio te n'ha' tu a dare? –; e
1515 210| dicendoli uno che aveva imparato da lui ad essere ipocrito,
1516 140| Rinaldo, io ho inteso che voi impazzaste una volta, e però vi prego
1517 393| grosso». «Chi la giustizia impedisce, di giustizia perisce».~ ~«
1518 201| come l'acqua, che, quando è impedita dal suo corso, o ella rompe
1519 414| una cavalla, cominciò a imperversare et anit<r>ire; e tanto fe',
1520 354| Sacramento, perché tutti erono impiccati o tagliati a pezzi.~ ~
1521 321| vorrebbe allora allora vedere impiccato.~ ~
1522 35 | Messer Giorgio Ginori impiccava a Prato colle sue mani uno
1523 322| sendo in chiesa e sentendo imporre l'uffizio da un prete, e
1524 141| monsignore quel che la novella importava, rispose: – Meritamente,
1525 294| attenere la promessa, che era impossibile, e perché quello che farà
1526 217| Alessandro da Furlì a porre imposte a' preti, con commissione
1527 413| 413 – Tre cose inanimate sono più ferme che l'altre
1528 166| lettera, mal contra lui inanimati, gliela mostrorono, dimandando
1529 391| scopietto con la bocca, inchinando gl'occhi e accennando col
1530 285| è bisogno che altri vi s'inchini! –~ ~
1531 126| Uno, quando il cavallo inciampava, diceva: – Diavolo, aiutalo! –,
1532 162| rizzatosi per contradire, incominciò così: – Io t'aspettavo,
1533 135| essendo per caso di stato incorso in escomunicazione papale
1534 307| Lorenzo de' Medici la bocca incotta per il freddo. Ora, essendo
1535 327| quando uno gli dice che gl'incresce a stare nel letto, dice
1536 410| la fede». «Chi dona all'indegno, due volte perde». «Tre
1537 410| noto proverbio. «Il freno indorato non migliora cavallo». «
1538 288| E egli: – Che voi fussi indovina, perché voi stessa indovinassi
1539 288| indovina, perché voi stessa indovinassi quello che io non ho ardire
1540 49 | rispondendo uno: – Egl'è indovino! –, soggiunse: – Per Dio,
1541 102| nel processo del parlare indusse a proposito queste parole: –
1542 402| 402 – A uno inefficace usa messer Marsilio questo
1543 123| quale Pippo fu uomo molto inetto e mal fatto (intendendo
1544 28 | avessi una sua dama che era inferma, volendo onestamente significare
1545 331| danari de' notai facevano infiare le gambe: pur, che si vuol
1546 138| le quali dava a chi della infirmità chiedeva consiglio, nelle
1547 | infra
1548 401| in ogni modo si sarebbe infradiciata, ché vi pioveva come fuori! –~ ~
1549 68 | era cattivo uccellino da ingabbiare.~ ~
1550 4 | stimava, dall'amor paterno ingannato, che e' fussi savissimo
1551 308| Lorenzo ha sopportato che l'inganni ogni dì de' cavai che tu
1552 218| non si avisando dell'inganno; e, rimaso, levò tutti e
1553 214| qualche veleno de' suoi s'ingegnassi avvelenare il capo degl'
1554 26 | Siena, giovane di ottimo ingegno e familiare del cardinale
1555 294| 294 – Il re Adovardo d'Inghilterra teneva in corte un messer
1556 291| di cittadini corse là a inginocchiarsigli a' piedi, e fégli un gran
1557 141| quello che è sacrato). <E>, inginocchiatosi, disse: «Signor mio, io
1558 358| 358 – Un povero uomo s'inginocchiava ogni mattina a un crocifisso,
1559 410| venduta». «Il rimedio dell'ingiuria si è dimenticarla». «Chi
1560 201| a questi dì che le cose ingiuste non possono durare, e che
1561 342| bagnando gli occhi di quelli Inglesi, rossi e scerpellini, diceva,
1562 251| e, per paura di non la ingravidare, sempre entrava per l'uscio
1563 28 | domandata da un giovane innamorato che male avessi una sua
1564 385| inciampato a Napoli, si innamorò di non so chi, ch'io non
1565 357| rispondessi, seguitò colui e innestò altri ragionamenti: tanto
1566 222| tolse a salario; quello che insaccava nebbia; <quello> che udiva
1567 70 | graeca, latina et barbara insania! –~ ~
1568 70 | disputa: – Quot sunt genera insaniae? –, rispose: – Tria: graeca,
1569 410| forza o senno». «Chi dà, insegna rendere».~ ~
1570 210| rispose: – «Cotesto non t'insegnai io!», come disse quel diavolo. –
1571 311| Cosimo: – Io vorrei che tu m'insegnassi come tu fai. – Rispuose: –
1572 140| però vi prego che voi m'insegnate come voi faceste a guarire,
1573 124| e assegnare certe ragoni insegnategli molto materialmente. Montava
1574 330| promisse a un contadino che gl'insegnerebbe piatire s'e' gli dessi un
1575 7 | bene sodisfare, – Oh io t'insegnerò – disse Puccio – a essere
