CAPITOLO XII
Della Nobiltà.
Provate, cieli, la
vostra chiarezza
E correggete di questi
l'errore
Che falsamente appellan
gentilezza.
Fu già trattato con le
dolci rime
E definito il nobile
valore 5
Dal Fiorentino con
l'antiche lime;
Ma con lo schermo delle
giuste prove
Io dico contro della
prima setta
E voglio che ragion mio
detto trove.
E' gentilezza di virtute
forma 10
Che nel soggetto
disposto s'aspetta
Quando il ciel fa di
qualitati l'orma.
Se virtù fosse
dell'antico sangue,
Forma saria particolar
di moto:
Nel vizio dunque perché
il nato langue? 15
Già noi vediam nelle
seconde genti
Da lor natura l'effetto
remoto
E i gran cattivi di
gentil parenti.
Dunque lo cielo con
quieta luce
Dispone a gentilezza
creatura, 20
Che per volere all'opera
s'adduce.
Vien questo raggio dal
secondo cielo
Che tien di gentilezza
la figura
Per cui s'espone il
mondo a questo zelo.
Ma se si giunge l'un con
l'altro cerchio, 25
Di sangue antico con
eccelso lume,
Gentil fa l'omo col
valor soperchio.
Ma il cielo, illuminando
il sangue nuovo,
Non gli puo' dare
consimil costume
Come all'antico: ciò di
sopra provo. 30
Ma qui mi scrisse
dubitando Dante:
Son due figliuoli nati
in uno parto,
E più gentil si mostra
quel d'inante,
E ciò converso, sì come
già vedi.
Torno a Ravenna e di lì
non mi parto: 35
Dimmi, Ascolano, quel
che tu ne credi.
Rescrissi a Dante,
intendi tu che legi:
Fanno li cieli per
diversi aspetti,
Secondo il mio filosofo
che pregi,
Per qualità delle
diverse mustre 40
In un concepto varïati
effetti,
Secondo quelli ch'hanno
l'alme lustre.
Lo primo nato forma
l'orïente,
E invece l'altro per
virtù divina
Ispirano le stelle d'occidente. 45
Se il primo è virtuoso e
l'altro vile,
La prima parte nel ben
fu latina,
L'altra maligna; perciò,
non simile.
Unde ritorno e dico
contro a quilli
Che dicono: noi semo gentil nati: 50
Fedeli avemmo già ben
più di mille,
In cotai monti fur
nostre castelle,
Movendo il capo con li
cigli arcati,
Facendo di lor sangue
gran novelle.
Ciascuno d'essi rinnova
vergogna 55
Tenendosi gentil per li
passati:
Crede che sia lo ver ciò
che si sogna.
Non conseguendo il ben
da sangue antico,
Di disonore ha gli occhi
velati.
Assai son questi i quali
non ti dico. 60
Non è peggior ronzin che
di destriero:
Or prendi esempio se un della Colonna
Lasciasse gli atti del sangue primiero.
Cosa perfetta fuor di
sua natura,
Quando nel suo contrarïo
si forma 65
Empïa forma prende oltre
misura.
È gentilezza non per
accidente.
Quegli è gentil che per
sé sa valere,
E non per sangue
dell'antica gente.
Uomo disposto, in lui è
naturale 70
Il conseguire del gentil
volere,
Non per ricchezza che
gli é accidentale.
Per sé nullo accidente
mostra effetto:
Dunque ricchezza non fa
l'uom felice
Ché puo' fuggire od
esser nel soggetto. 75
Ma come spira il Sole il
suo splendore,
E come pianta nella sua
radice,
Virtù con l'alma giunse
il suo Fattore.
Ma la ricchezza a
gentilezza è face
E più gentil se ne
dimostra l'uomo. 80
Ma chiunque il suo
potere ognora sface
E malamente sua
ricchezza mena,
Dar non possendo a cui e
quando e como,
La conoscenza lo conduce
a pena.
Or, sia l'uomo gentil,
com'io distendo 85
Volendo queste sette
contentare:
Gentil di sangue
figliuol d'uomo tengo.
Gentile d'anima è
figliuol di Deo,
E più gentil non si puo'
dimostrare,
Se non è pertinace
fariseo. 90
L'eterno Dio è più che
l'uomo degno,
E più che il sangue è
l'anima perfetta:
Ciò tu confessi come
noto segno.
Dunque è più degna la nobilitate
Dell'alma che in virtute
si diletta 95
Rappresentando in sé
benignitate.
Sono dal ciel potenzie
già venute
Che differenza fanno tra
gli umani
Secondo che fa il
cerchio le sue mute.
Uomo è gentil quant'è
virtude in lui, 100
E tutti gli altri
pensier sono vani
Che antica gente faccia
buono altrui.
Sì come a luce si
conosce il Sole,
È l'uomo quanto mostra e
virtù cole.
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