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Johann Wolfgang von Goethe
I dolori del giovane Werther

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  • LIBRO PRIMO
    • 6 luglio.
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6 luglio.

 

Carlotta è sempre presso la sua amica morente, ed è sempre la stessa provvida cara creatura che, dovunque si trova, mitiga il dolore e porta la gioia. Ieri sera andò a passeggiare con Marianna e con la piccola Amalia; io lo sapevo, le raggiunsi, e andammo insieme. Dopo aver camminato un'ora e mezzo, tornammo verso la città e giungemmo alla fontana che mi era cara e che ora amo mille volte di più. Carlotta si sedette sul muretto e noi rimanemmo in piedi davanti a lei. Io mi guardavo intorno, e ripensavo al tempo in cui il mio cuore era solo. "Mia cara fontana, dicevo, da allora non mi sono più riposato alla tua frescura, e qualche volta, passando in fretta, non ti ho neppure guardata!". Abbassai gli occhi e vidi Amalia molto occupata a risalire con un bicchier d'acqua. Poi guardai Carlotta, e compresi tutto ciò che lei è per me. Intanto arrivò la piccola Amalia con il suo bicchiere. Marianna voleva prenderlo. - No, esclamò la piccina dolcemente, no, tu, Carlotta devi bere per prima! - Rimasi così commosso dalla spontaneità e dalla bontà con la quale aveva parlato che, non potendo in altro modo esprimere quello che sentivo, alzai la bimba da terra e la baciai così fortemente che si mise a piangere e a gridare. "Avete fatto male", disse Carlotta. E io rimasi confuso. "Vieni Amalia, continuò, prendendola per mano e scendendo i gradini, ora ti laverai subito con l'acqua fredda, e non sarà nulla".

Stetti a vedere con quale ardore la piccola si strofinava le guance con le manine bagnate, fiduciosa che la sorgente miracolosa avrebbe portato via ogni impurità e le avrebbe risparmiato la vergogna di vedersi spuntare una brutta barba; Carlotta diceva: basta, ma la bimba continuava a lavarsi con ardore, pensando che molto era meglio di poco. Ti assicuro, Guglielmo, che non ho mai assistito ad un battesimo con più grande rispetto. E quando Carlotta risalì, volentieri mi sarei prosternato davanti a lei, come dinanzi a un profeta che avesse redento i peccati di una nazione.

La sera, nella gioia del mio cuore, non potei trattenermi dal raccontare il caso a una persona alla quale attribuivo un senso di umanità, perché‚ intelligente: ma come capitai male! Egli mi disse che Carlotta non aveva agito bene, che non bisogna mai far credere ai bambini delle fandonie perché‚ questo origine a una quantità di errori e superstizioni dalle quali invece guardare i bambini fin dalla più tenera infanzia. Mi ricordai allora che quell'uomo da otto giorni aveva fatto battezzare un bambino, lasciai cadere il discorso, e rimasi in cuor mio convinto di questa verità: bisogna fare con i bambini come Dio fa con noi: egli non ci rende mai tanto felici come quando ci lascia nell'ebbrezza di una cara illusione!

 




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