1576 151| deposto, papa Martino, ad instanza de' Fiorentini, lo fe' cardinale;
1577 271| 271 – Un barbiere intagliò <a uno> una gota, radendolo,
1578 | Intanto
1579 214| corte un savio uomo e molto intendente di veleni, il quale lungo
1580 314| proposizione: – La prima parte intenderò io e non voi; la seconda
1581 23 | Pistolese che si vantava molto d'intendersi di cavalli, pretendendo
1582 176| cose chiare, sì che io t'intendessi –, gli rispuose: – Appara
1583 98 | dicento egli: – Voi non ve n'intendete e siate solamente buon legnaiuolo,
1584 36 | Ahimè, Arrigo, tu non te ne intendi: per noi si farebbe di avere
1585 218| cavalcò. Tornano i giovani, intendono la cosa, muovono lite; da
1586 | inter
1587 218| gli leverebbono il danaio intero; poi osservò un dì che quelli
1588 88 | acciò che non fussi chi interpretassi che lui renunziassi la pieve.~ ~
1589 217| mio, non vorrei che e' mi intervenissi come a Cristo, al quale
1590 200| vi vo' dire quello che m'intervenne una notte. Sognavo aver
1591 335| Vollono intendere per che: intesono che era usanza mandare uomini
1592 175| Messer Piero da Noceto, intimo di papa Nicola V, avendo
1593 38 | et egli: – To' quello intingolo, tu! –~ ~
1594 46 | dugento: ma serbami all'intonacare! –~ ~
1595 | intorno
1596 4 | fussi savissimo e molto introdotto nelli studi, ora, dimandando
1597 234| rappacificato, ridendo, inverso lui corse. Dimandavalo poi
1598 132| lamentava che gl'era avuta invidia: – Anaffiala pure bene cotest'
1599 356| 356 – Invitando uno a desinare, il Piovano
1600 308| Essendo Andrea del Fede invitato da un famiglio a fare a
1601 289| Campaldino, era a Bibbiena, l'invitò alla festa che si faceva
1602 210| imparato da lui ad essere ipocrito, rispose: – «Cotesto non
1603 309| troppa acqua, a pena potere isciorre la lingua per dire una parola.
1604 210| faccendoli grande sopravento. Et iscusandosi il monaco con dire che la
1605 161| sciocchezze diceva, un altro, per iscusarsi, piacevolmente disse: –
1606 | ita
1607 295| non accettò. Venendo in Italia lo imperadore Arrigo, desiderosi
1608 210| per la gola, ché questa ladroncelleria hai tu insegnato a me! –~ ~
1609 327| 327 – Lagata, mio compare, quando uno
1610 374| camini, conciò sia che in Lamagna usino stufe.~ ~
1611 275| 275 – Messer Cristofano Landino era in mezzo di duo preti.
1612 170| ncalcinato, disse: – Io vorrei le lasagne in corpo, non nella gonnella! –~ ~
1613 422| facessi il mio, quanto io lo lascerei fare! –~ ~
1614 188| disse lo sposo: – Ohimè, lasciali pur dire, ch'e' non diranno
1615 173| miei non si pigliono per lasciargli! –~ ~
1616 9 | disse ch'e' farebbon bene a lasciarla stare, ché, non si vedendo
1617 245| questo «peio», rispose: – A lasciarmi condurre qui! –~ ~
1618 284| Brunoro: – Non vi dolete voi: lasciate dolersi al comperatore! –~ ~
1619 35 | stato; e dicendo lui: – Deh, lasciatemi dire una avemaria! –, messer
1620 250| disse: – Figliuoli, io vi lascio e tai danari, danari del
1621 230| altre cose fe' testamento e lasciovvi questi danari. – Diedegli,
1622 368| che sarebbe buona spesa a lastricare le vigne, perché una vite
1623 70 | rispose: – Tria: graeca, latina et barbara insania! –~ ~
1624 182| cattivi figliuoli, e dicevale, latine, in questo modo: «Veritas
1625 284| vorrebbe essere Brunetto Latini; e messer Vanni: – Oh cotestui
1626 369| una schifa cosa a vedervi lattare! –~ ~
1627 369| Barbini, a una donna che lattava il bambino, disse, quasi
1628 138| da carne e vino e dàgli lattughe e farferelli» –: mostrando
1629 350| alle buschette, gli toccò a lavare le scodelle: egli le calò
1630 256| confessava un contadino suo lavatore. Adivenne che nell'ultimo
1631 41 | 41 – Mino scultore, lavorando una statua di san Pagolo
1632 194| Franco a uno che certi suoi lavoratori erano chiamati e «savi di
1633 413| sospetto, il vento e la lealtà. Il primo mai non entra
1634 223| moscioni; uno che avea e ceppi legati ai piedi e correndo vinceva
1635 98 | quelle catene con che si legavano gli architravi! –, rispose: –
1636 116| perché, rispose: – Perché e' leggerà a un tratto amendue le facce
1637 316| dinanzi a un crocifisso e leggeva il libriccino della Donna! –~ ~
1638 393| appellagioni de' potenti». «Le leggi son fatte come la pelle
