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Francesco Stabili alias Cecco d'Ascoli
L'Acerba

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  • LIBRO II
    • CAPITOLO XIII
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CAPITOLO XIII

 

Dell'Avarizia.

 

Ogni creata cosa vede il fine

Salvo la mente ch'è cieca ed avara

E volta verso Dio le flesse rine,

Che quanto più possiede più desia

Partendosi dal ben la vita amara,                                               5

E si smarrisce la diritta via.

 

O voi del patrimonio e del ducato

Che presso siete alle romane coste,

Voi siete pur soggetti a tal peccato.

Ma increscemi di Rieti e di Spoliti                                              10

Che a poco tempo vederanno l'oste

Di negra gente con gli elmi politi.

 

Se non prega la croce San Francesco

Che guardi Assisi dal grifone bianco,

Sarà spelonca nel deserto fresco;                                              15

E se a Perugia la pena s'allonga,

Sarà ferita nello lato manco

Per lo peccato vil, di nuova fionga.

 

Todi che tiene le gonfiate vele,

Che aspetta pur dell'aquila il volato                                            20

Ordendo con la mente nuove tele,

Del suo vicino vederà la piaga

Perdendo il sangue con l'acerbo fiato,

Pur che Saturno sopra Marte traga.

 

Io torno e dico dell'avara lista                                                    25

Che delli mali è la cruda radice,

Che men possiede quanto più acquista.

Più di valore è l'uom senza denari

Che non denari senza l'uom felice.

O virtuosi, o nel mondo cari!                                                     30

 

Quanto più piove, tanto più s'indura

L'arena; ed è così l'avar coraggio:

Più possedendo, più d'aver si cura.

Sin che non muor, l'avaro è un uomo stulto:

Non puo' far bene, ma sempre dannaggio,                                 35

Io dico in manifesto ed in occulto.

 

Ogni peccato invecchia negli umani:

Pur l'avarizia tien le verdi fronde

E più nel tempo dei capelli cani.

Opposto è questo vizio a largitate                                              40

Che sparse tanto nella vita l'onde

Ch'io veggo disdegnare la pietate.

 

Cupidità soverchia in acquistare

In ogni modo, pur che possa avere,

E ritenendo quel che deve dare:                                                 45

Per questi effetti l'uomo è detto avaro,

Che in acquistare e ne lo ritenere

Non ha misura nel suo tempo amaro.

 

In ogni vizio la contraria stella

Tu prendi con la varïata nota                                                     50

Che lascia forma della luce bella

E fa in diversi tempi il bene e il male:

Io dico, varïando la sua rota,

Sì come muta il corso naturale.

 

Li vizi che sinor non t'ho descritti                                               55

Tu puoi sentire per gli apposti ditti.

 

 




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