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Ludovico Ariosto
Rime

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  • SONETTI
    • XXX
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XXX

 

Giorno a me sol più che la notte oscuro,

più del solito agli altri puro e bianco,

stan gli altri in festa, in gioia ed io, già stanco

di lacrimar, gli occhi gonfiati atturo

per la mia donna, che d'acerbo e duro

mal è premuta ed ogni membro ha stanco:

tanto gli arde la febre il petto e il fianco,

mercé di Prometeo malvagio e duro;

qual, volendo giovar al seme umano,

de la sfera celeste rapì il foco,

onde Giove adirato per lo ingano

che gli avea fatto, ste' pensoso un poco,

poi fece segno con la destra mano

ai mali che scendesser a 'sto loco.

 




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