CAPITOLO XVII
Della Gola.
O voi, Lombardi, con
l'ampiata gola,
Faretevi ribelli di San
Piero
Pur risguardando
l'aquila se vola.
Venirà il tempo, dico,
nello quale
Giovani acerbi con lor
atto fiero 5
Di sovra il tempo
spanderanno l'ale;
Toglierà il nome con
sanguigna spada
Chiascheduno di questi
al gran lombardo,
Se il suo valor non
perde presso all'Ada.
Veggio cader li guelfi
in Lombardia, 10
Se al cielo Dio non fa
nuovo risguardo
Togliendo dal Saturno
signoria.
Il gran diviso guasterà
Cremona
E Padova e Milano con
Piacenza:
Di Mantova non dico e di
Verona, 15
Ché non so di qual cielo
fur lor stelle:
Temo che a lor voler non
faccia offensa;
Dunque convien ch'io
taccia lor novelle.
Sempre a tiranni sarà
sottoposta
La vostra Lombardia col
dolce piano, 20
Se alla natura pïetà non
osta.
La gola col gran mal del
sesto clima
Voi conseguendo con sì
grande accano,
Non credo che Dio muti
questa rima.
Non puo' con gli altri
vizii far contesa 25
Chi la sua ghiotta gola
non raffrena,
Ché con la gola la
lussuria è accesa,
Distrugge la memoria e
toglie il senno,
Corrompe il sangue di
ciascuna vena
E muore contentando il
ghiotto cenno; 30
Debilita lo spirito e la
lingua
E toglie l'intelletto
dello Bene
E subito soffòca, tanto
impingua,
E in disonore termina la
vita
E toglie della glorïa la
spene, 35
Fa sentir fiamma di
doglia infinita
E spoglia l'alma della
sua virtute
Piangendo nuda sempre di salute.
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