1639 394| cosa aver <d>el peregrino e leggiadro, suol dire che quella tal
1640 390| scritte? –, et egli: – non le leggo mai! – Onde Lorenzo de'
1641 340| perché mio padre mi fe' legittimare, e honne la carta. Ma tu,
1642 340| rispose: – Io son meglio legittimo di te, perché mio padre
1643 278| certe squadrette piccole da legnaiuoli.~ ~
1644 362| Signore, voi logorerete troppe lenzuola! –~ ~
1645 160| e 'l re son l'orso et il leone, perché son gran maestri;
1646 42 | scultore, rispuose: – Vendere Lepriano –, imperò che questa era
1647 126| quel testo: «Ut in nomine lesu omne genu flectatur»! –~ ~
1648 166| paressi; e messer Coluccio, lettala, disse: – Questa è bene
1649 45 | famiglio, disse: – Non già noi: levale via! –~ ~
1650 262| 262 – Levandosi in una chiesa il Signore,
1651 101| quale quando andò padrone in Levante tornò per terra, essendone
1652 79 | Ugolino Martelli perché si levassi la mattina tardi, gli ridomandò
1653 15 | Firenze, il quale si avea levata la barba che prima soleva
1654 218| punto, perché di corto gli leverebbono il danaio intero; poi osservò
1655 141| Signor mio, io non mi leverò mai di qui fino a tanto
1656 167| catedra era e leggendo la lezzione sua, vedutolo, lo salutò
1657 285| la podesteria era molto libera e di grande utile, concorse
1658 410| Il buon servo comanda al libero». «La dottrina delle buone
1659 316| crocifisso e leggeva il libriccino della Donna! –~ ~
1660 4 | scioccamente che studiava in libris, voltosi al padre, Cosimo
1661 234| Donatello. Il signore gli diede licenza di poterlo uccidere dove
1662 207| ambasciadore viniziano, quando si licenziò el cardinale di San Giorgio
1663 176| rispuose: – Appara il mio linguaggio! –~ ~
1664 385| dire: – Che Carluzzo e Lionarduzzo?! Se io ho parecchi lettere
1665 160| fare lega con l'orso e col lione, e la lepre, pensando alle
1666 167| uno scolare a Pisa Lorenzo Lippi con tanta proprietà, che,
1667 218| intendono la cosa, muovono lite; da ognuno è dato il torto
1668 268| 268 – Fu a Cosimo un literato mal vestito, il quale, dimandato
1669 246| 246 – El Gondino litigava con la casa de' Martelli.
1670 123| semplicemente disse: – Io rifare'llo di bosso! –~ ~
1671 318| 318 – Luigi Pulci, lodando un medico, suol dire: –
1672 301| Parenti, savio uomo, soleva lodare se stesso molto, e, quando
1673 403| un principe è pericolo, lodarlo è bugia».~ ~«Né tu, né lui»:
1674 276| signore Astorre molto lo lodava, dicendo spesso che era
1675 171| quel che gnene paressi, la lodò, dicendo però che vorrebbe
1676 31 | con la croce era ito alla loggia de' Buondelmonti a proibire
1677 362| Firenze, disse: – Signore, voi logorerete troppe lenzuola! –~ ~
1678 342| 342 – Il Piovano, a Londra, bagnando gli occhi di quelli
1679 380| con Tosco non vuol esser losco». «Tanto seppe altri, quanto
1680 370| e, non faccendo pepe di luglio, lei lo trassinava: ma tutto
1681 410| viziato non s'accosta a lumiera». «Più grave è mutare l'
1682 380| anzi rinuova come fa la luna»: proverbio del Boccaccio,
1683 257| Ragionando uno a tavola lungamente del fatto del Turco e dicendo
1684 234| garzone in esso, cominciò di lungi a ridere, e Donatello, a
1685 393| moglie». «La guerra de' lupi è pace degl'agnelli». «Il
1686 227| E' paiono proprio della Madalena –; poi il viso; poi le poppe;
1687 214| poteva aiutare, perché la maestra de' veleni era la vista,
1688 409| bisogno allora di questo maggio.~ ~
1689 | maggiori
1690 175| Cosimo, disse: – O Cosimo, magna est fides tua! –; e lui: –
1691 290| mancandogli la roba per usare una magnificenzia, vendé se stesso. Morendo,
1692 16 | sta nel grasso e sempre è magro.~ ~
1693 335| Ricevuti, dissono: – Sagra Maiestà, se la Signoria di Vinegia
1694 286| 286 – Messer Arrigo Mainardo, podestà di Lucca, aveva
1695 238| 238 – Messer Francesco Malacarne, avendo una macchia d'olio
1696 297| se n'adirò, dicendo: – O maladetto figliuolo! – Domandolli
1697 284| 284 – Messer Brunoro Malatesti, uomo dotto e savio, essendo
1698 367| a' Servi di un suo asino malato. Dimandò il ceraiuolo: –
1699 412| sacrifici ti fanno spalle a' malefici».~ ~
1700 269| Diceva un contadino al Malerba: – Mi basta che tu mi dia
1701 166| mostrorono, dimandando di cui man quella gli paressi; e messer
1702 290| E cenò e pagò. Costui, mancandogli la roba per usare una magnificenzia,
