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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli L'Acerba IntraText CT - Lettura del testo |
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CAPITOLO IV
Dell'eclissi del Sole e della Luna.
Cessa, intelletto da le rotte vele, Ché tua vertù non basta a veder luce Di quel che ti conviene esser fedele, Onde perfetta Dio fa la natura Universal che sempre spira e luce, 5 Che in atto di potenzia trasfigura.
Intelligenzie, stelle, moto e lume Ogni natura che la spera ammanta Mantegnon, e di ciò l'essere sume. Se ciò non fosse, ogni animal che vive 10 E ciascheduna vegetabil pianta Sarien di lor virtù da morte prive.
S'agli occhi nostri appare nuova forma, L'umano ingegno allor si mova e quera Finché del vero in lui si pinga l'orma; 15 Ma non trascenda e levi l'alto ingegno Sopra le stelle sì che in essa pèra Chi di tal luce non si mostra degno.
O viste del miracoloso affanno! Ché a noi si schiude sempre meraviglia 20 Dal poco cerchio le stelle miranno. Non è virtù non dubitare al mondo, Ma far dell'ombra umana la simiglia Ragion non vede come sia il secondo.
Dico che l'ombra de la stella umana 25 Si fa il terrestre assiso in quella parte Che a nostra qualità non è lontana. Del bello raggio allor la priva il Sole, Perché non è disposta come Marte Che co' suoi raggi fuoco mostrar vuole. 30
Di questa stella si cela bellezza De li acquistati raggi, sì che in nui Par che natura perda sua vaghezza. Di ciò che vive la virtude geme Per questo corpo che riceve in lui 35 Da tutti i cieli la virtù che spreme.
Perché in quel tempo perde di valore, Ché sua potenzia non si spande in lei. Cessa l'effetto, se la causa è priva: 40 Allora chi è soggetto, a gran dolore Verso la morte prende trista riva.
Vegnon nel mondo e sono già venute Molti accidenti, che dir non ho voglia, Perché si vederanno e son vedute 45 Anime belle e figurate e pente De la vertù del ciel che lor invoglia Mirando quanto è in noi lo ciel possente.
E delli primi raggi lo bel corpo Pinge paura ne li umani aspetti 50 Quando si mostra de sua luce torpo. Se in questo clima cessa il suo splendore, Ne gli altri li suoi raggi son concetti, Ché in tutte parti sua luce non more.
Due cerchi sono che, intersetti insieme, 55 Equante e deferente dice altrui, Sono congiunti nelle parti estreme. La prima stella si gira in quel sito, E ilSol nell'altro resta opposto a lui Quando il suo corpo è di splendor finito. 60
De le due stelle se in mezzo è la Terra, Per lei la Luna lo raggio non vede Ché nel suo corpo l'ombra si disserra. Sempre non tutta quella stella oscura, Sì come nostra vista ne fa fede 65 Che in parte muore a tempo sua figura.
Girando il cielo, vegnon le triste ore Che il bello raggio nello Sol si vela Stando la Luna avvinta nel suo core. Ove si giunge l'una a l'altra rota, 70 Agli occhi umani la bellezza cela Di quella luce ch'é per lei remota,
Onde celando sì nuova bellezza Sotto le stelle muore ogni allegrezza.
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