CAPITOLO IV
Dei simboli di Fede,
Speranza e Carità, ossia lumeria, stellino e pellicano.
In quelle parti
dell'Asia maggiore
Lumeria nasce con
lucenti penne,
Che toglie l'ombra con
il suo splendore.
Morendo, non è morto
questo lume;
Non vuol natura che
giammai si spenne: 5
Partita penna vuol che
poco allume.
Così da questa vien la
dolce luce
Che alluma l'alma nel
disïo d'amore;
Togliendo morte, alla
vita conduce.
E l'uom, morendo poi con
questa donna, 10
Luce la fama, nel mondo
non muore,
E dei sospiri fa quïeta
l'onna.
Ma chi da questa donna
s'allontana,
Perde la luce delle
penne prime,
Di sua salute ad ogni
ora s'estrana. 15
Ma prego che co' dolci
occhi mi sguarde
Togliendo dal mio cuor
le penne estrime
Del cieco mondo che ad
ogni ora m'arde,
E la sua forza mi
conduce a tanto
Che per gli occhi mi
geme il tristo pianto. 20
Segue stellino, bellezza
del cielo;
Io dico, per vaghezza
della stella,
Nell'aere mezzo, fin che
trova il gelo,
Ei vola abbandonando il
dolce nido:
Veggendo che Mercurïo
l'appella, 25
Lui pur consegue facendo
gran grido.
Ma per vaghezza della
stella lassa,
Scordandosene, l'ovo
ch'egli ha in branca,
Che mai per gelosia da
sé non scassa.
L'ovo cadendo, nasce il
suo figliuolo: 30
Poi che il vedere della
stella manca,
Gridando il nato verso
lui fa volo.
È simil questa donna
allo stellino,
Che fa volar la nostra
mente accesa
Nel gran disïo dello Ben
divino, 35
E toglie la viltà di
questa vita,
Il tristo amore che
commette offesa
Amando più che Dio cosa
nutrita;
Conforma l'alma con
l'eterna spene
Lassando il mondo che
vizio mantene. 40
Il pellicano con paterno
amore
Tornando al nido e
fatigando l'ale
Tenendo li suoi figli sempre al cuore,
Vedeli uccisi dall'empïa
serpe,
E tanto per amor di lor
glien cale, 45
Che lo suo lato fino al
cor discerpe.
Piovendo il sangue sopra
li suoi nati
Dal cor che sente le
gravose pene,
Da morte a vita sono
ritornati.
Da questo in noi si
muove conoscenza 50
Di Quel che muove il
tutto e lo sostene,
E l'universo per lui si
dispenza.
Come del pellicano Ei
tien figura,
Per li peccati dei primi
parenti
Risuscitando l'umana
natura. 55
E noi, bagnati da
sanguigna croce,
Risuscitando da morte
dispenti,
Di servitude lasciamo la
foce,
Sì che per morte
riprendiamo vita
Che per peccati fu da
noi partita. 60
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