1703 144| che a' vecchi comincia a mancare il senno, e che mentre fu
1704 160| cercare da mangiare, a me non mancherà mai che pascere». Così l'
1705 43 | 43 – Mandando più volte il Patriarca per
1706 149| 149 – Gino Capponi, mandandogli messer Giovanni Gambacorta
1707 335| stessi nella barba, arebbe mandati per ambasciadori due becchi! –~ ~
1708 343| fidati a un Tedesco danari e mandatolo in Alemagna per cavalli,
1709 108| grasso Predicatore, non mandava mai nessuno nelle sue prediche
1710 320| riscriva indrieto, che gnene manderebbono un'altra.~ ~
1711 294| fe' dare mille ducati, e mandollo. Scrisse Merlino questa,
1712 335| 335 – E Viniziani mandorono due giovani ambasciadori
1713 67 | 67 – Marabotto Manetti, d'un bugiardo che diceva,
1714 274| disse il Franco – se la mangeranno e topi! –~ ~
1715 212| Non le gettare, che io le mangerò io! – Il Pecorella disse: –
1716 380| pecora si fa, il lupo se 'l mangia». «É già di là dal rio passato
1717 105| Messer Matteo di Franco, mangiando a una cena non so che pesce
1718 364| un convento dove e frati mangiano a acqua.~ ~
1719 418| tu? –, disse che s'avea mangiato un Tedesco e cottolo su'
1720 223| vinceva la lepre; uno che mangiava massi.~ ~
1721 212| bocca, il Pecorella se le mangiò per sé, e, vòlto alla moglie,
1722 347| m'ho misse le mie nelle maniche! –~ ~
1723 174| essere zanaiuolo nasceva col manico in mano.~ ~
1724 115| la sua seta poi a certi manigoldi che tutto dì ne van vestiti.~ ~
1725 242| alcuni giovani a dormire, e, manomettendo a uno di loro il canestro,
1726 292| cavalcato sopra Arimino armata manu una volta. Se e' cavalca
1727 280| 280 – Antonio di Marabottino Rustichi avendo a cenare
1728 67 | 67 – Marabotto Manetti, d'un bugiardo che
1729 141| subito rotto. Il quale, maravigliandosi, di nuovo fe' impresa e
1730 98 | rispose: – Oh, non ve ne maravigliate, ché ogni pazzo lo fa quando
1731 268| essere un gioco di fortuna. Maravigliatosi di questo, Cosimo il rivestì
1732 85 | affatica –, rispose: – Io mi maravigliavo bene del tuo sudare! –~ ~
1733 273| dame, disse: – Io non me ne maraviglio, perché tu stai sempre in
1734 337| corpo di Cristo un onore maraviglioso –, e racchettavano. – Come! –
1735 314| la seconda, di cambi e marchi, dicendo che non sapeva
1736 159| fasciata la gola. Et uno, detto Marcovaldo, un dì ch'egl'era sulla
1737 403| acconciare a tuo modo». «Il marinaio non si conosce mai bene
1738 154| 154 – A Mariotto Baldovinetti, che in un
1739 103| atempata che si aveva a maritare con buona dota, et alcuni
1740 252| ambasciadore, noi abbiamo maritata Siena e datole per dota
1741 422| era, e ragionandosi de' mariti, l'una diceva: – Io mi nascosi
1742 277| fanciullo, poi che la madre si maritò, circa un mese, disse Martino
1743 305| è maraviglia, ché siate marziale! –, rispose un altro: –
1744 21 | aveva del matto andare in mascara a cavallo, essendogli da
1745 403| son femine, e fatti son maschi». «La donna di buona razza
1746 300| se ne vennono a messer Maso degli Albizi, dolendosi
1747 219| per il buco dell'uscio la masserizia al prete, tagliossela e
1748 223| lepre; uno che mangiava massi.~ ~
1749 377| talora tale che non era mastino.~ ~
1750 124| ragoni insegnategli molto materialmente. Montava poi sù in ringhiera
1751 136| pigliar piacere de' savi e de' matti! –~ ~
1752 68 | mai bocca, disse: – Egli è mattugio! –, e che era cattivo uccellino
1753 377| padrone d'esso non so che mazzata. Di che dicendogli poi e
1754 280| dicendo: – Io comperrò un mazzo di tordi e tu comperrai
1755 28 | 28 – Mona Veronica mazzocchiaia, domandata da un giovane
1756 247| Gismondo, e il conte di Urbino medesimamente nella terra, dimandò un
1757 138| d'un Gostanzo, il quale, medicando a Roma di mal di petto,
1758 106| guazzava all'orecchie una mela apione e diceva, essendo
1759 360| 360 – A un paio di nozze, menando un cittadino moglie, certi
1760 178| fa poi il covone in due menate! –~ ~
1761 53 | Capitano di Parte, disse: – Menatemene, che io ne voglio innanzi
1762 256| assolvendolo, disse: – Ménati il cavallo a tuo modo, e
1763 65 | raccomandava uno per lo squittino e menavalo seco; e, come forte l'avea
1764 358| disse: – A Dio, Cristo: ha'mene a dare uno! –~ ~
1765 121| Adivenne che 'l minore tolse e menò moglie, e di subito fu tentato
