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Agnolo Ambrogini, detto il Poliziano Detti piacevoli IntraText CT - Lettura del testo |
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290 – Messer Ciampolo sanese, uomo prodighissimo, mandò fagiani e starne una sera al podestà di Siena perché sapeva che con lui cenava messer Guido Riccio, capitano di guerra, nuovamente venuto in Siena e suo familiarissimo; e all'ora della cena lo andò a visitare. E, stando lui per cenare, disse il podestà: – Sapete la forte legge che è in questa terra, che chi cena col rettore gnene va dugento lire, et a me mille, se io non lo notifico? – Disse messer Ciampolo: – Andiamo a tavola, ché io stimo questa consolazione più di duemila lire! – E cenò e pagò. Costui, mancandogli la roba per usare una magnificenzia, vendé se stesso. Morendo, a tutti i frati che lo richiedevano che si facessi sepelire alla chiesa loro, promisse, per non negare nulla. E rimproverandogli i parenti la sua prodigalità mentre ch'e' moriva, sempre disse queste parole: – Quod donavi, habeo; quod retinui, perdidi; quod negavi, doleo. –
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