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Ludovico Ariosto Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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XIV
Quando prima i crin d'oro e la dolcezza vidi degli occhi e le odorate rose de le purpuree labra e l'altre cose ch'in me crear di voi tanta vaghezza, pensai che maggior fusse la bellezza di quanti pregi il ciel, Donna, in voi pose, ch'ogni altro alla mia vista si nascose, troppo a mirar in questa luce avezza. Ma poi con sì gran prova il chiaro ingegno mi si mostrò, che rimaner in forse mi fe' che suo non fusse il primo loco. Che sia maggior non so: so ben che poco son disuguali, e so ch'a questo segno altro ingegno o bellezza unqua non sorse.
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