CAPITOLO II
Della Vita attiva
spirituale, o contemplazione delle verità eterne, e della fenice suo simbolo.
O amorosi spiriti del
mondo,
Se a lei si mostra la
virtute tanta,
Procede da chi muove il
ciel secondo.
S'uomo mirasse bellezza
in costei,
L'umanitate che la spera
ammanta 5
Saria più degna
conoscendo lei.
O alma bella della sfera
nostra,
Trascesa al mondo per
salute umana,
Di voi le stelle fanno
nuova mostra.
O viste umane, se voi
foste degne 10
Di veder come di grazia
è fontana
E come il cielo in lei
virtute pegne!
Costei fu quella che
prima mi morse
La nuda mente col disïo
soverchio,
E subito mia luce se
n'accorse. 15
Ogni intelletto qui
quiesca e dorma,
Ché non fer mai sotto
del primo cerchio
Dio e natura sì
leggiadra forma.
Questa è la donna qual
mai non coverse
Spera alcuna d'umana
qualitate, 20
Avvegna che nel mondo
qui converse.
Fu innanzi il tempo e
innanzi il ciel sua vista;
Qui fa beata nostra umanitate
Seguendo il bene che per
lei s'acquista.
Or questa di fenice tien
simiglia; 25
Sentendo de la vita
gravitate,
More e rinasce: ascolta
meraviglia!
In quelle parti calde
d'orïente
Canta, battendo l'ali
dispiegate
Sì, che nel moto accende
fiamma ardente. 30
Però conversa, dico, in
polve trita,
Per la virtute che
spreme la Luna
Riprende in poca forma
prima vita
E poi, crescendo, torna
nel suo stato.
Al mondo non fu mai più
che quest'una; 35
Da l'orïente spande il
suo volato.
Così costei, che alterna
al tempo muore
Per la grifagna gente
oscura e cieca,
Accende fiamma al disïo
nel cuore;
Ardendo, canta delle
viste note, 40
Con dolce fuoco
l'ignoranza spreca
E torna al mondo per
l'eccelse rote.
La guida delli cieli la
conduce
Nell'alma che è disposta
per sua luce.
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