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Johann Wolfgang von Goethe
I dolori del giovane Werther

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  • LIBRO SECONDO
    • 20 gennaio.
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20 gennaio.

 

Devo scrivervi, cara Carlotta, qui nella stanza di un povero albergo di villaggio, dove mi sono riparato dal cattivo tempo. Finch‚ sono stato nel triste nido di D... dove mi aggiro tra una folla del tutto straniera al mio cuore, non un istante è trascorso nel quale un impulso non mi abbia detto di scrivervi; e ora in questa capanna, in questa solitudine, in questa prigione, mentre la neve e la grandine turbinano contro la mia finestra, il mio primo pensiero è stato per voi. Appena sono entrato qui, la vostra immagine, il vostro ricordo mi hanno penetrato in modo così sacro e ardente! Mio Dio, è questo il primo momento felice che io ritrovo! Se mi vedeste, cara, immerso in questo torrente di distrazioni! come sono inariditi i miei sentimenti: non un istante il mio cuore è soddisfatto, non ho un'ora di beatitudine! Nulla, nulla: sto come davanti a una cassetta di curiosità: vedo piccoli uomini e piccoli cavalli che corrono dinanzi a me, e spesso mi domando se non è un'illusione ottica. Mi diverto, o meglio essi si divertono con me come con una marionetta, e talvolta io stringo al mio vicino la sua mano di legno, e rabbrividisco. La sera mi propongo di godere il levar del sole e il mattino seguente non mi muovo dal letto; il giorno mi riprometto lo spettacolo del chiaro di luna e poi rimango nella mia camera. Non so precisamente perché‚ mi alzo, perché‚ vado a letto. Mi manca il lievito che teneva in fermento la mia vita; è svanito il fascino che mi teneva desto nelle profonde notti, l'incanto che la mattina mi destava dal sonno è fuggito. Non ho trovato qui che una donna, la signorina B.; vi assomiglia, Carlotta, per quanto si può rassomigliarvi. Ecco, direte voi, ecco che si mette a fare dei graziosi complimenti! Ed è vero in parte. Da qualche tempo sono molto gentile perché‚ non posso fare altrimenti; ho molto spirito e le donne dicono che nessuno è capace come me di lodare (e di mentire - aggiungerete voi - perché‚ l'una cosa non può avvenire senza l'altra, vero?). Ma volevo parlare della signorina B. è piena di sentimento, ed esso traluce dai suoi occhi azzurri. La sua elevata condizione le è di peso perché‚ non soddisfa nessun desiderio del suo cuore. Lei aspira ad uscire da questo tumulto, e talvolta nei campi sognamo ore di completa felicità... e sognamo di voi, Carlotta! Molto spesso lei deve rendervi omaggio... ciò non deve, lo fa spontaneamente, volentieri sente parlare di voi; vi ama.

Oh se fossi seduto ai vostri piedi, nella piccola stanza tranquilla, e i nostri cari piccini giocassero intorno a me, e io potessi, quando il loro chiasso vi dà noia, raccogliermeli intorno tranquilli e avvincerli con una storia terribile!

Il sole tramonta superbamente sulle valli risplendenti di neve, la tempesta è passata e io... devo rientrare nella mia gabbia! Addio! Alberto è con voi? E come...? Dio mi perdoni questa domanda!

 




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