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Ludovico Ariosto
Rime

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  • SONETTI
    • XXXV
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XXXV

 

Miser, fuor d'ogni ben, carco di doglia,

per questi aspri, selvaggi, orridi sassi,

or con sicuri, or con dubbiosi passi,

mi vo struggendo d'empia, ardente voglia;

ch'altro cielo, altre mura ed altra soglia

chiude 'l mio cor, e la mia Donna stassi

lontan, forse con gli occhi umidi e bassi,

e a me di rivederla Amore invoglia.

Onde meco vaneggio e, pien di fele,

di gelosia, di noia e di martìri,

empio l'aria di duol la notte e 'l giorno;

tal che l'accese, amare mie querele

e le nebbie atre e folte dei sospiri

escon dei scogli e de le pietre intorno.

 




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