CAPITOLO
IV
Nuovi
favori che riceve Candido, e sua elevazione
Dopo che il
nostro eroe fu guarito, venne introdotto dal re per fargli i suoi
ringraziamenti. Quel monarca lo ricevè nel miglior modo; gli diede due o tre
schiaffi nel corso della conversazione, e lo ricondusse fino alla sala delle
guardie a pedate nel sedere. I cortigiani ebbero a creparne di dispetto. Da che
sua maestà si era data a percuotere la gente, di cui ella faceva un caso
particolare, non vi era ancora chi avesse avuto l’onore di aver avuto più busse
di Candido.
Tre giorni
dopo questo congresso, il nostro filosofo, che si lamentava di esser così
favorito e trovava che le cose andavano molto male, fu nominato governatore del
Chusistan, con un potere assoluto; fu decorato d’un berretto foderato, ch’è un
gran segno di distinzione in Persia; ei prese congedo dal sofì, che gli fece ancora
altre carezze, e partì per Sus capitale della sua provincia. Dal momento che
Candido era comparso alla corte, i grandi dell’impero avean tramata la sua
perdita. I favori eccessivi di cui il sofì l’avea colmato, non avean fatto che
ingrossar la tempesta, pronta a piombargli sul capo. Intanto egli si felicitava
della sua fortuna, e soprattutto del suo allontanamento: gustava
anticipatamente i piaceri del grado supremo, e dicea nel fondo del suo cuore: Troppo
felici i sudditi lontani dal lor sovrano!
Non era ancora
venti miglia distante da Ispahan, che ecco cinquecento persone a cavallo armate
da capo a piedi, che fanno una scarica furiosa sopra di lui, e sopra la sua
gente. Candido sul subito credette per un momento che quello fosse per fargli
onore; ma una palla che gli fracassò una gamba, lo fece accorgere di che si
trattava. La sua scorta depose le armi, e Candido più morto che vivo fu portato
in un castello isolato. Il suo bagaglio, i suoi cammelli, le sue schiave, i
suoi eunuchi bianchi, i suoi eunuchi neri, e trentasei femmine che il sofì gli
avea date, tutto fu preda del vincitore. Si tagliò la gamba al nostro eroe per
paura di cancrena, e s’ebbe cura de’ suoi giorni per dargli una morte più
crudele.
- O Pangloss! Pangloss! che sarebbe del vostro
ottimismo se voi mi vedeste con una gamba di meno fra le mani de’ miei più
crudeli nemici, mentre che io entrava nella carriera della fortuna, che io era
governatore, o re, per così dire, d’una delle più considerevoli provincie
dell’antica Media, che avevo de’ cammelli, delle schiave, degli eunuchi
bianchi, degli eunuchi neri, e trentasei femmine!
Così parlava
Candido appena che potè parlare.
Mentr’egli si
lamentava, le cose andavano per lui nella miglior maniera del mondo. Il
ministero, informato della violenza che gli era stata usata, aveva spedito una
truppa di soldati agguerriti in traccia de’ sediziosi; ed il frate
Ed-Ivan-Baal-Denk avea fatto pubblicare da altri frati che Candido, essendo
opera loro, era per conseguenza l’opera di Dio. Quelli che aveano cognizione di
quell’attentato lo rivelarono con tanta maggior premura, inquantochè i ministri
della religione assicurarono da parte di Maometto, che qualunque uomo che
avesse mangiato del porco, bevuto del vino, passato più giorni senza andare al
bagno, contro le espresse proibizioni dell’Alcorano, sarebbe assoluto ipso
facto, dichiarando quel che sapesse della cospirazione. Non si tardò a
discoprire la prigione di Candido; essa fu aperta a forza, e siccome si
trattava di religione, i vinti furono sterminati secondo la regola. Candido,
camminando sopra un mucchio di morti, scappò trionfante del maggior periglio
ch’egli avesse ancor corso, e riprese col suo seguito il cammino pel suo
governo. Ei vi fu ricevuto come un favorito che era stato onorato di cinquanta
nerbate sotto la pianta de’ piedi in presenza del re dei re.
|