1766 26 | visitare il papa ch'era a mensa col cardinale di Pavia e
1767 210| uscito fuori disse: – Tu ne menti ben per la gola, ché questa
1768 263| potrebbe bene, chi volessi mentire per la gola come ho fatto
1769 13 | lettera nella quale faceva menzione di certo vino, disse che
1770 84 | Medici, ragionandosi di un mercante che non credeva, disse: –
1771 175| Messer Piero, el tesoro de' mercatanti è la fede, e quanta più
1772 30 | parlare ornato e il fare mercatantie, rispose: – E anche il rubare! –~ ~
1773 341| quelli, ch'e brutti a buon mercato, rispose. – Oh, mio padre
1774 30 | detto ch'i Fiorentini sono mercuriali, perché da lui hanno apparato
1775 363| è dipinto una figura di Mercurio; ma perché quelli cancellieri
1776 32 | disse: – Sì di' tu, mona merda, ché l'ha' più fatto che
1777 49 | presola, disse: – Per Dio, l'è merdosa! – E rispondendo uno: –
1778 52 | disse: – S'e' fussi stato merdoso, tu aresti rotto il digiuno! –~ ~
1779 385| gli cacciarò tutti nel merduzzo! – E, per apparare lettere
1780 81 | così era chiamata una nota meretrice.~ ~
1781 141| novella importava, rispose: – Meritamente, Cosimo, tutto il mondo
1782 369| bella grazia che voi non meritate –; e, dimandato per che,
1783 361| che voi vedrete intra due merli un culo che arà mandato
1784 380| di là dal rio passato il merlo». «Zara a chi tocca!». «
1785 23 | rispondendo che più volte s'avea messi gli sproni, disse: – Or
1786 217| tantosto l'ebbe a desinare, e, messolo in capo di tavola, fégli
1787 23 | avessi più volte fatto, o messosi sproni o córsi palii. E
1788 410| perde». «La verace loda mette radici e propagine». «Domenedio
1789 382| accostarsi loro e dire: – Mettégli bene di quelle «zetere»! –~ ~
1790 219| al prete, tagliossela e mettella in una paniera di berlingozzi
1791 217| incontra con olivo e palme mettendogli le vesti sotto i piedi,
1792 189| pericolo il loro stato e mettendovi quel di Firenze, che fanno
1793 343| dicendo che se tornassi metterebbe per debitore lui e cancellerebbe
1794 281| perdere. Io delibero di mettermiti un dì nella scarsella, per
1795 215| giovani, che hanno a ballare, mettersi stivaletti sopra le carni
1796 311| Rispuose: – Se voi vi mettessi tutti e vostri panni addosso,
1797 2 | prima, da voi ch'e' non mettino cattivi dadi! –~ ~
1798 393| peritoso non cade in bocca pera mezza». «Il negligente è servo
1799 265| dire: – Costui non tiene mica l'anima co' denti! –~ ~
1800 159| ché non ci è nel capo loro midollo. Ma noi, che avemo cervello,
1801 277| nipote, ché sarà sempre dieci miglia innanzi agl'altri! –~ ~
1802 318| erano stati morti parecchi migliaia.~ ~
1803 410| Il freno indorato non migliora cavallo». «Egl'è uomo di
1804 284| fussi non potrebbe se non migliorare, pure, stretto, disse che
1805 255| domandata quali fussino miglori bordoni per le donne, e
1806 408| scagliare»: quello de' millantatori e squartatori, questo de'
1807 93 | paese, che vi stavono sotto millecinquecento uomini a cavallo, disse
1808 44 | venire a sé, fra più altre minacce gli dissono che si voleva
1809 410| uno ne castiga, cento ne minaccia». «Più fa il tempo che forza
1810 408| cosce. «E' rassetta ogni minima cosa», id est egli è ladro. «
1811 121| comunella. Adivenne che 'l minore tolse e menò moglie, e di
1812 343| 343 – Mise il detto al libro degli
1813 81 | Mariano disse una volta che la Misericordia era arsa, la Giustizia rovinata
1814 84 | disse: – Guarda quanto Dio è misericordioso, che patisce che a uno,
1815 347| aresti tu perdute, ch'i' m'ho misse le mie nelle maniche! –~ ~
1816 401| poderi? – E egli: – Son missi! – – E di quella bella vigna,
1817 83 | sudore e sangue e altra mistura con l'acqua insieme, disse
1818 71 | cappello e honne recato la mitera! –~ ~
1819 387| 387 – Uno che era stato miterato soleva dire: – Ohimè, io
1820 83 | elmo, sempre ne vanno giù mocci, sudore e sangue e altra
1821 247| Rispose semplicemente: – É un moccicone, ché si fa vestire da' famigli! –~ ~
1822 393| nuovi casi vogliono nuovi modi». «A porco peritoso non
1823 421| puoi sapere da altri che da mogliata, che l'ha provato e che
1824 355| era drieto a quel santo: – Moglieta è puttana e il tuo figliuolo
1825 157| papa Pio portare e usando molt'altre cose ambiziose, n'
1826 416| 416 – «La pace del monacco»: vuol dire buona pace e
