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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli
L'Acerba

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  • LIBRO I
    • CAPITOLO VIII
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CAPITOLO VIII

 

Dei tuoni, folgori, baleni, saette, terremoti.

 

La prima stella con l'empïo Marte

Muove per tempo tempestati e tuoni

Sin che l'una contrarii l'altro, e parte

Lo fuoco mosso da Marte crudele

Verso le fredde nubi, d'onde i suoni                                           5

Esultano con le infuocate vele.

 

Il tuono altro non è che fiamma spinta

Entro li corpi de le nubi frede,

U' l'una qualità da l'altra è vinta.

Tu ne le verdi fronde prendi esemplo                                         10

Che fanno scoppi se fuoco le lede.

Or 'scolta gli accidenti ch'io contemplo.

 

Insieme è il fuoco alle infuocate orme,

Ma avvegna che la luce avanzi il scoppo,

Paion due tempi con diverse forme:                                           15V

E ciò fa il viso ch'è innanzi l'udito,

Ché l'alma agli occhi va dappresso troppo:

Però il nostro vedere è molto ardito.

 

E ciò si mostra in un remoto colpo,

Ché in uno tempo è il suono con il fatto,                                    20

E vientardo che l'udito incolpo,

Ché già non segue lo veder presente,

Ch'anzi percorre anche l'ultimo tratto

Che il primo suono vegna ne la mente.

 

Puo' esser tuono senza fuoco ardente,                                       25

Io dico al nostro viso, non al vero;

E questo sì addivien per accidente:

Quando s'ocura l'aria bene spessa,

Muovesi il vento infuocato, severo

Tuono fa grande e non rompendo cessa.                                   30

 

Ed allustrare senza tuono, avviene

Perché non trova qualità nemica,

Sì come nel seren si vede bene.

Ma quando sono dense queste nube,

Allora il fuoco forte le nimica                                                     35

Facendo suoni con le accense tube.

 

Se sono rari e son di basse note

Li suoni, è perché no han contraria faccia:

Non resistendo, poco le percote.

Ciò che resiste duramente offende,                                            40

Come vedemo che lo ferro sfaccia

E sua coverta sua salute ostende.

 

E queste nubi e queste impressïoni

Oltre una leuca ed anche otto staggi

Non son più erte: ciò nel cor ti poni.                                          45

Sono montagne sopra le qua' stando,

Di sotto è piova e neve, e tu li raggi

Vedi di sopra nel seren guardando.

 

La sottil fiamma in ogni cosa rara

Poco la offende; però noi vedemo                                             50

Per accidente che addivenne a Sara:

Portando sopra il capo le molte ova,

Essendo lesa dal fuoco supremo,

Erano sane come cosa nuova;

 

Ma dentro senza frutto e pien di vento                                       55

Furno trovate, ché da l'una fronte

Entrò la fiamma e strusse lor contento.

Pietra discende con l'aria infuocata

Come saetta che non abbia ponte

Per gran potenzia del fuoco creata.                                            60

 

Non tanto pietre, ma corpi di ferro

Sono discesi dal fuocato cielo

In Alamagna e di ciò non erro

Però le spade di tedesche genti

Fanno tremare addosso ciascun pelo                                         65

Mirando altrui loro colpi possenti.

 

Ogni elemento si muove e corrompe:

Secondo che li cieli son diversi,

Così di novitate fanno pompe.

Trema la terra per gli inclusi fiati,                                               70

Fan l'aria e l'acqua lor moti perversi

Ne' tempi che li cerchi son mutati.

 

Gli inclusi venti che non ponno uscire

Fuor de la terra, mossi da Saturno

Fanno li terremoti a noi sentire.                                                  75

Nel grande freddo, e pur nel tempo caldo,

Celansi i venti e non vanno dintorno:

Però la terra sta quïeta e in saldo.

 

Non dico che non possano venire

Li terremoti e d'estate e d'inverno,                                             80

Ma, quando mostra il caldo o il freddo l'ire,

Durano poco, ché li fiati, strutti

Del lor valore, non fanno governo,

Ché queste qualità li fanno asciutti.

 

Ma vien nel tempo dolce il gran tremore                                    85

E non si cessa fin che no è corrotta

La dura terra per cotal valore.

Questo non sempre avvien come a Corinto:

Movendosi con ira di sotta,

La sua potenzia perdè poco vinto.                                             90

 

Sì che li monti, li colli e gli abissi

Sono formati dagli inclusi venti

Che spirano sotterra duri e spissi;

Ed anche l'acque sotto noi celate

Fanno questi atti, se tu ti rammenti                                             95

Le parti dello mondo concavate.

 

Le gran montagne hanno lo grande piano

U' l'acque sotto sopra sommergendo

Lassano l'Alpi ed il terren toscano,

Basso facendo lo sito lombardo,                                               100

Romagna con Toscana a lui cadendo.

Or prendi questo esemplo ch'io riguardo.

 

Molte montagne in esseri di pietra

Sono converse, se guardi le ripe,

Ché dalla terra natura s'arretra.                                                 105

Potenzia natural regge e compone

E fa di terra pietra e dure stipe;

E ciò si mostra per bianca ragione.

 

Di fronde vista però vidi impressa

Nel duro marmo, che, quando e' si strinse,                                110

Nel mezzo delle parti stette oppressa.

Nel molle tempo, come cera al segno,

Mostra nel duro sì come dipinse

Natura, che di forma non ha sdegno.

 

Or pur m'ascolta in cose divine,                                                 115

Ché arte non vale se non si procaccia:

Cosa perfetta non è senza fine;

Principio d'ogni bene è conoscenza;

Prima sii bono innanzi che abbia faccia;

Intendi e vedi con la mente a scienza                                         120

 

Che mai l'eterna beata natura

Senza ragion non fece creatura.

 

 




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