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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli
L'Acerba

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  • LIBRO II
    • CAPITOLO IX
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CAPITOLO IX

 

Della Liberalità.

 

Questa virtù che tanto onora altrui

Il terzo ciel la forma negli umani

Sì come nel crear fu posta in lui.

Volere col potere è bella vista:

Larghezza vale se te ne allontani                                                5

E se miri la sua graziosa lista.

 

È largitate con misura dare

A cui e quando e come si conviene:

Questa è virtute nel gentile affare.

Ma quei che fanno contro queste note,                                      10

A povertà conduceli la spene

Se la fortuna varia le sue rote.

 

Più beato è chi che chi riceve;

Ed ha virtute ricevendo l'uomo

E quando e quanto, dico, e come deve.                                     15

Ma chiunque pur riceve e non vergogna,

E in lui non è difesa perché e como,

Contra virtute e notte sogna.

 

E voi, che date pur passando il modo,

Or vi ricordi che la fronte suda                                                  20

Del domandare poi che siete a sodo.

La conoscenza in povertà è pena,

E più dogliosa fa la vita cruda.

Quegli è felice che vizio raffrena.

 

O quanti amici, o quanti parenti                                                 25

Si vede l'uomo nel felice stato,

Non respirando li contrari venti!

Dura l'amore fin che dura il frutto,

Ché quanto l'uomo puo', di tanto è amato

Da queste genti col vedere istrutto.                                            30

 

Cotanto è l'uomo, quanto ha di virtute

E tanto quanto più si fa valere.

O genti cieche con le menti mute,

Mirate la milizia desolata:

È senza onore, se non v'è potere:                                              35

Più che di vita, di morte è beata.

 

Non ritenete nell'antica borsa

Quel che misura vuol che pur si spenda,

Ché a poco vien lo tempo della corsa

Con accidenti non pensati e gravi.                                             40

Chi vuole che la spesa non lo offenda,

Tegna misura con le aperte chiavi.

 

Questa virtute degno fa ciascuno

E grazïa possede in ciascun loco.

Più tosto dare, che ricever duno,                                               45

Più tosto sofferir che far vendetta:

Questa è la carità col dolce foco

Che dell'eterna pace il tempo aspetta,

 

E fa nel mondo grazia possedere

A chi con questa serva il bel tacere.                                           50

 

 




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