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Ludovico Ariosto
Rime

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  • SONETTI
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XXII

 

Quando muovo le luci a mirar voi,

la forma che nel cor m'impresse Amore,

io mi sento aggiacciar dentro e di fuore

al primo lampeggiar de' raggi suoi.

Alle nobil manere affisso poi,

alle rare virtuti, al gran valore,

ragionarmi pian piano odo nel core:

- Quanto hai ben collocato i pensier tuoi! -

Di che l'anima avampa, poi che degna

a tanta impresa par ch'Amor la chiami:

così in un loco or giaccio, or foco regna.

Ma la paura sua gelata insegna

vi pon più spesso, e dice: - Perché l'ami,

che di sì basso amante si disdegna? -

 




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