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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli
L'Acerba

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  • LIBRO IV
    • CAPITOLO XI
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CAPITOLO XI

 

Questioni morali. Valore dei sogni.

 

Mira questi altri di più bassa schiera

E loda te medesmo, ché natura

Non ti produsse di sì vil maniera.

E tu a me: «Così m'ho da biasmare

Mirando questi della gran ventura,                                             5

Che sovra gli altri vedo trionfare

 

Natura a ciascuna com' si conviene:

Or non ti turbi tua perversa voglia

Ché, come è il grado, si ministra il bene.

Uman voler, se val, non ha ripulsa                                             10

A fuggir la viltate onde vien doglia,

Né mai per povertate si ristulsa.

 

«La mente qui non puo' esser contenta:

Pongo che ciò che vuol possa seguire,

Ma poi l'uom desïando si lamenta.                                             15

Non cessa il moto natural agente;

Sempre si muove sin che il fine mire.

Questa ragione ciaschedun consente».

 

Se tu m'intendi ben, qui ti rispondo:

Ogni natura è creata al fine,                                                       20

Lo qual per l'alma non è in questo mondo;

Ma quando vederà lo suo Fattore

Da vista a vista con l'altre divine,

Sentirà pace dell'eterno amore.

 

E tu a me: «Non sonvi giuste prove                                            25

Che l'alma vegga Dio di faccia a faccia;

Contro te dico qual ragione mi muove.

Intra l'oggetto e la potenza nostra

Proporzïone pur convien che giaccia

In che l'essere umano si dimostra.                                              30

 

Ma fra quel ch'è infinito e il terminato

Proporzïone non puo' mai capire:

Così fra l'alma e il suoFattor beato;

Sicché convien che qui medio vi sia

Da Dio informato che nell'alme spire,                                         35

Sì come il Sol nell'aria tuttavia».

Ed io a te: Or qui convien ch'io taccia,

Ma quando vederò lo tempo e il loco,

Di ciò conviene ch'io ti satisfaccia.

E tu a me: «Or di' di questi sogni,                                              40

Ch'ogni ignorante ne cura sì poco

E dice che di cerebro abbisogni».

 

O buon Apollo, fa' miei sensi ingordi

E toglimi lo ben dell'intelletto

Anzi ch'io parli a questi uomini sordi.                                         45

E se tu m'hai disposto, ch'io non credo,

Alla mercede altrui per gran difetto,

Almen la morte mi da' per rimedo.

 

Delli cattivi voglio che tu godi,

Ché nessuna vede come nasce il sogno,                                     50

Sì com'io qui ti distinguo in due modi.

Quel che la mente nostra pur desïa,

Di prestar fede a ciò non è bisogno,

Perché tal sogno vien da fantasia;

 

Ma l'altro sogno che dal ciel procede                                        55

Non cogitato e pinto di figura

Che lo futuro all'anima concede,

Contemplativo sogno questo chiamo;

Non ha intelletto chi di ciò non cura,

E non senza ragione lui disamo.                                                 60

 

Quando la Luna sta nel sesto segno

È fermo il sogno, e quando se ne parte

Con le comuni stelle, non lo sdegno. l'

Arïete, la Libra ed anche il Cancro

Il sogno in tutto dallo ver diparte,                                              65

Sì come in neri marmi scritte d'ancro.

 

Ognuno ha qualche cosa che si sogna

Se fra se stesso giudica del male

Quasi sospetto, e pur temendo agogna.

L'alme veraci son dal sogno scorte                                            70

All'uomo che ha maligno il naturale,

Che molto sogna presso della morte.

 

Questi intelletti li cieli movendo

Delle cose future fanno mostra,

E per figure tai sogni comprendo;                                              75

Ché chi si sogna di gir nudo e scalzo

Per lo gran fango, questo gli dimostra

Orribile peccato, e non è falzo.

 

Chi di giacer si sogna carnalmente

Con madre o con sorella, tu vedrai                                            80

Ch'ei convien che in quell'anno sia dolente.

Se l'uom risogna quel che ha già sognato,

Ed il suo sogno non ricorda mai,

Non vede effetto del sogno passato.

 

E tu a me: «Di questi veggio como;                                            85

Vorria veder quant'è lo ben dell'uomo».

 

 




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