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Ludovico Ariosto
Rime

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SONETTI

 

I

 

Perché, Fortuna, quel ch'Amor m'ha dato,

vommi contender tu: l'avorio e l'oro,

l'ostro e le perle e l'altro bel tesoro

di ch'esser mi credea ricco e beato?

Per te son d'appressarmeli vietato,

non che gioirne, e in povertà ne moro;

non con più guardia fu su 'l lito moro

il pomo de l'Esperide servato.

Per una ch'era al precioso legno,

cento custodie alle ricchezze sono,

ch'Amor già di fruir mi fece degno.

Ed è a lui biasmo; egli m'ha fatto il dono;

che possanza è la sua, se nel suo regno

quel che mi dà non è a difender buono?

 




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