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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli L'Acerba IntraText CT - Lettura del testo |
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CAPITOLO VII
Della Prudenza.
Non virtù là dove è poco ingegno. Or fugga l'alma mia dal pensier vile, Ché quegli è grande che quello fa degno. Prudenzia, dico, ovver discrezïone Altro non è, secondo il nostro stile, 5 Che il ben dal mal discerner per ragione;
E la memoria del tempo passato E previdenza di quel che ha a venire Conserva l'uomo nel felice stato. Da questa del saver la fonte nasce 10 Quando la mente del suo amor si pasce.
Questa natura virtuosa e bella Prende radice nell'umana pianta Quand'è in suo stato la seconda stella. 15 Questa è la luce del saver umano Che dona all'alma conoscenza tanta Che trae l'umanità dal pensier vano.
Più val savere che tesor non vale; Ov'è savere ricchezza non manca 20 Se l'alma non si sforza nel suo male. Ma, ben ripulso da contraria branca, Ov'è virtute pur convien salire.
Non puo' morire chi al saver s'è dato, 25 Né vive in povertate né in difetto, Né da fortuna puo' esser dannato; Ma questa vita e l'altro mondo perde Chi del savere ha sempre dispetto Perdendo il bene dello tempo verde. 30
Chi perde il tempo e virtù non acquista, Com' più ci pensa, l'alma più s'attrista.
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