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Ludovico Ariosto
Rime

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  • SONETTI
    • VII
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VII

 

Un arbuscel ch'in le solinghe rive

all'aria spiega i rami orridi ed irti,

e d'odor vince i pin, gli abeti e i mirti,

e lieto e verde al caldo e al giaccio vive,

il nome ha di colei che mi prescrive

termine e leggi a' travagliati spirti,

da cui seguir non potrian Scille o Sirti

ritrarmi o le brumali ore o l'estive.

E se benigno influsso di pianeta,

lunghe vigilie od amorosi sproni

son per condurmi ad onorata meta;

non voglio, e Febo e Bacco mi perdoni,

che lor frondi mi mostrino poeta,

ma ch'un genebro sia che mi coroni.

 




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