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Agnolo Ambrogini, detto il Poliziano
Detti piacevoli

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  • 393
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393 – Un proverbio è che le paure so' divise per lo mezzo. «La violenza overo l'armi sono il giudice dell'appellagioni de' potenti». «Le leggi son fatte come la pelle del cerviatto, che una medesima mano le stende per il dritto e per il traverso». «Guai a quella città che si consiglia più alle cene e agli scrittorî che in Palagio!». «É somma prudenza, quel che non si può vendere, saperlo donare». «La fortuna è uno de' senni di Dio». «Mal vendica sua onta chi la piggiora». «Stolto chi fa a gioco dove può perdere e non vincere». Il cassettino di Barlaam, che di fuori era oro e dentro fetido. «Chi teme di morire desidera di non vivere». «Assai gran pericoli si vincono per disperazione». «Il paragone degli uomini sono le aversità». «Tu fai come colui che si tagliò e coglioni per dispetto della moglie». «La guerra de' lupi è pace degl'agnelli». «Il gentil ama, il villan teme». «Nuovi ragionamenti fanno nuovi casi, e nuovi casi vogliono nuovi modi». «A porco peritoso non cade in bocca pera mezza». «Il negligente è servo dell'arrischiato». La moglie di Zaffo aveva prima pisciato che fussi chinata. «Tal vende il senno a ritaglio che arebbe bisogno di comperarlo in grosso». «Chi la giustizia impedisce, di giustizia perisce».

 

«Chi fa tosto, si pente a bell'agio». «Chi ben guerreggia, ben patteggia».

 




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