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Ludovico Ariosto Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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XVII
Occhi miei belli, mentre chi' vi miro, per dolcezza inefabil ch'io ne sento, vola, come falcon c'ha seco il vento, la memoria da me d'ogni martìro; e tosto che da voi le luci giro, amaricato resto in tal tormento che, s'ebbi mai piacer, non lo ramento: ne va il ricordo col primier sospiro. Non sarei di vedervi già sì vago s'io sentissi giovar, come la vista, l'aver di voi nel cor sempre l'imago. Invidia è ben se 'l guardar mio vi attrista; e tanto più che quello ond'io m'appago nulla a voi perde, ed a me tanto acquista.
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