CAPITOLO XV
Della Lussuria.
O
Bolognesi, anime di fuoco,
A picciol tempo venirete
al punto
Che caderà Bologna a
poco a poco.
Or vi ricordi come il
divin arco
Ogni peccato con la pena
ha giunto 5
Ed, aspettando, assai
più si fa carco.
Di voi mi duol, ché
spero di venire
Al nido ch'è fondà sotto
la chioccia
De le globate stelle, al
mio parire.
E poi mi doglio e piango
di Fiorenza 10
Che, lagrimando,
scorderassiDoccia,
Facendo li Lucchesi
nuova offenza.
Or piangi, Pisa, con
sospir dolenti
Quando il trionfo di
Montecatino
E del francesco sangue
ti rammenti: 15
Il tuo valor convien che
pur si spegna
E caggia nel giudizïo
divino,
Lassando il freno della
tua Sardegna.
O Siena, posta sotto il
bel sereno,
Convien che pianga per
l'opposte case 20
Guastandosi lo tuo dolce
terreno.
E tempo venirà che la
Toscana
Sentirà pena con le
bocche pase
Per lo dispetto di
natura umana.
Tenete la lussuria
vostra dea 25
E fate nel Fattor le
piaghe nuove
Più che non fece la
setta giudea.
Or riguardate alquanto
Pïetate
Che sopra voi le sue
lagrime piove
Veggendo come il ben
divin lassate. 30
Distruggon le ricchezze
e le persone
La gola, la lussurïa e
le guerre:
La femmina col giuoco in
ciò si pone,
Consuma il corpo e
l'alma si manduca:
Per lei mi pare che il
cielo si serre 35
Ed in disdegno l'alto
Dio conduca.
E l'inimico dell'umana
gente
Più che degli altri
vizii si gode
Facendosi il peccato
carnalmente.
Ed è ragion, che questo
ei non puo' fare 40
Per sua natura, e non si
puo' dar lode:
Ma tutti gli altri ben
ponne operare.
Suo spirito, che tien la
vita involta,
Offende e toglie
virtuosa fama
Che disonesta per lo
mondo è volta, 45
Distrugge il senno,
corrompe la legge,
Fa nella mente di desìo
la brama,
Conturba sopra il ciel
che tutto regge.
Da lui discende fiera
servitute
Che legge impone a cui
donna comanda 50
Stando ei soggetto a la
carnal salute.
O servi tristi, o
comperati schiavi,
Perché l'atto carnal
così vi affanna
Che contro Dio vi fa
cotanto pravi?
Deh non credete a una
femmina sciocca 55
E non v'accenda sua
finta bellezza,
Ma riguardate come
dentro fiocca!
Miri la mente con occhi
cervieri,
Ché allora perderete la
vaghezza
Di lei, mirando li
sciocchi misteri. 60
E gli occhi falsi, come
li ammaestra
Nel pianto per formar
maggior affetto!
Traggendo guai, li
sospiri addestra.
E quanto è cieco chi a
femmina crede!
O quanta nasce pena da
diletto 65
Passando il tempo che lo
Ben non vede!
Sì come il fuoco non si
puo' celare
Tenendolo celato nel suo
seno,
Così non puo' mai l'uomo
conversare
Con femmina, che non vi
sia delitto, 70
Ché sempre ha il core di
malizia pieno,
E ciò dimostra ne lo sguardo fitto.
Al foco della femmina la
terra,
L'abisso inferno, dicon,
non gli basta,
Ma senza fine l'appetito
sferra. 75
Ma se la fine del desìo
carnale
Consideri, sarà la mente
casta
Veggendo senza frutto lo
gran male.
Incesto, adulterio e
fornicare
Ed anche far difetto
alla natura, 80
In ciò si puo' lussuria
divisare.
Col simil sangue si
commette incesto,
Ma chi di matrimonio tien
figura
Commette l'adulterio
manifesto.
Orribil vizio è che
natura prende: 85
O alme diffidate
sodomite,
O quanto pur in questo
Dio s'offende!
Cercate amore dove amor
non regna.
O menti cieche dallo Ben
partite,
Di vostra vita l'aere si
disdegna. 90
Or vi ricordi come le
nude ossa
Rimaneranno nell'oscura
tomma
E come a tutti morte dà
percossa.
Abbandonate dunque lo
vile atto.
Ché se voi fate di
ragion la somma, 95
Niente s'acquista, poi che
s'è disfatto,
L'uomo carnale con lo
senno acerbo,
E quando vince, perde,
l'uom superbo.
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