1827 220| 220 – La moglie del Nero monta sul pero e si trastulla
1828 405| basto, come gl'asini da Montereggio». « – Dice egli! –, disse
1829 396| di non manomettere se non Monteritondo; e, provatasi, disse: –
1830 190| morire Giovan Battista da Montesecco, e ch'egl'aveva in questo
1831 243| l'avessi tra 'l Bucine e Montevarchi, frigerebbe più che non
1832 370| non veniva a dire nulla; montò lei di sopra: il medesimo.
1833 96 | non ha amore, perché e' morde el padrone! –~ ~
1834 370| 370 – Iacopo Morelli vecchio aveva la moglie
1835 290| magnificenzia, vendé se stesso. Morendo, a tutti i frati che lo
1836 115| chiese a Dio di grazia di morirsi nel guscio come aveva fatto
1837 290| prodigalità mentre ch'e' moriva, sempre disse queste parole: –
1838 45 | contadino, gli fe' mettere pere moscadelle inanzi. Ora, essendo colui
1839 204| falcone, ma non gli pur mostrarebbono un gheppio; ma sì, che quando
1840 340| la carta. Ma tu, che ne mostri? –~ ~
1841 315| fanciullo di quello che gli avea mostro il padre, e gridò a un tratto: –
1842 218| cattivo, pensò giuntargli e mostrò d'avere alle mani di comperare
1843 38 | la vigna, onde un ciompo mostrògli un votacessi col piombino
1844 166| contra lui inanimati, gliela mostrorono, dimandando di cui man quella
1845 421| leggeri, il quale, dopo molti motteggi, dando noia a una bella
1846 67 | che giocava a scacchi e moveva bene gli scacchi, disse: –
1847 279| lungo che andava a pezzi e movevasi in due volte, disse che
1848 408| a 'taglia coda'», alias 'mozza coda': proverbio tratto
1849 379| disse quello che s'andava a mozzare gli orecchi, e avevagli
1850 379| gli orecchi, e avevagli mozzi.~ ~
1851 201| ella rompe quello riparo e 'mpedimento, o ella cresce tanto e '
1852 403| vai chiamando la gatta 'mucia'». «Il lupo, da morto e
1853 62 | capperi! – E: – Tovaglini che mudano, vino che sapea di sedili,
1854 63 | 63 – Il detto, mugghiando la gatta che gli toglieva
1855 357| date voi mangiare a cotesta mula? –, e innanzi che 'l Piovano
1856 | Multa
1857 5 | calcio che altri vegga loro muover la gamba.~ ~
1858 218| giovani, intendono la cosa, muovono lite; da ognuno è dato il
1859 46 | casa che avea cominciata a murare. Ora, parendo a Cosimo che
1860 19 | Quale? –, rispose Strozzo: – Murate questa finestra! –~ ~
1861 170| paressi d'un muro a Careggi, murato dentro a secco e di fuori '
1862 324| cagione andava sempre su pe' muricciuoli e non per la via. Rispuose: –
1863 51 | fanciullo che corressi su pel muricciuolo d'Arno; e, essendogli detto: –
1864 410| a lumiera». «Più grave è mutare l'usanza che la natura». «
1865 219| legne, per fin che la moglie mutassi favella. Scaricò le legne
1866 55 | innanzi a lui lo diceva forte, mutato proposito, disse: – Dominus
1867 219| tagliò la lingua: e così mutò favella.~ ~
1868 | n
1869 221| quale venne detto «e», e nacquene scandolo.~ ~
1870 102| nasce sanza un dito; io nacqui sanza mano e altri nacque
1871 129| 129 – Galeotto da Narni, grassissimo, diceva che
1872 41 | sendo sdegnato il papa e narrando questo a messer Battista
1873 36 | più semplice era, che ciò nascessi per non essere nel Consiglio
1874 174| chi dovea essere zanaiuolo nasceva col manico in mano.~ ~
1875 219| forno, dove 'l prete si nascondeva. Poi fe' mettere per il
1876 185| v'ha pisciato drento, si nascondono e ripongono.~ ~
1877 422| mariti, l'una diceva: – Io mi nascosi quando n'andai a marito –;
1878 277| 277 – Essendo nato un fanciullo, poi che la
1879 49 | gli fu dato in mano per natta una bacchetta sucida; il
1880 218| uomo non molto dotto ma naturale, se n'andò per consiglio
1881 218| caso con alcuni de' suoi naturalozzi contadini, e la mattina,
1882 170| dentro a secco e di fuori 'ncalcinato, disse: – Io vorrei le lasagne
1883 222| salario; quello che insaccava nebbia; <quello> che udiva schiantare
1884 159| capo alto e non curano di nebbiacci: e questo è ché non ci è
1885 186| Franco dice anco come el necessario, che, come l'uomo ha fatto,
1886 420| leggendo: «Porro unum est necessarium» etc., dava al popolo suo
1887 215| conoscestimi voi mai a Firenze? –, negava, ancor che l'avessi conosciuto,
1888 290| quod retinui, perdidi; quod negavi, doleo. –~ ~
1889 393| in bocca pera mezza». «Il negligente è servo dell'arrischiato».
