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Johann Wolfgang von Goethe
I dolori del giovane Werther

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  • LIBRO SECONDO
    • 4 dicembre.
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4 dicembre.

 

Ti prego... Vedi, per me è finita; non posso resistere più a lungo. Oggi ero seduto vicino a lei, ero seduto e lei suonava al piano varie melodìe, sempre con grande espressione... Che devo dire? La sorellina vestiva la sua bambola sulle mie ginocchia. Mi sono venute le lacrime agli occhi; mi sono chinato, e il suo anello nuziale ha colpito il mio sguardo, e ho pianto. In quella, Carlotta ha cominciato l'antica, dolce melodìa... in fondo all'animo mi si sono ridestati deliziosi sentimenti e un ricordo del passato di altri tempi in cui avevo inteso la melodìa, di tristi giorni sopravvenuti, di dolore, di speranze deluse, e poi... andavo su e giù per la stanza; il mio cuore si spezzava dall'emozione.

- In nome di Dio, proruppi infine, andando bruscamente verso di lei, in nome di Dio, finitela! - Si fermò, e mi guardò fissamente. - Siete molto ammalato, Werther, mi disse con un sorriso che mi penetrò l'anima; i vostri cibi favoriti vi ripugnano. Andate, via, calmatevi, vi prego. - Mi sono strappato da lei e... Dio, tu vedi la mia miseria e vi porrai fine.

 




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