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Ludovico Ariosto Rime IntraText CT - Lettura del testo |
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XXX
Giorno a me sol più che la notte oscuro, più del solito agli altri puro e bianco, stan gli altri in festa, in gioia ed io, già stanco di lacrimar, gli occhi gonfiati atturo per la mia donna, che d'acerbo e duro mal è premuta ed ogni membro ha stanco: tanto gli arde la febre il petto e il fianco, mercé di Prometeo malvagio e duro; qual, volendo giovar al seme umano, de la sfera celeste rapì il foco, onde Giove adirato per lo ingano che gli avea fatto, ste' pensoso un poco, poi fece segno con la destra mano ai mali che scendesser a 'sto loco.
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