1890 133| che così stessi voi di Negroponte come noi stiamo di Volterra! –~ ~
1891 4 | savissimo e molto introdotto nelli studi, ora, dimandando Cosimo
1892 | nessun
1893 243| fanciulla con una palla di neve a Dardano Acciaiuoli et
1894 201| o ella cresce tanto e 'ngrossa, ch'ella sbocca poi di sopra.~ ~
1895 175| da Noceto, intimo di papa Nicola V, avendo a transferire
1896 139| covare, essendo fuor del nido.~ ~
1897 330| l dottore gli disse: – Niega sempre mai e vincerai. –
1898 | niente
1899 | niuna
1900 | niuno
1901 175| 175 – Messer Piero da Noceto, intimo di papa Nicola V,
1902 341| se ben costassino assai e nomi belli, si voleva più tosto
1903 126| forse quel testo: «Ut in nomine lesu omne genu flectatur»! –~ ~
1904 | nostra
1905 | nostri
1906 81 | perché così era chiamata una nota meretrice.~ ~
1907 331| diceva che e danari de' notai facevano infiare le gambe:
1908 331| cose chiare et adhibitis notariis, alioqui nuoce.~ ~
1909 290| a me mille, se io non lo notifico? – Disse messer Ciampolo: –
1910 358| di nascoso una borsa con novantanove ducati. Colui, presala,
1911 398| che, essendo una sera a noverare danari, venne un ladro e
1912 331| adhibitis notariis, alioqui nuoce.~ ~
1913 171| vorrebbe più tosto che le sue nuore sapessino fare di due cioppe
1914 418| avere rotto in mare e a nuoto essere scampato in un luogo
1915 290| Riccio, capitano di guerra, nuovamente venuto in Siena e suo familiarissimo;
1916 295| e, perché non si voleva obligare a' loro statuti e sindicati,
1917 421| Alla quale risposta omnes obmutuerunt.~ ~
1918 388| porge bottoni che è tutto occhielli». E «sguinzagliare alla
1919 419| sulla pelle», id est ut occidatur. «Tu fai come il gallo:
1920 158| Sanesi che in un certo caso occorso i Fiorentini avevano perduto
1921 159| Voi siate di schiatta d'oche che stanno tra ' pantani
1922 410| volte perde». «Tre cose sono odiose: povero superbo, ricco bugiardo,
1923 182| in questo modo: «Veritas odium, prosperitas superbiam,
1924 410| pelle». «Tu sei sordo e io odo peggio di te». «Il matto
1925 181| buoni, ché perdóno a chi m'offende; non sono ancora di quella
1926 204| tributo d'un falcone ogn'anno, offerendosi per quello conservare lo
1927 14 | una lettera piena di molte offerte, fra le quali erono queste
1928 27 | detto il «Capinoca», aveva offeso Puccio, e temendo che, una
1929 238| Questo motto ancora è oggi in uso di proverbio.~ ~
1930 348| disse el Piovano: – Ohimè, o<gni dì> due vòtono un pozzo! –~ ~
1931 217| Giudei andorono incontra con olivo e palme mettendogli le vesti
1932 287| 287 – Piraffo, uomo oltra modo satiro e rampognoso,
1933 | oltre
1934 | omne
1935 | omnes
1936 | omnia
1937 28 | che era inferma, volendo onestamente significare che ella si
1938 27 | a Bartolomeo: – Tu te la onesti troppo! Oh cotesta è una
1939 97 | bel cader tutta la vita onora! –~ ~
1940 388| forte. «É tagliandoli la onorata zazzera, allo assegnamento
1941 171| uno a cena, fra gli altri onori che gli fece ordinò che
1942 393| di Dio». «Mal vendica sua onta chi la piggiora». «Stolto
1943 161| ce n'abbiamo, ma non gl'operiamo a queste cose! –~ ~
1944 181| più perfetta, che hanno a orare pro persequentibus. Quando
1945 342| scerpellini, diceva, scambio di orazione: – Beete meno, che mal pro
1946 355| ogni mattina diceva sue orazioni a san Giovan Battista e
1947 6 | giostrare ad una giostra ordinata, disse che lo faceva perché
1948 218| villa; e il detto messere, ordinato che il detto banchiere l'
1949 110| ella fussi mia moglie, io ordinerei di andarne ogni sera preso
1950 407| disse: – Io ho fatto tre ore il Cicutrenna intorno a
