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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli L'Acerba IntraText CT - Lettura del testo |
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CAPITOLO X
Questioni varie di fisiologia e psicologia.
Ultima cosa, nella mente è prima, Dico per natural concezïone, Sì come per forbir fu fatta lima. Considerando perché, come e quanno, Tu vederai la tua perfezïone 5 E di te stesso non sarai tiranno.
Chi contro al tempo va, non vede il fine; Aspetta tempo innanzi che ti muovi Se ti vuoi conservare le tue strine. Il tempo ha tutto ed ogni cosa ha tempo; 10 Muovendo il cielo fa gli effetti nuovi. Desiata cosa mai non è per tempo.
Perché ciò dico, se il pensier ti copre? Ed io a te: Convienmi di tacere, Ché non è saggio chi tutto discopre. 15 Parlo tacendo, perché ti raccogli: Or, alma grazïosa, puoi vedere Quanta dolcezza è in questi acerbi fogli.
E tu a me: «Perché, dov'è bellezza, Rare fïate virtute dimora?» 20 Ascolta, ch'io ti dico la certezza. Formando belle membra, s'affatica Lo spirito che opera ad ogni ora: Virtù risolve, quanta è più la briga.
Nell'uomo secco con le chine spalle 25 Non s'affatica la virtù del cielo, E raggio di salute non gli falle. Nel vile sterpo si mostra bel fiore, E se la vista di ciò ti fa velo, Guarda nel cerchio che muove splendore. 30
«Perché di morte è giudicato segno Nel fantolino, quando è più discreto Che non sia tempo?» La ragion ti assegno: Vede che in piccol tempo morir deve Natura che contempla ogni secreto, 35 Sì che il saver gli dà nel tempo breve. «Perché le piaghe dell'occulto ucciso Mandan ciascuna lo sangue di fuore Guardando chi l'ha morto nel suo viso?» Se son le piaghe nuove, ciò ti dico: 40 Rimangono gli spiriti nel cuore E muovon l'ira verso il suo nemico.
Ciascun si muove a lo dolente loco, E muove il sangue per le calde vene: Ma questa novitate dura poco. 45 Ma l'acqua calda, per le piaghe messa, Risolve quegli spiriti che contiene Il cuore intanto, sì che ciascun cessa.
«Perché nel mondo son diversi volti?» Ed io a te: Di ciò son tre ragioni, 50 Le quai ti dico qui, se ben m'ascolti: Diversi agenti, stelle, ed anche il sito, Di' da mia parte, se giammai ragioni Con uomo che del vero sia sentito.
E tu a me: «Anche vorria sapere 55 Perché l'immaginar fa simil caso E più veloce là dov'è il temere». Ed io a te: Qui dell'immaginare Se vuoi sentire, tien l'udito paso, Se di ciò ti diletti in giudicare. 60
L'immaginare che subito spazia, Se dal volere prende nascimento, Con simil caso giammai non si sazia; Ma il ciel che immaginando l'alma muove E il cor nel 'maginar fa forte e attento, 65 Vuol che l'effetto immaginato ei trove.
«Perché l'uom teme tanto il corpo morto, Che subito trovandolo s'arriccia?» Io qui di ciò ti voglio accorto. Ogni animata cosa per natura 70 Lo cor di gran temer subito impiccia Veggendo del contrario la figura.
«Perché dormendo l'uomo alla supina Sente accidente che non puo' far mutto E più si forza, più la voce inclina?» 75 Ciò vien da sangue che nel cor s'ingorga Che da ciascuna arteria muove tutto, Avvegna che di ciò l'uom non s'accorga.
Di sangue pieno il cuor forte s'aggrava, E par che anneghi l'uomo per gran carco, 80 Sì come sovra il petto avesse trava. «Perché l'uom trema tutto quando urina?» Qui di pensieri ti vo' fare scarco, Che non ti gravin più sopra la schina.
Quando il soperchio la natura piove, 85 Risbanda in sé medesmo e prende forza, E tu a me: «Perché l'uomo è sinistro?» Dico che usanza la natura sforza, Ovver è come dice il gran Magistro: 90
Il fegato, che scalda il lato dritto Converte quello in sangue, com'è scritto, E cambia il loco suo col freddo splene. A ciò ch'io dico tu non contraddice, 95 Perché non puoi, se m'hai inteso bene.
Dal cerebro procedono li nervi; Nasce dal cuore ciascuna arteria; Voglio che questi detti in te riservi. È arterïa sempre dove è vena: 100 Ogni arterïa in sé ha doppia via; Per l'una al cuore lo sangue si mena,
Per l'altra avaccio lo spirito corre Come splendor che muove da candela, Che senza tempo per l'aria discorre. 105 Il sangue pian si muove con quïete: Questi canali natura non cela, Che l'un dell'altro il corso non diviete.
E tu a me: «é ver quel che si dice, Che d'allegrezza vien sùbita morte?» 110 Ed io a te: Lo cuore, che è radice Di nostra vita e primo fondamento, Apresi tutto in allegrezza forte; Risolve poi lo spirito con tormento.
Così nella tristezza si costrenge 115 Sì forte, che lo spirto di fuor manda, E nostra vita subito dispenge. Or prendi esempio nella cava mano Tenendo l'acqua fin che non si spanda: Se stringi ed apri, l'acqua torna al vano. 120
E tu a me: «Questa ragion non sento: Perché nessuno qui fu mai contento?»
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