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Agnolo Ambrogini, detto il Poliziano
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  • 214
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214 – Un signore aveva nella sua corte un savio uomo e molto intendente di veleni, il quale lungo tempo aveva usato a suo proposito. Avvenne che, entratoli di lui qualche sospetto, lo fe' accecare e mettere in prigione. Ora, doppo alcuni anni, trovandosi detto signore in una guerra lunga e pericolosa, in modo che era in bilico il suo stato, fe' venire a sé il detto savio e richieselo che con qualche veleno de' suoi s'ingegnassi avvelenare il capo degl'avversarii. Dicendo colui che 'n questo non lo poteva aiutare, perché la maestra de' veleni era la vista, lo richiese di consiglio in questo caso: e esso lo consigliò a tòrre tutti e vasellamenti d'oro e d'argento della Chiesa e farne danari. Dicendo il signore che questo era gran male, rispose: – Pigliate queste cose a peso, e poi le rendete. – Ora, ritornato in prigione, fu dagl'altri ripreso e detto ch'egl'era un matto a consigliare un suo tale amico; e quello, allora: – Io l'ho appiccato con Signore, che farà ben le mie vendette! –

 




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