1951 379| che s'andava a mozzare gli orecchi, e avevagli mozzi.~ ~
1952 288| donne, fu dimandato da mona Oretta di messer Geri Spini, avendo
1953 233| diventato già proverbio, la cui origine è questa: che, dilettandosi
1954 185| vuole usare le donne come gl'orinali, che, come l'uomo v'ha pisciato
1955 18 | Martino dello Scarfa, orinando un tratto e veduto un fanciullo
1956 131| 131 – L'arcivescovo Orlando, successore di Antonino,
1957 30 | hanno apparato il parlare ornato e il fare mercatantie, rispose: –
1958 218| che voleva pagare di nuovo osservando la scritta, la quale diceva
1959 101| vero, ma non si può sempre osservare le promesse; anche voi,
1960 163| i confini; ma questo non osservarò io già –: questo dicendo
1961 163| alla mia patria e sempre osservati i confini; ma questo non
1962 294| ducati. E il re: – Se non osserverà, m'ha promesso di rendermi
1963 218| leverebbono il danaio intero; poi osservò un dì che quelli due cavalcavano
1964 8 | che vinaccio, il quale l'oste diceva essere vino vecchio,
1965 278| dicendo alcuni che ell'erano ottanta squadre, disse Braccio Martelli
1966 276| in casa Cosimo il signor Ottaviano con altri signori, intra '
1967 206| vòlti gl'animi di tutti, ottenne quello per che era ito.~ ~
1968 71 | fiorentino, e non l'aveva ottenuto, disse: – Io andavo a Roma
1969 26 | Antonio da Siena, giovane di ottimo ingegno e familiare del
1970 393| per lo mezzo. «La violenza overo l'armi sono il giudice dell'
1971 221| dicendosi «o», usciva, e che la padronessa mandò per esso a casa un
1972 218| adunque tutti tre qui, e io vi pagaerò e vostri danari. –~ ~
1973 218| banchiere confessassi esser mal pagati detti danari, ma che voleva
1974 276| condottieri, si fuggì con le paghe da detto signore. Onde,
1975 290| duemila lire! – E cenò e pagò. Costui, mancandogli la
1976 246| siamo in casa trentadue paia di coglioni –, disse: –
1977 318| dire: – E' si porta come un paladino! –; e messer Pandolfo da
1978 314| Piovano Arlotto, essendo a Palermo cappellano di galee, fu
1979 23 | o messosi sproni o córsi palii. E rispondendo che più volte
1980 23 | essergli fatto torto a un palio che un cavallo di detto
1981 405| non sapresti acozzare tre palle in un bacino». «Tu vuoi
1982 323| discepolo, m'ebbe a dare una palmata e poi a caso si partiva
1983 323| a un gioco che si danno palmate et essendo accaduto che
1984 217| andorono incontra con olivo e palme mettendogli le vesti sotto
1985 15 | 15 – Iacopo Pandolfini, essendo ritornato lo Argiropilo
1986 318| un paladino! –; e messer Pandolfo da Pesaro dice: – Egli attende
1987 143| mondo non era un granello di panico, e che non voleva questo
1988 219| tagliossela e mettella in una paniera di berlingozzi che la donna
1989 91 | mantello bigio con una toppa di panno rosato fine, essendone ripreso
1990 159| d'oche che stanno tra ' pantani a capo alto e non curano
1991 405| vuoi tor la ranocchia del pantano».~ ~
1992 282| 282 – Andando messer Panza Frescobaldi a uccellare
1993 135| incorso in escomunicazione papale con alcuni altri cittadini,
1994 405| Dice egli! –, disse Papitani». «Egli ha paglia in becco». «
1995 36 | compagni e sempre giocavano e pappavano, onde non potevano avere
1996 98 | in Palagio la più bella pappolata: ché mi racapricciavo ogni
1997 173| speranza di scampo disse: – E par miei non si pigliono per
1998 393| vincono per disperazione». «Il paragone degli uomini sono le aversità». «
1999 | parecchie
2000 46 | cominciata a murare. Ora, parendo a Cosimo che non fussi uomo
2001 147| 147 – Avendo tolto un parente di maestro Bartolomeo da
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