Sette
pianeti siam, che l’alte sede
lasciam per far del cielo in terra fede.
Da noi son
tutti i beni e tutti i mali,
quel che v’affligge miseri, e vi giova;
ciò ch’agli uomini avviene, agli animali
e piante e pietre, convien da noi muova:
sforziam chi tenta contro a noi far pruova;
conduciam dolcemente chi ci crede.
Maninconici,
miseri e sottili;
ricchi, onorati, buon’ prelati e gravi;
sùbiti, impazïenti, fèr’,
virili;
pomposi re, musici illustri, e savi;
astuti parlator’, bugiardi e pravi;
ogni vil opra alfin da
noi procede.
Venere grazïosa, chiara e
bella
muove nel core amore e gentilezza:
chi tocca il foco della dolce stella,
convien sempre arda dell’altrui bellezza:
fère, uccelli e pesci hanno dolcezza:
per questa il mondo rinnovar si vede.
Orsù! seguiam
questa stella benigna,
o donne vaghe, o giovinetti adorni:
tutti vi chiama la bella Ciprigna
a spender lietamente i vostri giorni,
senz’aspettar che ’l dolce tempo torni,
ché, come fugge un tratto, mai non riede.
Il dolce tempo ancor tutti
c’invita
lasciare i pensier’ tristi e’ van’
dolori:
mentre che dura questa brieve vita,
ciascun s’allegri, ciascun s’innamori.
Contentisi chi può: ricchezze e onori
per chi non si contenta, invan si chiede.
|
5
10
15
20
25
30
|